Capitolo 3

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Ore 17.27 , l'aereo era partito con un leggero ritardo.

questa mattina la sveglia aveva suonato presto, e in corpo avevo poche ore di sonno.

Tenevo il volto appoggiato al finestrino, il sole pomeridiano filtrato dal finestrino riscaldava la mia pelle.

I motori si accesero e il paesaggio incominciò velocemente, le città affacciate sul mare erano meravigliose, non amavo tornare in facoltà dopo le vacanze estive.

Particolarmente quel giorno non avrei voluto tornare in università, nel laboratorio in cui lavorava la mia famiglia c'era stato un problema di cui io non ero stato del tutto messo al corrente; ma sapevo che molte persone, in parte miei conoscenti, avevano perso la vita per colpa di quel piccolo inconveniente.

Grazie al cielo i miei genitori non erano stati portati via dall'ala del triste mietitore, ma non stavano di certo bene e io mi sentivo solo uno stupido egoista a lasciarli da soli. Temevo che sarebbe potuto succedergli qualcosa.

L'ultimo messaggio ricevuto prima di inserire la modalità aereo é stata una foto di Stefano e degli altri che mi avvisavano di essere già arrivati a seguito di una chiamata:

<<Sei sicuro di riuscire a sopportare un viaggio?>> me lo immaginavo già li tutto preoccupato a stringere il telefono e non dare tregua a una malcapitata ciocca di capelli tinti di rosa.

<<tranquillo Ste', sono i miei genitori a sentirsi male, non io>> picchiettavo le dita sulla valigia aspettando l'apertura del gate per l'imbarco.

<<Mario>> mugugnai sentendo il mio nome <<intendevo psicologicamente>>.
<<tranquillo>>
<<ricordati che ti amo>> un leggero sorriso mi si formò in volto.
Poi l'aereo partí e io chiusi la chiamata dopo averlo salutato.

Ore 18.42, arrivo.

La testa mi scoppia e a stento mi reggo in piedi, non sono neanche le sette di sera ma l'unica cosa che desidero nonostante sia così presto é un letto.

Passo al ritiro bagagli aspettando di vedere la mia valigia passare per poi incontrare i miei amici e il mio ragazzo che mi aspettano agli arrivi.

Abbracci, parole dolci e ci infiliamo in macchina.

Sospiro vedendo il casino di valige e giubbotti nel portabagagli di Ettore.
Dio se sapesse che nei miei pensieri lo chiamo per nome si incazzerebbe.

Dentro il Van stiamo non stiamo neanche stretti, Anna, la fidanzata di Lyon, é seduta vicino a lui; io e Stefano dietro.

Una volta seduti in macchina proviamo a parlare di qualcosa, ma alla fine il discorso cade su quello.

Lyon è seduto al volante, esprimendo con convinzione la sua teoria sulla presunta esplosione nel laboratorio miei genitori.

<<Ragazzi, sono convinto che dietro a quell'esplosione ci sia qualcosa di più di un semplice incidente. I genitori di Mario non lavoravano in un laboratorio qualsiasi, c'era qualcosa di oscuro lì dentro.>>

Anna alza un sopracciglio scettica, mentre Stefano scuote la testa con disapprovazione. <<Ma Lyon, non possiamo saltare alle conclusioni così facilmente. Potrebbe essere stata semplicemente una fatalità, non c'è bisogno di creare teorie del complotto.>>

<<Sono d'accordo con Anna. Non possiamo lasciarci prendere dall'isteria. Dobbiamo aspettare i risultati delle indagini prima di trarre conclusioni affrettate.>>

Sto seduto sul sedile posteriore, osservando silenziosamente la discussione, con la mente divisa tra la preoccupazione e l'indecisione sul credere o meno alla teoria di Lyon.
Alla fine, pur non mostrando apertamente accordo.

<<Capisco le vostre preoccupazioni, ma ci sono troppe coincidenze strane in questa storia. Sono sicuro che se scaviamo più a fondo, troveremo la verità nascosta dietro quell'esplosione.>> Lyon gesticola e Anna gli intima di tenere le mani sul volante

<<Forse hai ragione, Lyon. Non so... non so cosa pensare ancora, ma inizio a considerare che potresti avere ragione.>> dico a bassa voce.

Anna e Stefano scambiano uno sguardo scettico.

Il moro suona il clacson <<Vedete, ragazzi? Non sono l'unico a pensarlo. Dobbiamo agire, non possiamo rimanere inermi mentre potrebbe esserci un pericolo in agguato.>>

<<Ettore, calmati>> capisco che inizia a stressarsi sentendo il suo nome <<Non possiamo andare avanti senza prove concrete. Dobbiamo essere razionali e seguire il protocollo rilasciato.>>

Stefano si smuove invadendo il mio spazio <<Esatto, Anna ha ragione. Non possiamo correre rischi irrazionali. Dobbiamo aspettare e fidarci delle autorità competenti per risolvere la situazione.>>

Annuisco lentamente, ancora turbato dall'idea che potrebbe esserci qualcosa di più dietro l'incidente hanno ragione, dobbiamo essere prudenti. Ma non possiamo ignorare completamente l'idea di Lyon. Forse dovremmo indagare discretamente da soli.

La discussione continua mentre la macchina procede lungo la strada, ognuno con le proprie opinioni e preoccupazioni riguardo.

La tensione nel veicolo cresce mentre discutono animatamente su come procedere. Lyon è determinato a scoprire la verità, convinto che dietro l'esplosione ci sia qualcosa di più sinistro di quanto sembri. Anna e Stefano cercano di temperare il suo zelo, preoccupati per le possibili conseguenze di un'indagine non autorizzata.

Io, nel frattempo, non posso fare a meno di sentirmi diviso tra la lealtà verso i suoi amici e la preoccupazione per i miei genitori. Vorrei credere che Lyon abbia ragione sul da farsi , ma temo anche le conseguenze di mettersi contro le autorità competenti.

Mentre la discussione continua, il paesaggio fuori dal finestrino sfreccia, riflettendo la turbolenza delle loro menti mentre cercano di trovare un terreno comune su come procedere. Alla fine, decidiamo di tenerci informati l'un l'altro sulle eventuali scoperte e di valutare la situazione più avanti, quando avranno più informazioni a disposizione.

Una volta arrivati ​​all'università, l'atmosfera nel veicolo si distende leggermente.

Scendiamo dalla macchina e ci dirigiamo verso il campus, con i pensieri ancora impegnati nella discussione precedente.

Ci scambiamo sguardi di comprensione e sostegno. Nonostante le divergenze di opinione sulla presunta esplosione nel laboratorio sappiamo di poter contare gli uni sugli altri per affrontare qualsiasi sfida possa presentarsi.

Lyon promette di continuare a monitorare, in maniera discreta, la situazione e di condividere qualsiasi nuova informazione con il resto del gruppo. Anna e Stefano, pur mantenendo la loro cautela, si impegnano a rimanere aperti alle possibilità e a sostenere i loro amici in ogni modo possibile.

Io, nel frattempo, mi senti sollevato nell'essere circondato da amici fidati mentre affronto le preoccupazioni degli ultimi tempi e l'incertezza riguardo all'incidente. Mi sento fortunato ad avere un gruppo così unito e solidale al suo fianco.

Con questo, ci separiamo per finire la lunga giornata, consapevoli che, indipendentemente da ciò che il futuro potrebbe portare, affronteremo insieme ogni sfida che incontreranno.

《☆parole: 1050☆》

Io E Te {intrusorio}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora