CHAPTER EIGHT

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You know how much I hate that everybody just expects me
To bounce back just like that

''Brutto figlio di puttana'' è l'unica cosa che sussurra Louis, mentre fissa lo schermo del televisore. Aaron parla con un sorriso smagliante, in diretta, al telegiornale, di quelle che nelle ultime ore hanno soprannominato lettere di Waterloo. Sembra fiero e composto, animato dallo spirito del giornalista, annuisce alle domande, protetto dallo scudo dell'immunità politica di Richards, con cui si è riscoperto alleato nelle ultime ore. Louis giurerebbe che anche i fotogrammi dall'albergo sono colpa sua. Per quanto gli chiedano come abbia fatto a leggere tutte quelle mail (le sue mail) in appena una notte, Aaron svia quella velata accusa quasi con eleganza. ''Le ho scovate su Reddit'' ricorda, come se non l'avesse già ripetuto mille volte ''E ho capito subito, essendo nell'ambiente politico, che non erano frutto delle fantasie di una quindicenne. La cosa interessante da notare tramite alcuni estratti-''

Louis spegne la televisione. ''Sono le mie email, coglione'' sibila allo schermo nero. Né Lottie né Niall, nella stanza con lui, fiatano. ''Come se non sapessi cosa ho scritto.''

Sua sorella parla dopo qualche secondo di esitazione. Niall no, non ancora, non ha spicciato parola da quella mattina, ma lo osserva come un falco, attento ad ogni sua mossa. Non è mai stato così concentrato, quasi in trance. ''Te l'avevo detto che gli bruciava il culo perché non gli davi attenzioni'' scuote piano la testa, Louis scatta senza volerlo:

''Be', Lottie, vaffanculo, perché fino a ieri quel bastardo era dalla parte di nostra madre e c'è una fottuta differenza tra il farmi un torto e creare uno scandalo mondiale tra me, il mio ragazzo e due degli Stati più importanti del fottuto Occidente.''

Lottie abbassa lo sguardo. ''Hai ragione. Scusami.''

Gli sembra un incubo, quel giorno. Il suo piccolo e sapientemente costruito girone dell'Inferno. Il primo ad avere la notizia era stato Liam, all'alba americana, quando a Londra era ancora notte, e aveva gettato tutti giù dal letto come un uragano. Anche se nel Regno Unito erano ancora le tre del mattino, era troppo tardi per fermare la notizia: tutti i giornali lo sapevano, e la notizia era già stata comprata, con gli screen delle mail, da tutti i giornali d'Europa. Quello che potevano fare era stringere i denti e aggrapparsi con le unghie a qualsiasi cosa. Da ore, ormai, sua madre è chiusa nello studio con Liam e il suo team, e non proviene una parola, da oltre quella porta; lui è con Lottie e Niall, e attendono, non sapendo cosa fare, telefoni e pc confiscati, tagliati dal mondo in una stanza dalle tende chiuse. Niall è in questo stato contemplativo, chissà a cosa cazzo pensa, ogni tanto mormora con le labbra, poi più nulla. Lottie sembra voler cercare qualcosa che calmi Louis, ma sta avendo pochi risultati, sospira nel vederlo andare avanti e indietro fin quasi a creare solchi nel pavimento, in come accende la televisione, la spegne, lancia cuscini, impreca al muro, si sprimaccia i capelli. Louis, dall'altra parte, ha una serie di urgenze che sa sono impossibili da soddisfare, ma che gli fanno formicolare le mani: vorrebbe inchiodare Aaron al muro e riempirlo di pugni, avere davanti a lui un faldone appena sfornato che provi incontrovertibilmente che dietro quella disgustosa indagine giornalistica c'è Richards, che ha pagato qualcuno per scavare nel loro privato in maniera quasi animalesca, ma soprattutto, più di qualsiasi altra cosa al mondo, vorrebbe parlare con Harry, che è la primissima cosa che gli hanno vietato di fare da quando tutta quella storia orribile è iniziata.

E' l'unica cosa a cui riesce lucidamente a pensare. Harry ha passato tutta la sua vita, ha sacrificato tutta la sua vita, per tenere insieme un ecosistema fragilissimo, tutto questo mentre processava che suo padre era morto e che era la cosa più ingiusta dell'universo, mentre sanguinava sulle decisioni degli altri pur di assecondarle, mentre portava passivamente avanti una vita confezionata in una stanza a Buckingham Palace, non potendo vivere come un ragazzo normale pur di consumarsi per un'istituzione che l'avrebbe visto vivere e morire, ed era stato zitto, resiliente, stava fieramente in piedi, ma poi il primo coglione arriva e manda tutto all'aria per delle stupide elezioni, senza probabilmente nemmeno pensare al danno emotivo che stava arrecando. Louis si sentiva spossato ed era in quella merda da appena un anno, ma come stava reagendo Harry, che aveva visto gli sforzi di una vita andare in frantumi nel giro dell'ennesima notte insonne? Ogni ipotesi che la sua testa frullante processava lo disgustava sempre di più, fino a renderlo esausto. Come avrebbe potuto sistemare le cose? Sa di non avere un piano, o una soluzione; ha sempre saputo che prima o poi non avrebbe avuto una soluzione a un problema. Odia che, piuttosto che qualsiasi altra cosa al mondo, sia successo per lui ed Harry.

Red, White & Royal Blue ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora