Cinque
Il bagno era silenzioso. Si sentiva solo un rumore, il mio pianto.
Le mie lacrime scorrevano sul mio viso come il sangue si versava sulle mie braccia e gambe, per arrivare a stendersi sul pavimento freddo.
" Cazzo... " Continuavo a ripetermi in testa.
Non riuscivo a pensare ad altro.
Nient'altro se non al mio corpo e Nea.
Volevo un po'di conforto, solo un po'.
Decisi di scrivergli.Mi rispose immediatamente.
" No, va tutto una merda. " avrei voluto rispondere, ma invece non risposi proprio.
Cercai di calmarmi un attimo prima che Nea arrivasse. Respiravo in modo più normale, mi asciugai le lacrime.
< Achi? Dove sei? >
Era arrivato.
< Qui. >
Lui si affrettò ad entrare nel primo bagno e si buttò a terra accanto a me.
< Che cazzo ti è successo... >
Non risposi.
Lui mi abbracciò.
Ricambiai.
Scoppiò a piangere e lo strinsi ancora più forte.
< Cosa ti è successo... Perché ti sei fatto questo... >
Non risposi, piansi e basta.
< Scusa, scusami... Non avrei dovuto, scusa... >
< Cos'è successo? >
Mi staccai dall'abbraccio e mi attaccai al muro.
< Niente... Solo che mi sono tornati in mente dei brutti ricordi... > Mentii.
Perché gli mentii?
< Achille, piccolo mio, la prossima volta che ti senti così chiamami. Immediatamente. Ti prego. >
Era così preoccupato.
< Va bene, ti chiamerò. >
Mi guardò con gli occhi lucidi e le guance bagnate da lacrime dolci.
< Grazie... >
Devo ammetterlo.
Mi si frantumò il cuore. Si ruppe in tanti piccolissimi pezzetti che si disintegrarono.
Il suo viso era ormai ricoperto di lacrime, gli occhi rossi si intravedevano dal suo volto nascosto sul mio petto. Gli stavo accarezzando i capelli, quando mi strinse in un abbraccio così stretto che quasi non respiravo più.
< Achille, sei sicuro che è successo solo quello? >
Mi congelai.
< Si, mi sono tornati in mente brutti ricordi, solo quello. >
< sicuro? >
< Si, Nea. >
Non mi credeva.
Cazzo.
Stavo iniziando ad accelerare il respiro, gli occhi di riempirono di lacrime, e non riuscivo più a controllare il mio corpo.
Nea mi guardò dubitante, e a quello sguardo, scoppiai.
Sembrava deluso, come se sapesse che gli stavo mentendo. Era come se me lo avesse detto, " mi hai deluso ".
I miei pensieri non fecero che peggiorare la situazione, già non respiravo più, le lacrime iniziarono a scendere e il mio corpo tremava. Mi girava la testa, come se stessi girando su me stesso, mi bruciavano gli occhi, e avevo un peso sul petto.
Per mia fortuna Nea si accorse di questo immediatamente, e andò in panico.
< Achille? Oh Dio, Achi. Calmo. >
Io mi tenevo a lui con una mano e con l'altra mi toccavo il petto. Tenevo la testa bassa.
< Piccolo, guardami, su. Dai guardami Achille. >
Alzai leggermente la testa per vedere lui che inspirava ed espirava lentamente, incitandomi a copiarlo, ma non ci riuscivo.
Iniziai a fare di no con la testa.
< Non... Non ce la faccio... > le lacrime aumentarono.
< Piccolo, si invece, ce la puoi fare. Guardami. >
< Achille mi devi guardare. Ti prego >
Non riuscivo più a muovermi, ad alzare la testa, a fare niente, così con la mano lui mi prese per il mento e mi obbligò a guardarlo.
< Forza, con me. Inspira... ed espira... >
Io provai a copiarlo, sta volta con successo, e il mio respiro si calmò, ma non io.
Le lacrime comunque scorrevano sul mio viso.
Mi buttai tra le sue braccia calde e piansi. Lui mi abbracciava con cautela, e mi accarezzava i capelli.
Io piangevo, piangevo come se mi fosse morto qualcuno, ed infatti qualcuno morì quel giorno... ma morì una persona che in pochi conoscevano davvero.
Appena smisi di piangere e restarono solo i singhiozzi, Nea mi prese con due mani il volto e fece toccare le nostre fronti.
< Tranquillo, amore mio, va tutto bene, ora stai bene. >
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My lily of the valley
Teen FictionDue ragazzi si incontrano in una libreria a Londra. Diventano amici, ancora di più, ma succederà qualcosa che distruggerà entrambe le loro vite.