13. Old friend

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Non si è mai lontani abbastanza

per ritrovarsi

-Alessandro Baricco

𝓘𝓻𝓲𝓼🥀



Ero in camera mia a fissare il vuoto, stavo pensando e ripensando a cosa era successo poche ore fa. Era tutta colpa della mia famiglia se Jacob aveva passato la vita da un orfanotrofio all'altro? Ma perché i miei genitori non l'hanno preso sotto la loro custodia? 

Il mio interrogatorio interiore venne interrotto da qualcuno che stava bussando alla porta quindi, controvoglia, mi alzai e andai ad aprire.

«Posso?» Davanti a me c'era il protagonista della maggior parte dei miei pensieri. Jacob. Indossava una tuta grigia che calzava alla perfezione sul suo corpo marmoreo. Mi spostai di lato per farlo passare e mi sedetti sul letto in attesa che iniziasse a parlare.

«Mi volevo scusare per prima, so che tu non c'entri nulla ma in quel momento non stavo ragionando. Ero accecato dalla rabbia» non si sedette, come pensavo che avrebbe fatto, ma rimase in piedi davanti a me 

«Non importa»gli risposi in modo freddo

«E invece si, lo vedo che sei rimasta delusa» continuò 

«Non sono delusa, Jacob. Sono solo troppo confusa. Ti rendi conto che io e te ci conosciamo da una vita e non ne avevamo neanche l'idea?» a quel punto mi alzai anche io

«Si, me ne rendo conto e non so per quale cazzo di scelta del destino adesso siamo qui, insieme, a torturarci per il mio passato di merda»

«Non è colpa tua anzi se forse i miei ti avrebbero preso con lo-» Iniziai a dire ma mi interruppe 

«Non assumerti colpe che non hai. Capirò perché i tuoi genitori hanno fatto questa scelta ma te stanne fuori, non avevi neanche due anni quando è successo.» Avanzò verso di me ma lasciando un po' di centimetri prima che il mio petto sfiorasse contro il suo

«Capiremo. Lo capiremo insieme» risposi fissandolo in quegli occhi maledettamente belli.

«Vorrei tanto ricordare come eri da piccola, di sicuro eri meno bambina di adesso» disse facendo spuntare il suo solito sorriso con la fossetta «Vaffanculo» gli tirai un pugno sul petto ma non lo mossi di un millimetro. Non mi resi conto che però ci eravamo avvicinati, tanto da poter sentire il suo profumo di tabacco e menta. I nostri occhi si persero in una danza tutta loro, in quel momento non c'era più niente intorno a noi, c'era solo l'oceano blu che si fondeva con il bosco incantato fino a creare una combinazione perfetta.

Tornai alla realtà quando il cellulare che era nella mia tasca iniziò a squillare facendomi indietreggiare. Indietreggiò anche Jacob che subito si passò una mano sulla fronte scompigliandosi il ciuffo. Dopo diversi squilli, guardai finalmente lo schermo. Era Grace quindi risposi subito

«Pronto?» dissi io 

«Ehy leoncina! Come stai? Un po' meglio di prima?» 

«Si si, tutto okay adesso» 

«Bene allora per farti distrarre un po' che ne dici di andare ad una festa stasera?» appena sentii la parola festa cambiai totalmente espressione 

«Che festa? Grace sai che non mi piacc-» la persona dall'altra parte del telefono mi interruppe 

«E dai! Meriti di sfogarti un po'. Per favore» Potei scommettere che in quel momento stava facendo gli occhi dolci anche se nessuno la stava vedendo. «Uff e va bene» cedetti «Perfetto! Vengo lì e ti dico tutto. Invita anche quei due» «No ma aspetta!» provai a fermarla ma chiuse la chiamata prima che potesse sentirmi 

The First Christmas After All (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora