-linea della vita-

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ricordo di Alex (Alex pov)

era una normalissima mattinata di ottobre, una di quelle dove il sole penetra dentro fino a scaldarti il midollo osseo ma c'è quell'arietta invernale che annuncia la stagione.
ero in metro, stavo tornando da un "giretto notturno", di solito lo faccio quando non riesco a prendere sonno e mi calma.
e poi anche perché di notte posso passeggiare senza essere interrotto ogni due per due dalle mie persone, non che mi dispiaccia perché sono il mio tutto, ma ogni tanto è bello tornare "alla normalità".
salii sulla metro che mi portava in centro, fortunatamente era mezza vuota e trovai tranquillamente posto.
sfortunatamente (o fortunatamente) fece tutte le fermate, per la noia attaccai la musica nelle orecchie e guardai fuori dal finestrino, alla fermata successiva notai una ragazza con lunghi capelli scuri, minuta e con un viso dolcissimo, aveva in dosso una classica felpa grigia col cappuccio, dei jeans bucati alle ginocchia, delle dottor martens ai piedi e portava uno zaino della North face nero, probabilmente andava in università, a quell'orario era plausibile.
salì sulla metro e caso vuole si sedette di fronte a me, la guardai e notai ogni suo piccolo gesto, dal mettersi le cuffiette al prendere dei fogli mezzi malandati, notai su essi delle scritture alcune evidenziate in azzurro, altre in giallo, altre ancora in verde, mi sforzai nel capirci qualcosa finché non lessi
"Kant e Marx"
stava studiando filosofia.
probabilmente era nel 5 anno delle superiori.
mi soffermai su un dettaglio, la schermata del cellulare, c'ero...io?
sorrisi, avevo una mia persona davanti e lei manco lo sapeva.
mi aveva catturato quella ragazza.
in ogni suo gesto, era così delicata anche nel girare pagina dei suoi appunti.
era la delicatezza in persona.
presi il mio quadernino e iniziai a scrivere tutto quello che provavo, tutto quello che stava succedendo.
continuavo a guardarla ogni tanto e improvvisamente buio.
solo le flebile luci della galleria le illuminarono un tratto di viso, per poi tornare alla luce esterna.

eravamo da soli in quel vagone.
sarebbe bello dirgli "ei ciao sono qui".
ma non voglio rovinare il momento.
forse perché se volevo scriverci una canzone era bello amarla in silenzio.
amarla? chi ha mai parlato di amore.

"Ci guardiamo di riflesso
Da un vetro sporco della metro e poi
Ci incrociamo con lo sguardo per spostarlo un secondo dopo"

sorrisi nel vedere il suo sguardo, non proferì parola solo un flebile ciao con la mano, ovviamente ricambiato.

"Tra qualche anno compreremo anche una bella casa
Va bene piccola ma basta che ci stiamo insieme
Mi chiederai che cosa voglio da mangiare a cena"

basta fantasticare Alex, è impossibile che tu e lei diventate un qualcosa.

"ciao Ale" disse prima di scendere dalla porta centrale del vagone, io ci rimasi male? avrei voluto dirle tante cose, avrei voluto dirle che il nostro incontro stava per diventare l'ultimo pezzo mancante del mio nuovo Album. avrei voluto dirle tutto in così poco tempo.

"E intanto arriva la fermata successiva
E stop
Se viaggiamo troppo con la testa
Il vagone lentamente accelera
Adesso non esiste niente tranne le
Luci della galleria ti illuminano il viso
Se poi si spengono sai che peccato
Non vederti più
Non immaginarsi tra quarant'anni con le rughe sopra il viso
E vorrei
Un vagone per noi due al lume di candela
Ma scendi alla fermata successiva
Non siamo sulla stessa linea della vita"

sul serio sto scrivendo una canzone in nemmeno 10 minuti?

"Se ci penso mi fa strano
Chissà se un giorno ci ritroveremo ancora
Nella direzione giusta
Senza perdersi mai in quella opposta
E stop
Io lo so che sto sognando troppo
Ma sognare tanto non ha un costo
E spero di trovarti qui con le
Luci della galleria ti illuminano il viso
Se poi si spengono sai che peccato
Non vederti più
Non immaginarsi tra quarant'anni con le rughe sopra il viso
E vorrei
Un vagone per noi due al lume di candela
Ma scendi alla fermata successiva
Non siamo sulla stessa linea della vita"

Perfettamente Imperfetti-Alex WyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora