Chapter 1

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Settembre.
E siamo nuovamente punto e da capo si ricomincia con un nuovo inizio che avrebbe dovuto entusiasmarmi ma non so perchè ma non faceva altro che prospettarmi in un anno triste nel mio nuovo college. Mi chiamo Chrissie e ho 17 anni un'età tanto bella quanto di merda pensi di goderti la vita a pieno ubriacandoti o scopandoti il primo che passa ma posso dire che quando si ripiomba nella realtà il processo di recupero è tremendo.

Sono una strana quasi nessuno riesce a capirmi forse per il semplice motivo che la gente mi consideri una reietta facendo credere anche a me che io sia un'emarginata.

Ma posso confermare che abbia il proprio fascino sentirsi persone incomprese da chiunque sicuramente ha degli svantaggi ma a me va bene che le persone non sappiano tutto di me e che si limitino a vedere solo la Chrissie che vogliono vedere.

Non sarò la ragazza più popolare ma almeno ho la certezza di avere delle persone che mi sono fedeli e non ho il problema di dovermi preoccupare che mi pugnalino alle mie spalle.
Lei è Ginny la mia unica vera amica più importante essendo che lei insieme a Julie sono state le uniche che sarebbero venute con me nel mio stesso college.

Abitavamo vicino al centro di Londra ero figlia unica e discendevo da mia madre che era rigorosamente londinese al contrario di mio padre che era statunitense.
Non sapevo di preciso come si erano conosciuti i miei e sinceramente non mi ero mai interessata molto a questo argomento.

Quella che sarebbe dovuta essere mia sorella era morta in un incidente di cui i miei non mi avevano mai parlato ritenendo che fossi troppo "piccola" per sapere tali brutalità che avrebbero potuto scuotermi troppo.

Da questo punto di vista e non solo li consideravo degli stronzi erano diversi da quelli delle mie compagne e nonostante le continue litigate che facessi con loro nel tempo non era cambiato ma non per questo mi ero arresa.

Mi rimanevano poche passioni a cui mi aggrappavo ormai ad esempio l'Equitazione o la stessa passione per libri ma soprattutto per la musica che era come una droga per me,più ne sentivo più ne volevo sentire motivo anche dei continui rimproveri di mio padre.

Era notte fonda e riflettevo su quello che mi aspettava l'indomani con molta certezza mi sarei dovuta alzare prima del solito essendo che il college distasse di più da casa mia rispetto alla scuola che frequentavo prima. Essendo che i miei genitori mi avevano minacciato di prendermi a calci nel sedere quando avevo proposto l'idea di preparare il borsone che mi sarei dovuta portare direttamente la mattina prima di partire si erano rifiutati senza nessun indugio a riguardo facendo si che avessi tutto pronto già dalla sera precedente.

Avevo portato non molto oltre alle divise e qualche vestito che mi sarebbe stato utile ovviamente la mia chitarra sarebbe venuta al college insieme a me e non le avrei lasciate nelle cure di mamma Clare che penso che non me l'avrebbe nemmeno fatta ritrovare la mia amatissima chitarra.

Avevo passato la mia ultima estate che io ho definito da ragazza"libera" come al solito andando nelle calde spiagge della California a trovare i parenti di mio padre dove molto spesso passavo le mie vacanze estive,solo in inverno e qualche volta per pasqua andavano dai parenti di mamma che si trovavano proprio in Inghilterra.

Da quando ero piccola avevo sempre avuto una passione sia per la musica ma anche per il disegno forse trasmessa da mia madre che si era laureata facendo studi e pratiche a riguardo.
Al contrario di mio padre che era laureato in giurisprudenza.
Amavo le cose intriganti ,con un lato oscuro che sta aspettando solo di essere svelato da chi si desidera.

Come se con il tempo l'uomo avesse cercato di nascondere il suo vero io anche se ......Alle stimolazioni esterne è difficile resistere soprattutto quando queste stimolazioni sono fatte da qualcosa o.....qualcuno, e alle quali faremmo di tutto per averle perchè le bramiamo così tanto che è impossibile resisterti.

Avevo lasciato la mia vita prima del college convinta che sarebbe rimasta la stessa e sinceramente lo speravo anche se il mio subconscio mi diceva che non sarebbe stato così.
Sarebbe stata una giornata fin troppo impegnativa domani conoscere le classi,i compagni, i nuovi professori sarebbe stato tutto un boom di informazione che speravo di riuscir and incanalare nel mio cervello in un'unica volta senza dover preoccuparmi di fare ritardi per non ricordarmi dove fossero posizionate le aule.

Avevo visto varie foto sul mio college e mi ero documentata fin troppo a detta di mia madre che fosse come una reggia per le sue dimensioni mastodontiche all'inizio non le credevo molto ma mi è bastato vederlo per darle ragione.

Ero almeno contenta del fatto che avrei rivisto le mie amiche l'indomani era da molto che non le vedevo ma nonostante ciò ci eravamo comunque mantenute in contatto facendo la telecronaca delle nostre giornate in telefonate interminabili la sera che andavano a volte ben oltre la mezzanotte.

Mia madre si era già accordata con la donna che gestiva la scuderia in cui avevo il mio cavallo li a pensione e che montavo regolarmente in modo tale da poter partecipare a maggiori competizione ed aumentare la mia grandezza nel mondo equestre.

Le coperte calde mi avvolgevano e non mi restava che chiudere le palpebre e lasciarmi cullare dal silenzio che regnava intorno a me nella speranza di raccogliere abbastanza energie per quello che avrei affrontato la mattina seguente .

Silenzio ragazzinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora