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Daily World, Notiziario della Rete del 22 Dicembre 2089, per gentile concessione degli Archivi Storici Internazionali

Forse è la Terra che chiede un tributo.
Forse è un'umanità che ha capito troppo tardi.
Forse, forse, forse.
Sto tentando di rispondere alle domande che vorreste farci, vi farete, vi state già facendo.
Immagino sappiate che agli attuali livelli di consumo - che, vi ricordo, non sono neppure la metà di ottant'anni fa - non è possibile che la razza umana sopravviva per più di altri settanta anni. Pur avendo fatto i conti con generosi margini di errore questa è la stima ottimistica.
E i conti andavano fatti.
Siamo giunti già da molto tempo al culmine della nostra parabola.
Ora stiamo discendendo rapidamente.
Senza ciò che faremo, che abbiamo fatto, nessuno di noi... di voi... andrebbe avanti.
E questo sarebbe il reale delitto.
Questo sarebbe il più enorme affronto all'umanità intera, alla sua gloriosa storia, al tenero coraggio di questa scimmia che ha preteso di scendere dagli alberi e darsi una ripulita.
Non deve finire qui.
Abbiamo sbagliato.
Vogliamo rimediare, a modo nostro... da vecchi ottusi scorbutici, se volete. Ma mi piace pensare che siamo assolutamente lucidi e consapevoli, ognuno con la propria fede, se ce l'ha, ognuno con le proprie convinzioni e la propria morale, ma tutti, fino all'ultimo, convinti e consapevoli del gesto che stiamo per compiere... che per voi è già compiuto. Scusate, ma quello che per voi è una realtà nuda e cruda per me, mentre parlo, è ancora nel futuro. Il vostro futuro.

Un'ultima cosa.
Lo ripeto: abbiamo deciso per voi.
Ancora una volta nella vita. Comunque, l'ultima.
Vi assicuro che a molti dispiace. Molti fra noi volevano consultarvi, volevano quantomeno dirvelo. Non escludo che qualcuno lo abbia fatto.
Ma se aveste saputo avreste tentato di fermarci, come ho detto. Non negatelo.
Perché ci volete bene. Perché non avete la nostra visione, forse. Perché preferireste tentare fino all'ultimo altre, improbabili soluzioni, soltanto per tenerci accanto. Ci prendiamo la responsabilità di questo ultimo atto.
Non è presunzione. Non è hubris. Forse, se non voi, i vostri nipoti capiranno.
Ma speriamo capiate voi.
Vi lascio, con queste parole, il nostro dono.
È il più grande che potevamo.
Nessuno può di più, in effetti.
Usatelo.
Vi preghiamo.

Mia moglie mi guarda dalla porta.
Sa che ho quasi finito e sa cosa farò una volta che avrò detto l'ultima parola al mio minipad.
C'è un bicchiere qui, alla mia sinistra.
Una volta bevuto, scivolerò nel sonno e non mi sveglierò più. Il mio cuore si fermerà dopo meno di mezz'ora dall'ingestione del veleno. Questo bloccherà il sangue lì dove si trova. Il cervello non riceverà più ossigeno e smetterà di inviare impulsi nervosi agli altri organi del mio corpo, come i polmoni, che cesseranno immediatamente di funzionare, ma a quel punto sarò già morto.
Prima però devo dare un bacio a Sandra.
La vedo che si morde le labbra.
Non posso retrocedere. Perdonami, cara.
L'idea è stata mia. So che è indispensabile.

Consegniamo tutto a Voi.
Evitate gli errori dei padri.
Agite, lì dove Dio non arriva.
Lì dove vi accorgete di stare distruggendo, costruite.
Dove ferite, curate.
Non vi abbiamo insegnato molto di buono se non, forse, questo.
Non siate mai costretti a fare quello che stiamo facendo noi.
Spero che proviate terrore, spero che tutto questo vi spaventi abbastanza da radicare in ognuno di voi la determinazione di non vederlo ripetersi.

Spero che Dio sia con noi.
Che ci guardi.
Che ci raccolga e ci innalzi.
Buona fortuna, a tutti voi.

Guadalajara, Distretto 6020 di Città del Messico, 21 dicembre 2089

Ultimo giorno della vecchia era

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