Chapter 3

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Entrammo nel college come una mandria di bisonti che si sparpagliavano in centinaia di direzioni vagando in luoghi sconosciuti nei quali cercavamo un senso dell'orientamento o perlomeno cercavamo di ritrovare un senso di appartenenza.

Le mie amiche rimasero al mio fianco come io feci con loro per evitare di perderci in quel mare di gentaglia che ci circondava finché non arrivammo nel cortile principale e cristo...

Era qualcosa che non avevo mai visto un prato immenso quadrato che si estendeva congiungendo ogni angolo del college.
Al suo centro si ergeva una splendida fontana enorme e piena di storia.

Rappresentava quattro cavalli rivolti ognuno verso i quattro lati del quadrato.

Alti schizzi d'acqua uscivano da sotto i zoccoli posteriori mirando verso l'alto mischiandosi ad ulteriori getti in un'armonia ineguagliabile,unica, ipnotizzante qualcosa che mi intrigava e che sarei stata a guardare per ore.

Dei porticati con alti soffitti si affacciano su questo cortile quadrato trasmettendo un senso di calma e tranquillità ma allo stesso tempo è come se trasmetesse qualcosa di così oscuro e cupo che cercava di essere nascosto con la sua bellezza... ammaliante così tanto da stordirti...

Le facciate erano fin troppo imponenti le quali si innalvazavano ad altezze veetiginose come a manifestare la loro magnificenza.

Erano di un color leggermente tendente verso il marroncino.
Le finestre si trovavano su ogni fascia di ogni facciata con ampie arcate erano adorate di vari vetri che sembravano voler celare i segreti di quel posto così austero.

Tutto ciò era incorniciato da un cielo grigio nuvoloso quasi malinconico che caratterizzava ogni giornata londinese riducendo il numero di quelle soleggiate solo a poche volte l'anno.
Ogni cielo era caratterizzato da diverse sfumature che lo rendevano unico e diverso da quelli del giorno prima.

Entrammo nell'aula magna e ci disponemmo nei vari posti.
Era un'aula immensa con un livello d'acustica fuori dal comune, i posti erano disposti a mezzaluna in un grande semicerchio che li metteva su gradi d'altezza differenti man mano che si andava in fondo alla stanza.

<<Salve a tutti>>annunció una donna accanto a quella che ci aveva "accolti" all'ingresso del college.

L'abbigliamento era un po' simile a quello di tutte le donne che si trovavano in quel posto come se fossero srare fatte con lo stampino e programmate per fare le stesse azioni di tutti i giorni ripetendo si come un dico all'infinito.

<<Benvenuti al college della st. Marcus nella sede di Londra ci tengo molto a presentarvi questo college sperando che la permanenza nella nostra struttura possa essere eccellente sotto ogni aspetto.
Dunque qui al st. Marcus teniamo principalmente all'obiettivo principale ovvero di istruire in tutti campi lo studente ed di disporre di ulteriori corsi per approfondire la sua conoscienza intellettuale.
Il st. Marcus si differenzia dagli altri college non solo per la disponibilità di vari corsi extracurricolari e pomeridiani gratuiti nei quali gli studenti potranno cimentarsi ma anche per le sue attività sia ludiche che potranno svolgersi nel corso delle serate nel periodo in cui sarete qui.
Non voglio dilungarmi in ulteriori discorsi che potrebbero seccarvi.
Detto ciò vi lasceró con i vari gruppi che vi illustreranno le varie aule nelle quali troverete i rispettivi professori.
Buon proseguimento>>concluse dopo il suo discorso.

E così fu seguimmo gli alunni che erano già al quinto anno i quali ci fecero entrare nelle varie aule elecandoci sia i professori che trovammo all'interno sia le materie che si praticassero.

Mi concentrai sull'aula di musica nella quale si trovava la professoressa Smith una donna sulla quarantina che sembrava fin troppo preparata e severa per i miei gusti ma sinceramente mi andava bene così.

Passarono un paio di ore prima di arrivare all'ultima aula la più grande e quella che amavo alla follia, quella di letteratura.
Entrammo era qualcosa di unico e tremendamente bello.

Mi tolse il fiato lasciandomi senza parole.
I soffitti affrescati, le pareti occupate da librerie ricolme di manoscritti e libri di ogni genere.
Finestre adorate da ulteriori decori.

E la cosa che mi lasció più sbalordita fu proprio un uomo che troneggiava al centro della stanza appoggiato delicatamente ad un banco con gli occhiali impugnato in un palmo e un libro che stava leggendo poco prima del nostro arrivo.

Era di una bellezza ed eleganza che ti stregava mente e cuore.

Sarà stato quasi due metri di puro fascino avvolti da una camicia bianca raggirata sugli avambracci con due bottoni fuori dalle asole che lasciavano ondeggiare il mio sguardo sul suo petto per il quale ero convinta che tutte le ragazze presenti in quel momento stessero sbavando.

I pantaloni neri che facevano parte di un completo avvolgevano le sue gambe che erano toniche come del marmo che invitavano ad essere toccate per vedere se fosse vero quello che mostravano.

Labbra carnose si trovavano sotto la punta di un naso sottile e affilato affiancato da due occhi incredibilmente capaci di farti perdere la testa nel preciso istante in cui ti imbattevi in loro.
Verdi con sfumature di azzurro che adornavano la pupille impercettibile strettissima come un puntino nero nell'oceano.
Erano qualcosa di unico e imprevedibile e celavano più di quanto dovessero.

Ma a me cosa importava di cosa nascondesse ora il mio professore di letteratura?
E per quale dannatissimo motivo mi ero soffermata a fare così tante considerazioni sul suo aspetto fisico?
Ma che cazzo..?

Tralasciando le mie stranezze come tutti si presentó davanti all'Inter marmaglia di gente che si ritrovava difronte e cazzo....
La sua voce.
Era qualcosa di così rude ma al contempo soave, sembrava potesse essere brutale ma gentile allo stesso tempo.
Ecco cosa nascondeva il grande segreto dell'intelletto di essere equilibrati in ogni ambito.
Di conoscere i propri limiti e di essere in grado di valicarli.
Di riuscire ad armarsi di altruismo ed indifferenza ed a dosarli in modo eguale.

Da quando in qua avevo tutta questa considerazione di un uomo, del quale ero riuscita a descriverlo osservando solo la tonalità della sua voce.

Smise quel canto armonico ammaliante che mi aveva cullata per quei pochi minuti facendomi sentire tutto anche se in mezzo a tutte quelle persone non ero niente se non una normale studentessa.
Uscimmo dalle aule intente ad andare nei nostri alloggi dove trovammo quelle che sarebbero state le nostre "compagne di stanza"

Silenzio ragazzinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora