Capitolo 4

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-Incontrare Ewan?- chiesi più a me stessa che a lui, lui annuii 

-Si, ti spiegheremo tutto a pranzo- mi disse e mi diede una lieve spinta verso il vestito.

Non era possibile, Ewan era morto, sono stata io stessa ad ucciderlo. 

Mi girai verso Klaus pretendendo spiegazioni 

-Come è possibile? Lui è morto- dissi, lui alzo gli occhi al cielo 

-Ti spiegherò tutto a pranzo, ora vestiti- mi disse, non lo ascoltai e continuai a parlare per conto mio

-Sono stata io ad ucciderlo. E poi sono passati mille anni non poteva lo stesso essere vivo. A meno che tu non abbia trasformato il mio fratellino in un vampiro- lo indicai, lui sbuffò 

-Ti spiegherò tutto a pranzo- mi disse ancora e come mi è solito fare: non lo ascoltai. Gli diedi le spalle e mi misi le mani nei capelli

-Dio se l'hai trasformato io ti spezzo tutte le ossa, vi ha sempre odiati...- non riusci a finire la frase che mi ritrovai faccia al muro, usava il suo corpo per schiacciarmi contro la parete

-La mia pazienza ha un limite e tu lo stai superando- ringhio contro il mio orecchio.

Odio, lo odiava con tutta me stessa, come si permetteva di trattarmi così?

Provai a liberarmi ma, essendo io drogata e lui molto più forte di me, non ci riuscì

-A quanto pare sei una bestia in tutto e per tutto- dissi sprezzante pensando ad un modo per liberarmi, mi sorprese dandomi un piccolo morso dietro il lobo dell'orecchio

-E questo ti piace- disse, era così vicino che le sue labbra toccarono il mio orecchio mentre parlava.

Fui scossa da un brivido e lui se ne accorse, presso di più il suo corpo contro il mio, riusci a sentire la sua eccitazione che premeva contro la mia natica.

Feci un respiro profondo per calmarmi prima di parlare, non potevo farlo arrabbiare, era più irascibile del solito

-Ti odiavo meno prima- dissi soppesando le parole, lui mi fece voltare schiacciandomi comunque contro il muro 

-Sono questo che ti piaccia o no non mi interessa- c'era qualcosa di strano, era come se si obbligasse ad usare questo tono rabbioso, i suoi occhi non incontrarono mai i miei, continuava a fissarmi le labbra aspettando una mia risposta, lo accontentai

-Ti piace il mio rossetto per caso?- gli sfuggi un piccolo sorriso che morì subito, si avvicinò alla mia faccia 

-Mi piacciono le tue labbra- rimasi sorpresa, mi aspettavo un insulto non un complimento 

-Più le fisso più ricordo quanto sono morbide- afferrò il mio labbro inferiore fra i denti ed io spalancai gli occhi stupita, appoggio una mano sul mio fianco e l'altra sul mio collo.

Prima che me ne accorgessi mi buttò sul letto e si mise su di me

-Questo mi ricorda 600 anni fa- disse, mi afferro il polpaccio e lo sollevo sui suoi fianchi, fece scontrare le nostre parti intime ed io gemetti, che diavolo sto facendo, inizio a baciarmi il collo ed io gli affondai una mano tra i capelli 

-Mi ricordo- non mi accorsi neanche di averlo detto io, lui si struscio di nuovo contro di me e mi morse forte il collo

-La prima volta insieme da vampiri, è stato fantastico e oscuro allo stesso tempo- disse lui, devo ricordarmi che ha tentato di uccidermi poco fa, mi morse il lobo per poi leccare la parte dietro l'orecchio, ansimai 

-Hai tentato di uccidermi poco fa- mi obbligai a dire, lui avvicinò la sua bocca alla mia e mentre parlava le nostre labbra si toccavano facendomi desiderare un contatto maggiore 

-Anche l'ultima volta poi però abbiamo scopato per tutta la casa, ricordi?- quella parole mi fecero eccitare più del dovuto, mi strusciai contro di lui ma lui, anche se rispose, mi mise una mano sul fianco per allontanare le nostre parti intime

-Ricordi, Sita? Ricordi i modi in cui lo abbiamo fatto e dove? Ti ricordi quanto hai urlato il mio nome?- mise una mano sui miei pantaloni mala tenne ferma, mi mossi sotto di essa ma lui la tolse per poi rimetterla quando non cercai più il contatto 

-Ricordi?- premette forte le dita sopra i miei jeans 

-Si- ansimai 

-Si mi ricordo- dissi tutto d'un fiato, lui mi baciò, e non quei baci dolci e lenti delle storie d'amore, ben si quelli violenti e dolorosi ma eccitanti da far paura.

Aprì i miei pantaloni e ci infilò la mano dentro inizio a muovere velocemente le dita dentro di me togliendomi il fiato, lo afferrai per le spalle e affondai le dita nella sua carne facendolo ringhiare.

-Klaus- quasi urlai non mi sfiorò nemmeno il pensiero dell'odio in quel momento, volevo solo lui.

Si fermò nel momento più bello e lo guardai con odio, lui mi sorrise malizioso ma scomparve subito quando gli strinsi la patta dei pantaloni 

-Sita- disse avvertendomi 

-Cosa Klaus?- infilai la mano dentro i suoi pantaloni e lo afferrai attraverso le mutande, lui chiuse gli occhi e sospiro per calmarsi, strinsi forte la punta e feci ruotare la mano, spalanco gli occhi e la bocca, non ero molto delicata e lui lo sapeva bene.

IL SANGUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora