Era sempre stato il suo difetto più grande, quello di pensare. La percepiva più come una condanna, che come una peculiarità. Pensare, comportava a macinare e formare teorie ininterrottamente, che fossero pensieri buoni o pessimistici, soprattutto se si dava loro il potere di compromettere le proprie azioni.
Era capitato che l'istinto battesse in efficacia il pensiero, perché se si formulava quest'ultimo in maniera errata, il castello di carta si disfaceva a velocità record. D'altro canto, se si rivelava corretto, ci si sentiva come avere un buon intuito.
Era più facile una buona riuscita di pensiero se alla base c'erano delle regole. Le regole permettevano che le cose fossero uguali e indiscutibili per tutti, un po' come la matematica.
L'istinto però poteva essere determinante in certe occasioni. Controllarlo non era possibile, a differenza del pensiero; esso ti guida. Bisogna decidere se effettivamente seguirlo sia la scelta migliore.
Ci sguazzava spesso in queste occasioni. Dover decidere era qualcosa che si attuava ogni giorno, a ogni ora, a ogni minuto e a ogni secondo della sua vita. Un attimo prima percorreva una strada e quello dopo si girava a destra. L'unica cosa che gli comportava il cambio di idea era un nuovo obiettivo fissato all'ultimo: fare la spesa in mancanza di un ingrediente, andare a prendere una figlia all'asilo nido o una medicina perché si era ammalata, e così via. Era difficile per lui abituato a essere ordinario. Faceva sempre la stessa strada per andare al lavoro e la medesima per tornare; se c'erano dei lavori in corso, si scocciava a pensare a un'alternativa. Era strano, ma nella rogna di dover cambiare la routine, gli piaceva prevedere il traffico e come deviarlo, congratulandosi di quando arrivava nel tempo previsto o quando la soluzione ricercata si rivelava quella giusta.
Con le gravidanze e l'arrivo delle figlie si era ritrovato a dover combattere spesso con il cambio di rotta ed era difficile spezzare l'abitudine. Un giorno prima contava su se stesso, il giorno stesso alle necessità della compagna e quello seguente ad altri piccoli esseri viventi. In poco tempo si era riempito la vita di novità, rischi, cambiamenti.
Ci sono decisioni o degli avvenimenti che, prendendole e percorrendoli, possono condurre a delle vie di campagna governate da fitti banchi di nebbia, altri invece col cielo terso a illuminare il tragitto. Il problema era l'ostacolo che si manifestava in mezzo all'ultimo secondo, dovendo agire repentino.
Questo era ciò che la vita poneva ogni giorno: il dubbio.
E il dubbio lo aveva sempre divorato.
...
Le note di una canzone echeggiarono nell'abitacolo e osservare il tatuato rizzare la schiena ed ergersi dalla scranna, era motivo di preoccupazione. Dall'espressione inscenata dalla bionda, pareva essere perfettamente conscia di cosa stesse per succedere, infatti si portò un palmo sulle labbia per contenere una risata.
Quando mosse i primi passi, era da rimanere increduli, come se si stesse vivendo un sogno. Le movenze femminili indussero delle risa ai presenti, a patto Francesco che si sistemò gli occhiali sul naso per poter osservare la sceneggiata con criticità. Questo confermava il fenomeno da baraccone che sosteneva fosse.
Ad un tratto lo spaventò il rumore della sedia che venne spostata d'impeto accanto al tavolo, salendoci sopra. Un ulteriore passo e la suola era sul tavolo. Gli fece leggermente ribrezzo per via della tovaglia, non se ne era curato, ma ciò che lo urtava maggiormente era che pareva l'unico a rifletterci. Non era igienico, eppure lo lasciavano fare per puro spettacolo.
Non sapeva quanto ancora potesse reggere.
Iniziò a recitare le strofe con una tonalità più alta della norma maschile, imitando la cantante statunitense dal timbro singolare anche in gestualità. Ci metteva una passione ardente senza eguali, quella che solo i fan sfegatati posseggono, mettendoci tutto se stesso.
Rachele aveva la bocca spalancata talmente impressionata, esclamando fosse in alcuni momenti uguale al video ufficiale, guardato e riguardato sui programmi radiotelevisivi, ma non era la sola. Tutti non riuscivano a spiccicare parola, chi per un motivo, chi per un altro.
Cesco non voleva ammettere che in effetti era divertente, tutto per un orgoglio celato dall'invidia. Non era mai stato così tanto al centro dell'attenzione e addirittura riuscire a mantenerla con quell'entusiasmo. Persino Maso, che stava ancora grigliando nel freddo, si affacciò per mirare la buffonata.
And I wonder if you know
How it really feels,
To be left outside alone
When it's cold out here
Well maybe you should know
Just how it feels
To be left outside aloneSi schiaffeggiò persino una chiappa e la fidanzata starnazzò. Le lacrime agli occhi stavano solcando a fiotti le gote tra i presenti, e persino all'occhialuto scappò un riso.
Si rese conto che non riusciva a detestarlo come avrebbe voluto sebbene tanti atteggiamenti gli stessero sui nervi. Era impossibile negargli un sorriso.
...
A fine canzone quasi grondava di sudore; si era applicato troppo. Gli applausi erano più forti dal popolo maschile, a stonare un timpano fu il fischio malghero di Tommaso.
«La mia puttana preferita, stasera ti do il culo!» gli gridò.
Jacopo non poté che scoppiare a ridere, dilettandosi nel gioco con battute poco velate e assai esibizioniste. Il pudore non faceva contesto. Eppure, tutto ciò attirava un'allegria contagiosa.
Li squadrò uno a uno e non vide l'ombra di uno stato d'animo avverso. Si sentiva il solo a essere fuori luogo, abbandonato come una riga vedova in una pagina bianca. Voleva sorridere, provare quella felicità dal petto, una di quelle naturali e non apparenti. Si postulò perché fosse così scontroso in una giornata di festeggiamenti... d'un lampo, forse capì il motivo, ed era alla base di questa festa. Effettivamente, rimuginandoci sopra, metteva tristezza.
NOTE AUTOREBuondì ☀️
annuncio che siamo arrivati alla metà del romanzo, dunque capirete che si tratta di un libro veloce da leggere.Spero che vi stia piacendo e che anche Francesco vi stia mostrando una parte sconosciuta della compagnia!
Vi ritrovate anche voi nei suoi crucci mentali, aggrovigliando pensieri?
Buona lettura e al prossimo aggiornamento 😊.
Un abbraccio,
Niki
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Noi non ci facciamo compagnia ✔
Художественная прозаFirenze, Italia (IT) Voci nostalgiche, voci vogliose di compagnia. Un gruppo di amici decide di ritrovarsi dopo anni nel vecchio podere del "Senior", in mezzo ai campi di girasoli poco fuori Firenze. Il tempo ha diviso le loro strade, facendo trasco...