CHAPTER SIX

2.9K 170 24
                                    

I once believed love would be (Black and white)
But it's golden (Golden)

Louis, propriamente parlando, rimane in una situazione di stallo per i giorni successivi, fino al fatidico momento della partenza. Non fa assolutamente niente, se non parlare con Harry, ogni giorno, per mail, con lunghi messaggi, lunghissime telefonate, in cui si lamenta che non ha nulla a cui dedicarsi, nessuno con cui parlare e che gli manca, gli manca in maniera ridicola, così tanto che potrebbe decidere di fare causa a chiunque abbia deciso che i due paesi divisi da quell'oceano immenso dovessero essere proprio la Gran Bretagna e gli Stati Uniti. Ecco, è questo il suo livello di psicosi degli ultimi giorni. La noia a gente come lui fa brutti scherzi.

Ma, ora è in vacanza, l'aria fresca sa di novità e di promesse, ed è di nuovo con Niall e Lottie, finalmente, e, cosa più importante, tra una manciata di ore avrà anche Harry. Quindi, almeno nella sua sfera personale da essere umano, va tutto bene. Ora, stanno piacevolmente litigando per lo stereo. Be', forse anche non piacevolmente. In ogni caso, Louis sta lasciando quella questione a Niall e Lottie, preferendo guidare ed evitare le loro spallate da ragazzini: alla fine, sua sorella agguanta il cavo e collega il telefono, strillando di vittoria prima di selezionare una playlist. Almeno ha ottimi gusti, ma andiamo, l'ha cresciuta Louis. Non si stava davvero preoccupando che la musica facesse schifo. La Jeep che sta guidando è di suo padre, che la tiene lì per quando sono in Texas, appunto, o quando lui è in Texas, viaggi di cui Louis viene irrimediabilmente a sapere quando si sono conclusi. Ah-ah. Suo padre è una brava persona, è solo che a volte non ci riesce e basta. E a dir la verità, lo stesso Louis aveva accettato sinceramente di buon grado l'invito di Léon solo quando suo padre gli aveva concesso di invitare Harry. Se a volte si approfittava solo un po' di come suo padre tentasse di migliorare le cose, non era colpa sua. Era una sorta di rivincita che sentiva di meritarsi.

Guida con gli occhiali da sole sotto un cielo color fiordaliso, con indosso una maglia a mezze maniche, e dopo mesi di campagna elettorale e di segreti e di responsabilità e di riunioni infinite, sente finalmente di avere la sua età e di star facendo qualcosa che rientra nelle esperienze comuni dei ventenni, qualcosa che non grida Sono il figlio della Presidente. Il pensiero gli dilata i polmoni: alza il volume dello stereo su una canzone che apprezza particolarmente e muove leggermente la testa a tempo, canticchiando a mezza bocca, con un sorriso. Certo, dietro la sua testa gli avvenimenti continuano a scorrere, veloci, furiosi, accaniti, uno tra tutti la domanda di sua madre: quello che provi per Harry è per sempre? Può non pensarci durante quei giorni di riposo, almeno. Ha ancora un po' di tempo.

Arrivati all'hangar, individua prima, per abitudine, un gruppo di guardie del corpo, e da lì individua Harry. Il Principe indossa una camicia e dei pantaloni leggeri, color salvia, che gli fasciano le gambe, e occhiali da sole. Regge un borsone sulla spalla, con una sola mano, e parla educatamente con quello che Louis crede sia il capitano del jet. Ovviamente, Louis si fionda fuori, ma Niall e Lottie lo raggiungono per primi, e forse è meglio così. ''Ciao, ciao, è bellissimo vedervi'', Harry li saluta con affetto, li stringe, bacia i capelli di Lottie, e Louis si mordicchia il labbro mentre attende, tentando di passare inosservato. Solo quando è il suo turno quasi si lancia nella sua presa, immergendo naso, occhi, labbra, nel suo collo, nel suo profumo di pulito. ''Ciao, amore'', sente sussurrato all'orecchio, ed è diverso, intimo, Harry ha le braccia attorno a lui e solo per quello quasi scoppia a ridere. Ci vogliono pochi minuti per far sì che le guardie del corpo inglesi si uniscano ai Servizi Segreti e dunque ripartano, Louis ancora alla guida.

Lottie cava dal frigorifero portatile delle Coca-Cola, Harry ne prende una, ringraziando, muovendo la testa a tempo di musica e sorridendo felice, sul sedile del passeggero al suo fianco, ovviamente. Louis non riesce a non lanciargli piccole occhiate, estasiato dal fatto che sia lì e che sia con lui, rilassato, giovane, i riccioli che non resistono al vento e il sorriso incontrollabile, il ginocchio che dondola alle note della radio. Allunga una mano a cercare la sua e intreccia le loro dita, adagiandole sulla console per il resto del viaggio. Il pollice di Harry si muove per tutto il tempo, e il Principe stesso guarda a quel gesto con una meraviglia genuina.

Red, White & Royal Blue ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora