Parte 2, Capitolo 12 - Fidati

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[POV: Simone]
Simone si era dato appuntamento con Mimmo vicino scuola. E quando arrivò, Mimmo era già lì. Se ne stava seduto su una panchina, con le mani in mano a guardare il vuoto. Gli sembrava perso nei suoi pensieri, un po' agitato. E rivedendolo, Simone sentì il cuore battergli forte. Quando lo salutò, Mimmo si alzò di scatto abbandonando tutto ciò che lo tormentava nella testa.

"Mimmo, cosa mi dovevi dire?"
"Senti Simò, ti chiedo scusa. Per quello che è successo. Scusami davvero. Però ci ho pensato e... è meglio ca me ne sto per i fatti miei. Porto solo guai e non ti voglio incasinare la vita."
"Mimmo, non c'era bisogno che ti scusassi. Tu non c'entri niente, non volevi farmi male apposta. Mi hai difeso. E se non era per te, quella testa di cazzo mi massacrava. Ti devo ringraziare."
"Forse a te non ho fatto male apposta. Ma gli volevo spaccare la testa a quella merda, lo sai? E siccome ho agito senza pensare, ho messo in pericolo pure te."
"Oh, basta con questi sensi di colpa! Chi sei Edipo?"
Mimmo aggrottò la fronte e inclinò la testa. "Chi è Epido?"
"Edipo! Vabbè lascia stare, me so capito da solo..."

"Simò, Manuel tiene ragione." gli disse con lo sguardo basso.
Simone si irrigidì. Era un po' confuso. «Che cazzo ha fatto Manuel stavolta?» si chiedeva dentro di sé mentre continuava a guardare Mimmo sconvolto. Ma aveva paura a scoprirlo. «E se fosse tutto rovinato per sempre?».
Dopo qualche secondo fu pronto a sapere "Che c'entra Manuel?"
"È venuto a parlarmi qualche giorno fa. Ma pecché, non te l'ha detto?"
"No, non mi ha detto niente." sospirò guardando da un'altra parte. "Insomma, che voleva da te?"
"Dice ca ti devo lasciare in pace, perché ti metto nei casini."
"Guarda Manuel non ha mai ragione a prescindere. E poi a me non interessa di quello che dice lui e non dovrebbe interessare nemmeno a te. Questa cosa riguarda solo noi due."
"Simò lo so, però dice il vero. Uno come te con uno come me..." Mimmo scrollò le spalle e proseguì "È meglio che mi stai lontano, fidati."

Simone lo guardava dritto negli occhi, con il cuore in gola. Se Mimmo voleva davvero porre fine alla loro amicizia quella poteva essere l'ultima occasione che aveva per confessare quello che provava, anche se non riusciva a esprimersi. Esitò, ma alla fine si decise "Ma io non voglio stare lontano da te."

Mimmo esitò un po' poi con un filo di voce gli chiese "Perché? Ca ci fai con me?"
"Lo so io il perchè."
"Simò non ho capito."
"Non c'è niente da capì infatti, ho detto una cazzata." disse pentendosi immediatamente delle sue parole. Poi si passò in fretta la mano sul viso per coprire una lacrima che stava iniziando a scendere. Prese le sue cose e se ne andò via.
Si era esposto troppo con Mimmo e la paura iniziò a prevalere. «Stupido, sono proprio uno stupido» continuava a ripetersi durante il tragitto.

Tornato a casa, trovò Manuel che lo aspettava sul divano, mentre intratteneva una conversazione con Virginia.
"Oh, Simone caro sei tornato!"
"Ciao nonna." la salutò dandole un bacio sulla guancia e poi voltandosi verso Manuel chiese scocciato "Che ci fai te qui?"
"Ciao pure a te eh."
"L'ho fatto entrare io, ha detto che dovevate vedervi oggi pomeriggio. Perché, non è così?
"Sisi, hai fatto bene grazie nonna. Puoi lasciarci soli?"
Virginia annuì e andò fuori in giardino.

"Che ci fai qui?"
"Ma te sei scordato? Dovevamo vede un film assieme, stamo a fa la stessa cosa da giorni ormai."
"Si, ma non ho voglia di vederti ora. Vattene via." e nel dirlo afferrò la maniglia della porta per aprirgliela, ma fu fermato da Manuel che lo prese per un braccio e lo fece voltare.
"Oh ma se può sape che c'hai? Che t'ha preso?"
"Che c'è, Manuel? C'è che..." Simone avrebbe potuto inventarsi una scusa, ma era esausto e dovette cedere e confessare tutto al suo amico "...c'è che hai rovinato tutto! Mimmo mi piace davvero ma ora a causa tua mi sta evitando, non mi vuole più vedere, nemmeno come amico." e sprofondò a terra in lacrime. Se ne stava accovacciato sulla porta, con la testa tra le ginocchia. Cercava di smettere di piangere e di asciugarsi il volto, ma era un fiume in piena.
Manuel si avvicinò a lui, si inginocchiò e in silenzio lo abbracciò. Poi con un filo di voce gli disse "Scusami, Simò. Davvero non volevo... Pensavo di proteggerti da tutto questo, invece ho combinato un casino e ti ho ferito. Di nuovo."
Simone alzò la testa e la inclinò leggermente.
"Vabbè, è inutile che cerco altre giustificazioni." e alzò gli occhi al cielo sospirando "A volte so un amico de merda. Forse anche sempre. Questo è."
"Si, lo sei." disse Simone sorridendogli. Manuel gli diede una gomitata e si staccò da lui rimanendo seduto a terra.

"Scusami, non pensavo che ti piacesse così tanto. Credevo fosse una cosa di poco conto, passeggera. Per questo ci scherzavo su. 'Na cosa tipo «mi piace ma so che non può funzionare». Tipo la tua cotta per Paul Mescal." spiegò gesticolando.
Simone si voltò di scatto con gli occhi spalancati. Tirò su col naso e gli chiese "Scusa, come fai a sapere di Paul Mescal? Non te ne ho mai parlato."
"Eh l'ho capito, Simò. Non so scemo. So che a volte lo sembro e credi che lo sia, ma non lo sono."
"Non dirmi che è per questo motivo che negli ultimi giorni hai deciso di farmi guardare solo i suoi film?" gli chiese curioso sorridendo e guardandolo con la coda dell'occhio.
"Può darsi che cercassi di tirarti su di morale in qualche modo. Ma mo non la fa diventa 'na cosa de Stato." gli rispose Manuel roteando gli occhi.

Simone gli sorrise, poi poggiò il mento sulla ginocchia che teneva strette tra le braccia e dopo qualche minuto si rifece serio. "Comunque non è colpa tua. Per Mimmo, intendo." si girò per guardarlo "È che anch'io all'inizio pensavo che sarei stato in grado di superarla. Invece non è così e più il tempo passa più i miei sentimenti si fanno reali e... non credo che lui provi lo stesso. Mi considera solo un amico." concluse singhiozzando, poi con una mano si asciugò una guancia, gli occhi di nuovo lucidi. "Forse avete ragione entrambi. Meno ci vediamo e meglio è. Alla fine sarò l'unico a rimanere ferito se non dovesse funzionare. Lontano dagli occhi lontano dal cuore, giusto?"
Manuel gli diede una pacca sulla spalla e gli sorrise un po' avvilito.
Pensò che poteva pure essere davvero un amico di merda e che aveva davvero fatto una cazzata. Ma in quel momento non voleva lasciarlo solo. E rimase con lui a consolarlo.

Il cuore di Simone si era trasformato in un macigno opprimente che gli impediva di respirare. Si rese conto che conosceva Mimmo da poco meno di un paio di mesi, eppure a stare senza di lui già gli mancava l'aria.
Ma cercava di convincersi che dimenticandolo sarebbe stato meglio.

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