"Stai fermo..." Borbottai, andando ad annodare la cintura del kimono di Felix. Il tessuto chiaro risaltava bene sulla pelle leggermente olivastra del demone, lo aveva scelto lui il giorno prima col sarto di corte, mentre io aiutavo Dae ad affrontare una crisi prematrimoniale. Una volta riuscito a fare il nodo, feci qualche passo indietro per poter osservare Felix nel suo intero e sorrisi appena.
"Come sto? Sembro uno scemo, ammettilo..." Mormorò in affanno, mentre cercava di guardarsi il più possibile dall'alto. Io scossi il capo, sentendo come un laccio chiudermi lo stomaco, intrappolare tutto al mio interno e rischiare di farmi esplodere. Mi girava la testa, stavo dando la colpa al caldo, all'aria afosa, all'ansia di vedere mio fratello sposarsi. Sentivo le guance infiammarsi come un pezzo di legno, sentivo le mani sudare come se mi stessi reggendo appeso a qualcosa da ore. Le ciocche superiori dei capelli di Felix erano legate in una piccola coda dietro la testa, con solo dei ciuffi che ricadevano davanti la fronte e il resto dei ciuffi inferiori sulla nuca che cadevano liberi. Erano morbidi solo a vedersi quei capelli, toccandoli per poterglieli legare con un filo di seta blu avevo scoperto fossero anche più delicati della seta stessa. Dei capelli corvini che mi ricordavano l'oscurità della notte, ma del resto brillavano su di lui. "Hyunjin?.." Mi richiamò alla realtà Felix stesso.
"Scusami... Cosa... Mi hai chiesto?" Stavamo mormorando ancora, ma non riuscivo a togliermi dalla testa l'immagine delle dita di Felix che mi sfioravano come l'altro giorno, quando mi aveva messo il fiore tra i capelli.
"Mi potresti aggiustare meglio il colletto, per favore?" Mi chiese sorridendo leggermente. Notai che, in realtà, sembrava essere perfetto così com'era, ma comunque mi avvicinai piano a lui e presi il tessuto tra le dita, provando a sistemarlo. Sentivo il tepore del suo respiro sulle mie dita, ero leggermente più alto di Felix, ma era quel poco che mi bastava per far sfiorare il suo naso con le mie labbra. I miei occhi erano puntati sui suoi che, però, erano rivolti verso il basso, verso le mie mani. Strinsi maggiormente il tessuto tra le mie dita e notai come Felix alzasse lo sguardo."Congratulazioni!" Io e Dongyul ci avvicinammo a nostro fratello e a quella che, ufficialmente, era diventata sua moglie.
"Non ti da fastidio essere il quarto in linea di successione, adesso?" Il sussurro di Felix arrivò dritto al mio orecchio come un pugnale deciso a uccidere. Mi voltai di scatto verso di lui, la mia espressione accigliata e pronta a giudicarlo per quella domanda che mi aveva appena fatto. "È incinta." Spiegò Felix, io ero ancora più confuso e forse era tutto molto visibile. "Cose da demoni." E mi diede una pacca sulla spalla, andando a congratularsi con mio fratello.
Haerin sostituì la presenza di Felix, correndo ad abbracciarmi e rimanendo attaccata al mio vestito con le mani. Il suo sguardo era sognante, riuscivo a percepire come emanasse le emozioni più positive anche grazie alla sua magia. "È un sogno! Quanto li invidio!" Esclamò, gli occhi che le brillavano sempre di più, le lasciai una dolce carezza sul viso e un bacio sulla fronte. Era la più piccola tra di noi, la sciamana Kwang l'aveva chiamata come Il fiore di primavera, pronta a combattere per l'amore; non avevo ancora compreso cosa significasse, ma ora che stava crescendo potevo intravedere della magia che io, Dae e Dongyul non riuscivamo a possedere, quella che non riuscivamo a controllare.
"Scommetto che stai pensando a Park Minho." La rimproverai, ovviamente non facendole pesare quella che era la sa cotta. "A proposito di Minho..." Il mio sguardo venne subito rapito dal mio amico che correva verso di noi, il viso visibilmente preoccupato, in mano il libro che avevamo posto sotto il nostro strettissimo controllo. Lasciai andare l'abbraccio con mia sorella e mi avvicinai (seguito da Haerin) a lui. Ci scordammo di saluti e onorificenze, era leggibile dall'espressione di Minho che quello che stava per dirmi aveva realmente molta più importanza.
"Puoi venire con me?" Mi chiese a bassa voce, aspettando che Haerin ci concedesse quel momento da soli. Mia sorella accennò un inchino a Minho per salutarlo, prima di sfuggire via alla nostra presenza; notai solamente un accenno di colore sulle sue guance solitamente pallide. A quel punto iniziai a seguire Minho verso la biblioteca; i nostri passi riecheggiavano nel silenzioso palazzo, erano tutti fuori per via della festa che aveva dato mio padre: non ci sperava più in questo matrimonio, fu così travolto dalla felicità che aveva regalato due giorni di festa a tutti i dipendenti della corte, servitù inclusa. Magnanimi, gli Hwang erano da sempre clementi verso i propri dipendenti, ma quando si trattava di feste e ricorrenze non avevano mai creato problema nel congedare per un breve periodo tutti quanti. Mentre camminavamo, un leggero brivido mi percorse interamente: Felix era lì con noi. Mi bloccai di colpo e sospirai.
"Felix, almeno sii meno palese!" Lo ripresi, beccandomi Minho che si accigliava; da dietro una colonna uscì Felix, sorridente come se fosse innocente."Dici che c'entra anche mia sorella?" Chiese Dongyul, dopo che era stato chiamato da Felix. Un altro verso era comparso su quel quaderno, ma più che una profezia sembrava un racconto mitologico.
Tre ragazzi e una ragazza, quattro fratelli che giocano con la magia. I loro nomi sono persi nel tempo, ma le loro gesta vengono ricordate come se fossero accadute nel nostro presente. La più piccola, ricca di amore, ha sacrificato la vita per il nostro mondo; il fratello maggiore, ricco di orgoglio, ha sacrificato la corona per la vita della specie umana.
Tre righe che mi avevano fatto salire il cuore in gola, fermare ogni singola palpitazione, sentivo i brividi e poi vidi. Vidi Haerin che piangeva, sul corpo di nostro fratello Dae, mentre un mostro dalle sembianze umane si avvicinava lentamente a lei. La figura esile di mia sorella si alzava in piedi, gli occhi pienamente azzurri, come mai le avevo visto quando praticava la magia, le mani ricche di flusso energetico pronto a scoppiare.
"Cosa ti ha mostrato?" Domandò Minho, osservando Felix con sguardo negativo. Aveva fatto quello che gli avevo mentalmente richiesto, aveva letto la mia anima e aveva esaudito la mia richiesta.
"Haerin si sacrificherà per noi... Dobbiamo informarla di tutto, questo potrebbe evitare che si immischi." Mormorai, preso ormai dall'agitazione.
"Oppure non bisogna dirle niente. Attendiamo ancora qualche giorno, se nulla si modificherà, allora significa che va avvisata." Suggerì Felix, osservandomi con quei suoi occhi profondi, che sapevi bene ti stessero leggendo nell'anima.L'indomani mattina avevo deciso di fare un giro per i boschi con Felix. Non sapevo cosa mi avesse realmente mosso a fidarmi talmente tanto di lui, fino ad arrivare a passeggiare in completa solitudine. Nella penombra creata dalle foglie degli alberi, si sentiva solo il suono dei nostri piedi che calpestavano l'erba. Il silenzio era assordante, la tensione l'avrei potuta tagliare col fodero della mia stessa spada, senza il bisogno di estrarla.
"Perché mi hai chiesto di uscire con te?"
"Perché non ci sono servi a corte." Era la realtà, non era una totale bugia. Dovevo aver mascherato a Felix quale fosse il mio reale desiderio, cosa bramassi realmente di più.
Inciampai in una radice e a salvarmi ci fu Felix. Un gesto eroico, certamente, ma che aveva appena aperto un vaso sigillato con la ceralacca: ero in panni non miei, abiti che non riconoscevo, una dimora differente ed estranea alla mia stanza. La luce che filtrava dalla finestra era anche differente, c'erano suoni a me ignoti, una musica strana e troppo composta, troppo elaborata. Il tavolo al quale ero seduto era fatto di legno, al mio fianco c'erano due sedie vuote, quella davanti a me era occupata da un altro ragazzo, biondo, dallo sguardo basso e rivolto a una strana scatola colorata che aveva tra le mani. Quando alzò il viso per parlarmi riconobbi il sorriso, riconobbi le leggere lentiggini sotto gli occhi, riconobbi quello che era il volto di Felix. Realizzai che non ero più nel nostro tempo, ma nel futuro. L'umanità si sarebbe salvata e io e Felix ci saremmo ancora incontrati.
Un respiro profondo e tornai alla realtà; la mano di Felix ancora stringeva il mio polso, il mio viso a un soffio dal suo e nuovamente quelle farfalle nello stomaco, nuovamente il respiro mozzato.
STAI LEGGENDO
The dark in the light [Hyunlix]
FanfictionHyunjin è il quarto in linea di successione per il trono della dinastia Hwang. Non ha mai dovuto preoccuparsi di ciò che gli accadeva nella vita, aveva sempre frequentato le donne più rispettabili del regno, facendole cadere ai propri piedi. Quello...