BARONESSA

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Lunedì 8 gennaio 2024 (1420)

Non è da tutti mandare due persone all'ospedale in stato di shock. E mandarne in panico altre venti.

Io ci sono riuscita, e non ho nemmeno dovuto alzare un dito. Mi è bastata una penna

Perché, vedete, certi poteri sono tutti qui, dentro la mia testa.

Precisamente nel naso.

Si, è il mio super-potere un po' bizzarro, la mia arma segreta che ancora non so ben gestire. Il problema è che, quasi sempre, sono io la vittima della sua potenza.

Ma andiamo con ordine.

***

Comunque, mi chiamo Sofia, sono una ragazza alta e anche piuttosto atletica, dai capelli castani talmente fluenti già dai tempi delle medie che sembrano avere vita propria! Ero proprio uno schianto già all'epoca, lo so!

E sono anche modesta.

E poi ho la testa piena di sogni e il cuore pulsante di passioni. Una di queste, assolutamente inconfessate, rispondeva al nome di Thiago, un mio amico di scuola, e come nelle peggiori friends to lovers, era la mia crush più grande.

Avevamo fatto amicizia quasi subito, in prima liceo, in virtù del fatto che veniva sfottuto dai più bulletti della classe, che dicevano in giro fosse gay per il suo aspetto splendidamente dolce e per il suo carattere gentile. Odiavo i bulletti che basavano i loro sfottimenti su allusioni legate all'orientamento.

Anche se era più basso di me, non me ne fregava niente, aveva degli occhi verdi spettacolari che rapivano quasi più del suo carattere così forte e spiritoso e divertente e brillante e sensibile e affascinante e brillante.

No, brillante l'ho già detto.

Comunque il solo pensiero di Thiago mi faceva sentire come se avessi avuto un nugolo infinito di farfalle nello stomaco.

Quella mattina fu pure peggio del solito perché le vacanze di Natale erano state per me un rifugio di manga e musica. Mi ero letteralmente imbottita di avventure stravaganti e metallo, dimenticandomi quasi della scuola, e in particolare di lui.

A lui non piaceva molto quello che ascoltavo, mi dava della "Emo un po' fuori tempo massimo" e io scherzavo sul fatto che era meglio essere Emo fuori tempo massimo che imbottirsi di pezzi di Ultimo.

Ma eravamo tornati a scuola e lui era tornato a far capolino nei miei pensieri, mentre stavo seduta al mio banco ed era già suonata la seconda campanella che segnava il vero inizio della giornata scolastica. Tuttavia ancora arrivava gente con il passo indolente dei bisonti nella prateria americana prima che arrivasse Buffalo Bill.

La mia migliore amica, Gaia, arrivò tutta sorridente e si lasciò cadere pesantemente accanto a me, con il suo aspetto sempre allegro e il suo solito abbigliamento casual, veramente casual, nel senso che sembrava si vestisse al buio. L'armo-cromia per lei era peggio di un paletto di frassino per Dracula.

Eravamo amiche e compagne di banco da tempo immemore, complici nelle risate e all'epoca non potevo chiedere una persona diversa per accompagnarmi nell'arduo percorso della prima liceo linguistico.

Adesso non iniziamo a fare battute su linguistico e lingue, ok? Me le hanno già dette tutte. Ma che cazzo, datevi uno sviluppo!

Gaia aveva trascorso gran parte delle vacanze cercando di capire i misteri insondabili della matematica, una materia che faceva a gara con l'armo-cromia per diventare la sua peggior bestia nera. Aveva persino fatto alcune lezioni di recupero con una tipa che faceva l'università, nella speranza di togliersi dalle sabbie mobili delle parentesi graffe e delle frazioni.

BARONESSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora