One.

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Oggi è il giorno tanto atteso da i miei genitori quanto temuto dalla sottoscritta.
In teoria dovrei essere felice ho 18 anni ora sono maggiorenne, sinceramente non avrei mai pensato di passare la mia maturità rinchiusa in un ospedale psichiatrico.
Vi starete chiedendo già da un po' qual'è il mio problema?
Non lo so, so solo che tutto è iniziato con la morte di mio fratello Harry morì in un incidente stradale avevo 6 anni e lui 14. Era tutto per me, il mio eroe, il mio punto di riferimento. Lui c'era quando mio padre tornava a casa e picchiava mia madre. Lui c'era quando mia madre tornava a casa ubriaca. Lui c'era e c'è tutt'ora, mi sta sempre vicino io lo sento. Non prendetemi come una pazza. Da quel giorno iniziai a non mangiare più il fatto era che appena sentivo l'odore vomitavo solo a 14 anni capii di essere bulimica ma non era solo quello il problema diventai pazza completamente sentivo le voci nella mia testa e le sento anche ora però di meno grazie alle pasticche.
"Amanda Sally Nelson, vieni immediatamente qui" ed ecco mia madre con tutta la sua dolcezza, come so che è arrabbiata? Semplice mi chiama con il nome intero cosa che odio.
"Dimmi" le chiedo disinteressata. Non la sopporto quando fa così.
"Prepara le valigie e vatti a vestire che siamo in ritardo" urla come una pazza e per non sentire altro corro in camera, chiudo la valigia fatta la sera prima, ma essendo piena di cose per chiuderla devo fare acrobazie. Dopo questa impresa impossibile vado in bagno e mi faccio una doccia veloce, esco e mi avvolgo nel asciugamano. Indosso l'intimo e mi asciugo i capelli. Per vestirmi opto per dei calzoncini jeans a vita alta e una maglietta corta che arriva sopra l'ombelico e naturalmente le mie amate Vans nere. Mi trucco leggera per essere un minimo presentabile. Prendo il resto e guardo per l'ultima volta la mia camera consapevole che non ci ritornerò presto.
"Amanda corri c'è Nathalie" sento la voce di mio padre urlare dal piano di sotto. Scendo veloce le scale cercando invano di non cadere e infatti mi ritrovo con la faccia a terra.
"Oddio Am stai bene?" Mi chiede Nat preoccupata, mentre i miei se la ridono.
"Si grazie Nat tu si che ti preoccupi per me " dico in modo duro guardando i miei.
Smettono di ridere e mi guardano seri.
"Allora si va" dice mio padre rompendo quel silenzio piacevole perché si odiavo sentire le loro voci.
Salimmo in macchina. Naturalmente il giorno prima ero andata a salutare nonna Gemma e avevo rimediato anche due,tre libri di psicologia che mi sarei letta in quel posto oscuro. Mi aveva promesso anche che un giorno a settimana attraverso Nathalie me ne avrebbe portati altri perché sapeva che ero una persona che "divorava" i libri.
Dopo mezz'ora di viaggio ci fermiamo davanti ad un edificio malandato, era inquietante molto inquietante. Entrammo dentro l'edificio ed era orribile c'erano stanze che a parere mio sembravano più celle, le pareti dei corridoi erano coperti di scritte maniacali e le luci che illuminavano i corridoi era quasi scariche. Nat stava tremando , so come é fatta si vede 10000 film horror poi al primo rumore si caga sotto.
Un signore basso e grassotello pelato e con la barba bianca si avvicina a noi.
"Sei la nuova ragazza ?" Chiese consultando una cartella clinica.
"Si sono io" dissi cercano di sembrare il
meno spaventata possibile.
"La tua camera è la 322" mi comunicò dandomi in mano le chiavi.
I miei seguirono il signore nell'ufficio mentre Nat e io ci incamminammo verso la mia nuova "camera".
Infilai la chiave nella serratura e aprii la porta nella camera c'era due letti, una piccola finestra serrata e una piccola scrivania malandata.
"Che bel posto!" Esclamo scoppiando a piangere avevo paura tanta paura. Nat mi abbraccio cercando di calmarmi e ci riuscii.
"Dai Amore ce la farai come ce l'hai sempre fatta supererai anche questa" mi consolo Nathalie.
Mentre ero ancora avvolta nelle braccia di Nat si aprii al porta dietro di noi, mi staccai dall'abbraccio e mi trovai un ragazzo alto con i capelli verdi.
"Sei la nuova ragazza?" Mi chiese capelli verdi.
"Si, mi chiamo Amanda, Amanda Nelson"
"Piacere sono Michael, Michael Clifford e da oggi saremo compagni di stanza"
Mi sollevò questa notizia ho avuto sempre un migliore rapporto con i maschi anzi che con le femmine e questo Clifford mi stava già simpatico.
Nathalie ormai era andata erano già passati 10 minuti. Dopo un po' decisi di rompere il ghiaccio per fare amicizia con capelli verdi.
"Ei Clifford da quanto stai qua?"
"Sto qua da due anni ormai ma si sopravvive dai."
"Tu invece come mai stai qua ?" Mi chiese L'unicorno colorato.
"Non lo so, sto sotto osservazione devono ancora capire cosa ho." Spiegai.
"la stessa cosa Luke" chi era Luke?
"Chi è Luke?" Diedi voce a i miei pensieri.
"Te lo farò conoscere ma ti prego stagli lontana" non mi può dire così Clifford sono una persona troppo curiosa, ma certe volte la curiosità porta qualcosa di buono no?. All'unicorno colorato annuii anche se poco convinta.
Dopo questa breve chiacchierata decisi di leggere il mio libro sulla psicologia . Mi sistemai sul mio letto e mi immersi nella lettura. Non mi accorsi che Michael non c'era più, lo cercai con lo sguardo per la stanza ma nessuna traccia.
Mi rimisi a leggere fino a quando un infermiera fece irruzione nella camera dicendomi in un modo non molto carino che era pronta la cena e dovevo andare a mensa. Mi sistemai e uscii di corsa dalla camera vidi delle indicazioni e grazie a quelle riuscii ad orientarmi per arrivare fino a mensa. Aprii la porta che cigolò facendo un rumore assordante e tutta la mensa si giro verso di me, essendo una ragazza molto fine gli feci il dito medio. Vidi l'unicorno colorato che si sbracciava per farsi notare e appena posai il mio sguardo sul suo mi fece cenno di venire. Presi il vassoio con sopra una cosa considerata cibo e andai verso il tavolo di Michael con lui c'erano altri tre ragazzi, mi soffermai a guardarli erano tutti e tre da far perdere il fiato, uno aveva i tratti asiatici i capelli neri come la pece uguali a i miei , occhi dello steso colore. Il secondo aveva i capelli ricci castani retti da una bandana rossa e gli occhi color nocciola più tendenti al verde. L'ultimo era biondo con i capelli tirati all'insù, mi persi nei suoi occhi erano così azzurri che facevano invidia al mare e al cielo messi insieme però notai che quegli occhi erano privi di emozioni erano di ghiaccio, le sue labbra erano contornate da un anellino nero.
"Oi Am loro sono Calum, Ashton e luke." Ho tutta la sfiga del mondo chi doveva essere Luke? Ovviamente il biondino.
"Piacere Amanda" dissi a tutti e tre.
"Allora Amanda come mai stai qua?" Mi chiede Calum.
"Sto sotto osservazione perché non hanno ancora capito il mio problema e c'è l'ho da quando avevo 6 anni."
"Madonna!" Esclamarono i due. Luke rimase zitto per tutta la cena a fissarmi e la cosa era a dir poco inquietante. Dopo cena ritornammo nelle nostre camere e dopo nemmeno un minuto passarono le infermiere a chiudere le stanze a chiave in modo che la sera non potevamo andare in giro. Ma chi è che esce la sera in un posto del genere? Io di certo no.
Mi misi il pigiama e mi fiondai sul letto e mi misi sotto le coperte.
"Buonanotte Am"
"Buonanotte unicorno"
"Unicorono?" Mi chiese lui ridendo cosa che feci anche io era così contagiosa la sua risata.
"Si, ti piace?" Chiesi io ancora ridendo.
"Molto" e così mi addormentai cullata dalla sua risata.

Psychology {l.h}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora