Capitolo 2

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•quanto è difficile amare•

Narratore esterno's pov

Urla, urla di terrore, lo sterminio era vicino e tutti o quasi stavano impazzendo, Y/n invece a differenza degli altri stava al di fuori dell'Hotel, stranamente le mancava poco il paradiso, non si era ancora fatta beccare ringraziando che lei non abbia nulla riconducibile al regno alato con quel travestimento tranne il carattere. Quando si ha un carattere tanto acceso e dolce i demoni quasi sempre la prendono nel modo sbagliato. Y/n era solare e gentile, certi di loro si chiesero come fosse finita all'inferno, se solo potesse dirgli la verità avrebbero le idee molto più chiare e molta più voglia di renderla uno spiedino. I l/c (lunghezza capelli) capelli c/c (colore capelli) ben curati che si muovevano a quella brezza che odorava di zolfo di Inferno. Y/n si guardò attentamente in torno, in quel periodo aveva conosciuto tante persone che erano all'Hotel per redimersi, ma una persona la lasciò particolarmente colpita, una piccola scintilla risuonava in lei ma no, non poteva innamorarsi del primo che capitava, non avrebbe ripetuto lo stesso errore di qualche anno prima quando ancora la sua anima non era celata tra quelle spesse sbarre d'oro che confinava il paradiso dall'inferno.  Riteneva impossibile che Cupido aveva di nuovo attuato uno dei suoi scherzetti per niente ben accetti dalla giovane così decise di chiudersi dentro se stessa, affogando senza proferire parola nel mar dove un silenzio tombale regnava, dove le lacrime e le urla non si percepivano, sparendo dentro le sue acque. Nel mentre Y/n pensava queste cose sentì una figura alta e imponente avvicinarsi.

<<Magari non c'eravamo presentati prima, il mio nome è Alastor o anche il demone della radio>>

Disse lui con voce che secondo la fanciulla alle sue orecchie risuonava inquietante, onde sonore che assomigliavano più a quelle di una radio che ad un essere umano.

<<Puoi chiamarmi Y/n>>

Disse impassibile lei per nascondere tutto quel vulcano che aveva dentro, tante scintille che lei voleva mettere a bada ma per quanto impegno lei ci potesse mettere, quelle emozioni non erano domabili. Chiuse gli occhi e con netraulitá disse...

<<Tolgo il disturbo>>

Mise le mani sul suo ventre mentre camminava in modo abbastanza formale, aprì la porta della camera a lei assegnata per poi chiuderla immediatamente dietro di lei, scacciò un urlo liberatorio, il suo respiro era affannato, non riusciva a guardare niente che non fosse il pavimento con delle gocce di sudore che toccarono il suolo direttamente dalla sua fronte, una strana sensazione nauseante prese il possesso di lei, si accasciò a terra per poi rimanere in ginocchio, era da troppo tempo che non sentiva questa sensazione sulla sua pelle c/p (color pelle). Quei minuti che sembravano ore, quelle ore che sembravano eternità ad aspettare come un cane il proprio padrone alla stazione che non tornerà, la sua infanzia non ritornerà, la sua libertà non ritornerà... Si sente ancora rinchiusa in quelle sbarre, tremante dal freddo senza neanche una coperta, una coccola da qualcuno che le volesse davvero bene, che l'apprezzasse per chi era, ma perché il mondo deve essere cosi? Perché sempre alle persone che potevano fare del bene viene data la pena più dolorosa.. la sua ricompensa fu quella di andare nel mondo dei cieli ma non tutti meritano la grazia del giudizio divino. Per un attimo sconnesse la memoria dal cervello e si girò verso la porta che era aperta mostrando il demone della radio al quanto... Sorridente come al solito

<<Che cazzo ci fai qui!?>>

Disse la giovane

<<Riesco a percepire quando una persona è disturbata mia cara>>

Disse in sua difesa il demone color rosso fragola.

<<Per piacere vattene>>

Disse la più piccola visibilmente in crisi. Alastor cercò di controbattere ma la ragazza riprese parola.

Can my worst enemy be my salvation?~ Alastor x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora