"Dopo l'orgasmo viene fame" disse Alessia dopo aver goduto ripetutamente insieme a Marta, sotto gli occhi un po' assenti di Pietro, comunque abbastanza sveglio da avere la forza di osservare tutto.
Le due Donne, dopo essersi rifocillate, mangiando qualcosa di veloce trovato nel frigorifero, tornarono da Pietro e senza dire nulla lo slegarono totalmente, lasciandolo disteso sul pavimento, nudo come un verme. L'uomo iniziò a strisciare lentamente senza una meta. Non aveva la forza di alzarsi e non sapeva a cosa sarebbe ancora andato incontro.
A un certo punto le due Donne, senza nemmeno parlarsi ma scambiandosi solo un cenno di intesa, iniziarono a sferrare ripetuti calci sul corpo di Pietro, con violenza inaudita, iniziando un vero e proprio pestaggio gratuito condito da insulti che diventavano via via più pesanti man mano che le urla dell'uomo crescevano.
"BASTAAAAAA VI PREGOOOO"
"Incassa come un uomo, pezzo di merda, dai, facci vedere di cosa sei capace"
I colpi si susseguivano e Pietro cercava di coprire con le braccia i punti dove questi facevano più male commettendo l'errore, dopo un colpo ricevuto sul costato, di coprirsi il petto lasciando libere le palle senza serrare le gambe. Si ritrovava a pancia insù, con le gambe leggermente piegate e aperte. Fu a quel punto che Marta, ormai in preda a una furia vendicativa cieca scagliò una pedata sui genitali dell'uomo. Le palle si divisero sotto il suo piede, andando una a sinistra e una a destra e il suo cazzo fu preso perfettamente in mezzo, schiacciato dalla foga della Donna.
"Ti spappolo i coglioni maritino, cosi vediamo come fai ad andare a puttane poi"
L'uomo era ormai ridotto ad un insieme di lividi rossi e blu, non aveva più la forza di respirare e alternava momenti di rabbia a momenti di pura sottomissione, chiedendo pietà. Ad un certo punto i discorsi delle due Donne lo fecero rabbrividire.
"E' arrivato il momento di decidere come farla finita" disse Marta.
"Dobbiamo castrarlo o no? E se lo facciamo dopo che succederà?" aggiunse.
" Che vuol dire SE, io stavo solo pensando al COME" e risero insieme, ma Marta era pensierosa, preoccupata per le conseguenze.
"Diamogli una possibilità, se nonostante sia ridotto come un verme riesce a soddisfarci potrà avere salve le palle, in fondo è uno stallone no?"
Lo misero in piedi a stento, mani ben legate dietro la schiena, divaricatore alle gambe e un guinzaglio al collo legato al tavolo, che non gli impediva i movimenti ma non gli permetteva di scappare. Le due Donne iniziarono a leccargli il cazzo per farlo eccitare.
"Adesso sei il nostro SCHIAVO, soddisfacci e avrai salve le palle, se ci deludi sai quale sarà la tua fine" disse Alessia poggiando sul tavolo un grosso coltellaccio da cucina.
Subito dopo Marta si avvicinò al suo ex marito e si mise a 90 gradi, prese il cazzo in mano e lo infilò in mezzo alle sue gambe avvolgendolo delicatamente. Pietro cominciò a muoversi con passione, sapendo che si stava giocando tutto in qual momento. Chiamò a raccolta tutte le sue forze e iniziò a muoversi dentro di lei. Era bravo a scopare, aveva fatto esperienza con le sue amanti, e ora sperava che quei tradimenti potessero essergli d'aiuto, facendo godere la sua ex moglie al punto da salvarsi le palle.
Riuscì a portare la Donna all'orgasmo in poco tempo, ma subito dopo dovette ripetersi con Alessia. Lo scoparono ripetutamente per oltre due ore, l'uomo resistette e riuscì a soddisfarle più volte entrambe. Quando si furono stancate lo lasciarono li, ancora appeso, esausto, e andarono via per un periodo di tempo che a lui sembrò infinito.
Quando tornarono capì. E' FINITA.
Le due donne parlottavano tenendo in mano due grossi coltellacci da cucina e discutevano di un "Piano". Era il piano per la sua fine.
"Hai davvero creduto che ti avremmo salvato? Dai su, non potevamo salvarti solo per averci fatto godere un po', è proprio quello il motivo per cui ti taglieremo le palle, aver fatto godere troppe Donne."
Alessia, dicendo quelle parole, slegò le mani dell'uomo che con l'ultimo briciolo di forza provò a divincolarsi e scappare. Marta lo afferrò facendolo cadere a terra e gli si buttò addosso in una breve colluttazione. Alessia lo prese della gambe, sollevandole un po', lasciando l'uomo poggiato al pavimento solo con le braccia e a pancia in giù, con gli attributi penzolanti e SBAAAM.
Una serie di calci nelle palle in quella posizione e Pietro che ad ogni colpo avanzava di qualche centimetro, dando vita a una scena totalmente ridicola. I calci questa volta erano senza controllo, il tentativo di fuga non sarebbe stato perdonato. Le palle dell'uomo erano al limite, erano sul punto di scoppiare sotto la pressione furiosa del piede della Donna.
Marta intervenne e la fermò: "Basta, non demolirgliele, le voglio tagliare io"
Alessia si fermò e lasciò il corpo ormai esanime del ragazzo a terra, svenuto.
Quando si risvegliò Pietro si ritrovò legato a croce a terra, in una specie di giardino di quella casa isolata ed enorme, fissato a terra da quattro possenti paletti, totalmente nudo, con le palle sanguinanti e doloranti.
Le due Donne gli giravano intorno, come avvoltoi su una preda morente.
Marta stava assaporando quel momento, godeva quasi fisicamente di quella posizione di supremazia che aveva.
"E' ora" disse.
Si inginocchiò in mezzo alle gambe spalancate di Pietro, brandendo un grosso coltello affilato, Marta nel frattempo saltellava eccitata da quello che stava per vedere, leggermente invidiosa da non poter essere lei a castrare quell'essere inferiore. Poi gli prese la testa e la alzò verso il suo bacino, per costringerlo ad assistere a quello che stava per succedere.
Marta si fece coraggio. Ripensò agli insulti subiti, agli abusi anche fisici che a volte era stata costretta a sopportare nella sua vita coniugale, afferrò con la mano le palle del suo ex marito, ormai ridotte a un ammasso tumefatto, separandole dal cazzo e dal pube. Un sospiro profondo e ZAC. Le palle volarono via per sempre.
Pietro era stato evirato. Pietro non era più uomo.
L'uomo lanciò un urlo lancinante prima di svenire. Alessia, esperto medico, corse subito ad applicare una medicazione e dei punti. Avrebbero deciso dopo poi cosa fare di lui, di certo lasciarlo libero sarebbe stato un rischio, probabilmente sarebbe diventato il loro eunuco segreto, nascosto per sempre in quella villa di periferia, dedito a servirle e riverirle mentre per la società sarebbe stato dichiarato sparito nel nulla.
Marta e Alessia guardarono soddisfatte le palle dell'uomo, ormai per terra, staccate per sempre da quel corpo inerme.
"Che ne facciamo?" disse Marta.
Alessia prese un barattolo di vetro con una soluzione salina per conservarle, poi lo mise in una scatola e scrisse delle parole su di un foglio.
"All'Associazione Vittime di Molestie e Violenze Domestiche. Gentili amiche, ricordate che qualunque cosa accada Noi Donne possiamo reagire a tutto. Noi Donne possiamo avere il potere di cambiare le cose. Non abbassate la testa mai e se necessario castrate, castrate e castrate. W le Donne."
Risero, si diedero una rinfrescata e si cambiarono in fretta per uscire a portare il pacco al punto di spedizione. Dopo aver fatto le aspettava un'aperitivo al bar dove tutto era cominciato.
Entrarono e come se nulla fosse successo guardarono il barman e dissero in coro:
"Il solito, grazie"
FINE.
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Tradimenti e vendetta. Un taglio netto al passato. FINITA-DA REVISIONARE
NouvellesLa vendetta di una Donna tradita che si domanda se sia legittimo vendicarsi del maschilismo con la castrazione. Per Marta, ferita nel profondo dall'ex marito e Alessia, la sua amica, la risposta è SI.