We can get down like there's no one around
We keep on rockin' (we keep on rockin')
Nell'aula risuona il rumore di due battiti sulla porta. Cala un breve silenzio, finché non chiedo allo studente ritardatario di entrare.
Un bellissimo ragazzo dagli occhi di ghiaccio fa ingresso nella mia classe, lasciandomi paralizzata per un paio di secondi. I suoi lineamenti marcati e la sua espressione strafottente mi danno i brividi. È così alto che per passare dalla porta ha dovuto abbassare di poco il capo, in modo da non battere la fronte contro la trave dell'uscio.
E mi è servito non più di un secondo, per capire che quel ragazzo sarà la mia condanna.Lo guardo mentre si siede in prima fila, l'unica libera, come se non fosse arrivato mezz'ora in ritardo il primo giorno di scuola.
La sua chiara capigliatura è disordinata e la sua camicia sbottonata fino all'addome. Quanto basta per darmi un assaggio dei suoi muscoli scolpiti.Deglutisco a fatica e scuoto il capo un paio di volte prima di voltarmi nuovamente verso la lavagna e riprendere a spiegare cosa tratterò durante il corso di quest'anno. Non mi accorgo nemmeno di quello che sto dicendo, le parole mi escono di bocca senza alcun impulso mentale, perché nella mia mente in questo momento ci sono immagini poco professionali.
«Cosa fai?» esclamo in preda ad un sussulto dato dallo spavento. Tutti gli studenti sono usciti dalla stanza, tutti tranne lui. E ora è dietro di me, e le sue grandi mani si sono posate sui miei fianchi, facendomi trasalire.
«Lei è proprio una bellissima donna, professoressa Swartz.» si inclina in avanti e poggia il mento sull'incavo del mio collo. «Mi è piaciuto come mi guardava, poco fa.» l'aria si fa pesante e improvvisamente mi tremano le gambe. Lui non demorde. «Non si vergogni, mi guardi negli occhi» la sua voce roca mi giunge alle orecchie con una sensualità tale da rendermi vulnerabile alle sue suppliche. Mi giro verso di lui con tutto il corpo e le sue mani mi tirano a sé fino a farci scontrare. A malapena riesco a mantenere il contatto visivo con quel ragazzo.
Mi sorride come se non avesse dieci anni in meno di me, ma in più. Come se fossimo una coppia sposata che ha appena preso la decisione di allargare la famiglia.
«A cosa sta pensando, professoressa?»
A quanto mi piacerebbe vederti sotto di me, senza vestiti «A cosa porterò domani a lezione, per favore, vai alla tua prossima aula ora.» dico con tutta la fermezza di cui sono capace. Ma lui sembra leggermi nella mente e si avvicina al mio orecchio.
«Bel tentativo, ora mi dica a cosa sta realmente pensando.»«Dovresti andartene.»
«Non prima di ottenere la risposta che mi merito.»
«Non ti devo alcuna risposta, signorino.»
«Mi chiamo Ansel.»
«Non ti devo alcuna risposta, Ansel.» più lo dico più lo supplico con gli occhi di restare, e solo ora realizzo di star inconsciamente strusciando l'inguine contro il suo da chissà quanto. Dio, che idiota.
«Prof, me lo sta facendo diventare duro.» ammette in un lamento supplichevole, mantenendo una posa composta e un tono fermo e autorevole. Trasalisco e abbasso lo sguardo imbarazzata, allontanandomi di qualche passo.
«Ansel, vai via dalla mia aula.»
«Mi chiami per nome di nuovo,» mi si avvicina di nuovo, lasciandomi bloccata fra lui e la cattedra. «e io me ne andrò.»Non voglio che se ne vada, e lui lo sa. Balbetto qualcosa di incomprensibile e lui sorride malizioso. Mi afferra ancora una volta per i fianchi, ma questa volta mi tira su in aria per farmi sedere sulla scrivania. Mi scosta le cosce di poco, quanto basta per posizionarsi fra le mie gambe tremolanti.
Mi prende il volto fra le mani tenendolo con una presa delicata e priva di alcuna violenza. Se solo sapesse che nelle mie fantasie dell'ultima ora mi sbatteva tanto forte da impedirmi di camminare, sarebbe fuggito.
La sua voce mi riporta alla realtà.
«Posso rendere reali le sue fantasticherie,» posa le labbra sul lobo del mio orecchio sinistro e conclude la frase «posso fotterla qui, su questa cattedra; posso imparare tutto ciò che mi vuole insegnare, professoressa.»
Potrei mandarlo a quel paese, farlo espellere e non vederlo mai più. Potrei consigliargli gentilmente di non comportarsi così, potrei..«Toccami.» mugolo impaziente, causandogli un sorriso tanto sorpreso quanto affamato.
Le sue mani scendono sul mio collo, superano le clavicole e il torso, il ventre. Si fermano sull'orlo del maglioncino che indosso. I suoi occhi vagano nei miei, in cerca di una conferma silenziosa che gli arriva immediatamente. Il mio maglioncino viene scaraventato a terra e il mio reggiseno lo segue.Che cazzo sto facendo? Uno studente, sul serio?
Le mani di Ansel scendono fino a stringermi forte le natiche e le sue labbra formano una scia umida di baci lungo il mio petto, fermandosi al capezzolo, che inizia a torturare con l'aiuto della lingua e i denti.
Un gemito si leva in aria forte e chiaro e ringrazio il Cielo che la mia sia un'aula appartata.
Questo ventenne è bravo, cazzo se lo è.«Che voto mi merito?» domanda in un breve intervallo nel quale le sue labbra si spostano da un capezzolo all'altro.
«A, un'A+!» mugolo desiderosa, voglio vedere il suo membro, lo voglio dentro, tutto per me.
«Com'è gentile, lasci che la ringrazi» soffia sul mio seno.
In un gesto rapido mi toglie la gonna di dosso e mi guarda negli occhi con un'intensità che potrebbe farmi venire senza essere nemmeno toccata.Passa due dita sul tessuto dei miei slip più volte, torturandomi al punto tale dal pregarlo di fare sesso con me.
«Se me lo chiede così però...» riesco a sentire la fatica che gli impiega mantenere un tono fermo. Mentre lui si toglie i jeans, io lo libero dalla camicia, ammirando ogni millimetro del suo addome a bocca aperta.
Ha un profumo forte e fresco, molto vicino a quello del muschio. Profuma di pioggia.
In quel momento un fruscio mi avverte che si è tolto anche i boxer. Abbasso lo sguardo sul suo membro e rabbrividisco notevolmente. È eretto al punto di toccargli l'ombelico, ed è così grosso che inizio a dubitare che mi entri tutto dentro.Mi abbassa velocemente gli slip fradici e mi da un bacio nell'interno coscia grondante di umori.
Si rimette composto e mi afferra le cosce con entrambe le mani, spalancandomi le gambe in modo da poter entrare in una mossa brusca ed improvvisa che mi fa gemere.Quando inizia a muovere i fianchi è la fine. Procede con spinte regolari e violente, stringendomi le natiche come se ne andasse della sua stessa vita.
Tengo una mano poggiata alla cattedra, mentre con l'altra avvolgo il collo del ragazzo e lo tiro a me, guardandolo negli occhi.«Mi vuole per caso baciare, prof?» annuisco, ed è lui a far scontrare le nostre labbra in un bacio carnale e impregnato fino all'ultimo di foga. Le nostre lingue si fondono fra di loro finché non finiamo entrambi l'aria. Nessuno mi aveva mai baciata in quel modo. Questo ragazzo sarebbe capace di farmi spogliare anche in un asilo di infanti.
Sono io la prima a venire, riempiendo l'aria col suono del miglior orgasmo che abbia mai avuto in vita mia. Non ci vuole molto prima che anche lui spruzzi il suo seme bianco dentro di me, colmandomi di una sostanza calda e abbondante, tanto abbondante che cola dalla mia fessura.
Quando esce da me, ci vedo ancora doppio e la mia vagina sta pulsando più forte del mio cuore.«Lei è fantastica, mrs. Swartz.»
Spazio Autrice
Non ci si vedeva da tanto, o sbaglio? Eccomi qui, torno col botto!
Melania e le sue fantasie perverse e malsane vi fanno compagnia in questo primissimo capitolo di una storia taboo fra Ansel e la professoressa Swartz.Buon 2024 e buona lettura!

STAI LEGGENDO
wrong. | Guilty pleasure pandora's book
ChickLitAmanda Swartz è una giovane professoressa della Columbia, Ansel è uno studente che frequenta il suo corso di letteratura. Già dal primo incontro dei due qualcosa va storto... o più che altro nessuno dei due ferma i suoi istinti animaleschi di saltar...