Martedì 6

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Tengo a precisare che sono stata obbligata a scrivere da Giulia (G, mi raccomando) perchè mi stressa.
Buona lettura.

OGGI SI VA IN GITA.

Avete capito gente, oggi super mega ultra gitone a Parma la City al museo della Musica.

Di cui nessuno sapeva l'esistenza, ma finché si va in gita nessuno si lamenta.

Dicevo, tutte e due le terze vanno in gita perchè altrimenti si fa del razzismo, e il razzismo non va bene.
Quindi, due pulmini minuscoli con i seggiolini delle elementari, zainetto con il portachiavi della paperella gialla in spalla e una fantastica banana per merenda, arrivo a scuola che sono appena più felice del solito.

Oh, capiamoci. Non sono felice perchè rivedo i miei compagni, o perchè mi piace andare a vedere clarinetti esposti in vetrina. Nonono.

Sono felice perchè oggi si salTANO ORE DI LEZIONE, E QUINDI IO AL POMERIGGIO NON APRIRÒ NEANCHE UN LIBRO.

Bene, arriviamo a scuola è subito i prof ci gesticolano come dei pazzi per farci salire sugli autobus bianchi (che con gli anni sono diventati grigi per il sudiciume), e allora noi da bravi ci avviciniamo.

Che poi, avviciniamo.

Diciamo più che ci catapultiamo, perchè come per i banchi accaparrarsi gli ultimi seggiolini è di vitale importanza.
Io ormai non corro neanche. Tanto lo so che mi mettono davanti con i professori.

Nel senso, cazzomene. Io ascolto sempre le canzoni di Sio quando sono in autobus, quindi essere in prima fila o nel deserto del Kalahari non cambia niente.

Mi sparo Tuta Gold di Mahmood a palla a mi infoglio nel seggiolino giallo, puntualmente sperando che per una volta potrò stare tranquilla.

Indovinate un po'?

A rompermi i coglioni e nientemeno che David.

Allora, su David si potrebbe aprire una completa pagina, ma visto che non voglio pensare a lui più del necessario vi attaccate e vi leggete questo.

David viene dalla Romania, e forse sarà per questo che gira sempre con la maglietta a maniche corte e i pantaloni blu della Trapstar (che tiene sempre. SEMPRE. Chissà da quand'è che non vedono un goccio di sapone...)

Ha la tendenza a essere stupido. Non simpatico, non divertente, solo stupido.
Quel tipo di persona che fa la battuta brutta, che ci starebbe anche, ma poi la fa ancora e ancora e dopo alla fine ti sta sullo stomaco.

Poi, durante l'ora di musica, suona Faccetta Nera. E pure male.

Il fatto è che non glielo chiede mai nessuno. Che nessuno lo caga.

Mi fa quasi compassione.

Dicevo, io sto bella tranquilla ad ascoltare la musica (CINQUE CELLULARI NELLA TUTA GOOOOOOLD) e arriva lui che si mette a gridare con tutta la cricca di maschi come un assatanato.

E allora io li guardo male, perchè in questi casi non posso dire nulla. Lancio occhiatacce a tutti e alzo il volume al massimo (BABY NON RICHIAMERÒ).

E niente, arriviamo al Museo dopo un'ora di deliri e cori da stadio contro il conducente (con l'omonima canzoncina patrimonio Mondiale dell'Umanità).

Da qui in poi è sempre la solita roba delle gite: guarda la vetrina, prendi appunti, fai le domande, ehi tu bimbo del cazzo non toccare la vetrina con le tue luride manacce, e alla fine si fa il giochino magico dove devi rispondere alla domanda di cui non sai la risposta.

Yuppi.

Il viaggio di ritorno è pressoché uguale: non succede una topominchia e lancio occhiatacce a tutti.
Torniamo a scuola che manca ancora mezz'ora.

Torniamo in classe che urliamo come deficienti perchè vogliamo andare fuori a tirarci i sassi, ma il prof ci guarda e dice che no ragazzi, non ci andiamo fuori, c'è freddo, non rompete le scatole che devo leggere questo importantissimo documento scolastico (la Gazzetta dello Sport).

E allora stiamo fermi sui banchi a fissare le farfalle. Che non ci sono.

Quando suona la campanella parte un'ondata di urla che mi fa sobbalzare sulla sedia.

Via, basta, fuori da 'sto postaccio, verso l'aria inquinata della Bassa Padana.

Insomma, tutto sommato, anche oggi una discreta giornata di merda.

Ciao.

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