2- Icontri inaspettati

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L'amore vale se è reciproco

Aran Cosentino






Isabelle pov


Ricordate la favola di Peter e l'isola che non
c'è ? Quando Peter diceva costantemente di voler rimanere bambino, ma che noi eravamo troppo piccoli per capirne il vero significato delle sue parole?

Da bambino, vedevi il mondo rose e fiori, un vero incanto.

Ma più crescevi e più vedevi, anzi, te ne accorgevi realmente di come fosse il mondo: un mondo sporco e falso, dove la gente si creava una vita falsa, dove si dovevano raggiungere aspettative alte, per essere quello che vogliono gli altri e non quello che vuoi tu.

Un mondo spento e cattivo.

Avevamo così tanta fretta di crescere, da non accorgerci che i momenti migliori erano quelli di noi bambini. Dove ti illudevi che tutto fosse magico, che tutto fosse perfetto, per poi diventare grandi e svegliarti in questo brutto incubo.

Si vedeva il mondo con occhi diversi.

In questo momento mi sentivo come la me bambina, stavo cercando di illudermi e di vedere questo posto come l'isola che non c'è.

Era incantevole.

Ma sapevo che alla fine, tutto questo era solo apparenza, niente era come sembrava in questo mondo, ma cercai di essere positiva e di vedere il mondo come quando si era bambini.

Era troppo finto e perfetto per essere vero.

Sospirai, mentre camminavo per i corridoi lunghi e lussuosi della Royal, perdendomi ogni volta.

Avevano tutti quanti la mia stessa divisa e tutti la stessa identica faccia da figli di papà.

C'erano persone che vagavano per i corridoi con i libri in mano, chi posava qualcosa negli armadietti e chi chiacchierava con i suoi compagni.

Tutti tranne la sottoscritta.

Ero appena passata per la millesima volta nello stesso corridoio, senza incrociare nessuno questa volta. La campanella era già suonata da dieci minuti, molto probabilmente erano già tutti nelle loro rispettive classi.

Io invece, dovevo ancora trovare la presidenza.

Mi sentivo frustrata.

Odiavo arrivare in ritardo.

Tentai per la millesima volta un corridoio, sperando che fosse la volta giusta.

«Stai per prendere lo stesso corridoio che hai preso dieci minuti fa.»

Una voce femminile fermò i miei passi, facendomi ritornare al punto di partenza.

Sbuffai frustrata e fui quasi sul punto di battere il piede a terra come una bambina.

La ragazza, in questione, era stupenda.

Era appoggiata con la testa, piena di ricci ramati lunghi, sull'anta del suo armadietto e mi osservava leggermente annoiata con i suoi occhi color hazel, che spiccavano tra quelle lentiggini sparse sul viso.

«Mi sono persa.» ammisi con un sorriso timido. La ragazza sistemò i libri che aveva in mano e mi sorrise appena, staccandosi dall'armadietto.

Infondo sembrava simpatica.

«Già, tipico di voi nuovi.»

«Questa accademia è enorme.»

«Tutta apparenza, sembra immensa, ma appena ci avrai preso l'abitudine, ti accorgerai che è un buco.»

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