L'oscurità che ci portiamo dentro

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Premessa



Ho iniziato a scrivere il giorno dopo aver visto tutti gli episodi e non so se è stato un bene, continuavo a pensare al finale e non ero in pace.
Io non sono nessuno ed è palese questo, sono solo una persona che ama tanto scrivere, e che spesso quando è molto triste cerca di trasformare il dolore in qualcosa di bello.

In questa prima parte troverete le scene di Carmine e Rosa dal primo episodio fino ad un certo punto dove aggiungerò una scena che speravo di trovare negli episodi ma che non c'è stata, perchè fatta vedere in un altro modo.
Quindi tutto il dolore di Rosa dallo sparo, alla perdita del padre, al voler allontanare Carmine pensando di non meritarlo, ad avvicinarsi a Cucciolo, al credere che Edoardo sia ancora la sua spalla e a scoprire una amara verità. 
Questa è solo una storia di fantasia di una fan con il cuore spezzato. 







-Ij agg sparat a papà, ma che figlj so Carmine?- Guardo le mie mani ricoperte del sangue di mio padre, non posso credere a quello che ho fatto, io dovevo sparare a me, non a lui.
Non potrò mai perdonarmi per questo.
-È stat n'incident...- Sussurra Carmine carezzando il mio braccio, ma io lo sposto e scuoto piano la testa.
-Ij nun me riconosc chiù...- Copro il viso e singhiozzo, le spalle tremano mentre nel corridoio sentiamo i passi e le voci dei dottori, Carmine si alza dalla sedia avvicinandosi alle vetrate, vede il corpo di mio padre disteso sopra il lettino, ha un braccio fasciato, sembra che dorma.
-Dottore...come sta?- Chiede Carmine cercando di capire le condizioni di salute di mio padre.
-Lei è un parente?-
-Sono il fidanzato della figlia- Risponde Carmine con sicurezza, guarda dietro di lui me che mi avvicino, le mani appoggiate ai vetri, gli occhi colmi di lacrime.
-Suo suocero è fortunato, non ha riportato gravi danni-
-Grazie-
Come una cantilena continuo a ripetere caggio fatt? Carmine appoggia la testa contro la mia lascia un bacio tra i miei capelli, per sussurrare al mio orecchio.
-Nun e fatt nient pccrè...nient-
È così difficile per me credere alle sue parole, mio padre non mi perdonerà mai per questo, lo so.
-Rosa, quand arriv o comandant amma ricer che è stat n'incident. Ij e patet ce simm scontrat e po è partut nu colp, e capit?-
Carmine vuole di nuovo prendersi la colpa per qualcosa che non ha fatto, io ho sparato a mio padre, io ne devo pagare le conseguenze.
-Rosa...- Prende il mio viso tra le mani. -Mi hai sentito?- Chiede piano guardandomi negli occhi, come si fa quando si parla con i bambini.
-È na bugia...-
In quello stesso momento arriva il comandante per sapere cosa è successo e riportarci all'ipm. Carmine mi copre con le sue spalle nascondendomi alla vista del comandante, racconta la sua versione dei fatti e spera che io me ne stia zitta, ma non posso.
-Nun è over nient comandà...l'agg fatt ij-
Lui mi guarda, Carmine prende la mia mano ma io la sfilo dalla sua presa.
-Agg sparat ij...song na figlj ca sparat o pat- Confesso al comandante con il fiato corto.
Il mio cuore è a pezzi, non sarò mai più la stessa ragazza che ero prima. Il comandante annuisce, ci osserva entrambi, poi lo seguiamo fuori dall'ospedale. 

In auto pulisco le mani con una salviettina umida, posso togliere il sangue che macchia la mia pelle, ma non posso cancellare quello che è successo alle Piscine Mirabilis, resterà impresso dentro di me per il resto dei miei giorni.
Carmine intreccia le nostre mani, il suo sguardo è triste, preoccupato cerca di confortarmi ma io adesso, non so nemmeno cosa fare.
Arriviamo all'ipm e subito sento Micciarella e gli altri accusare Carmine, con parole forti, minacce, accusandolo di aver sparato a mio padre...se solo sapessero la verità.
Ci guardiamo per qualche secondo prima che Maddalena mi riporti in cella e lui torni nella sua.
Nella doccia l'acqua scorre sopra la mia pelle bagnando i miei capelli, lavando via i residui di questa giornata. Le lacrime non smettono di scorrere, si mischiano all'acqua che esce dal soffione.
Quasi mi manca il respiro, appoggio le mani alle piastrelle cercando di calmarmi ma non ci riesco, fino a che due braccia mi avvolgono da dietro e io sussulto, sono sorpresa ma non troppo.
-...mi dispiace...-
Con un bacio sopra la fronte Kubra mi stringe in un abbraccio e io mi lascio andare contro il suo corpo.
Il petto mi duole ma sento il bisogno di rilasciare tutto quello che ho dentro di me, per non impazzire, per non scoppiare, per...
-Piangi Rosa...non può farti altro che bene-
Ascolto le parole di Kubra, stringo le sue mani tra le mie.
Papà perdonami, ij nun o vulev fa. 

La speranza è quel mare fuori [Happy Ending Piecurosa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora