/3/ TMN

27 2 0
                                    

<<non ci vengo nella tua topaia!>> Bill mi disse.

<<Non é un'opzione non andarci.>> Dissi con fermezza.

<<Perchè sono qui? Perchè hai bruciato casa mia? Cosa sei venuto a fare nella mia famiglia?>> Bill insisteva.

<<Questo me lo chiedo anche io.>>
Dissi freddamente.
<<Fra qualche ora atterriamo, ma comunque vorrei chiederti delle cose.>>

Dopo quella frase trascinai Bill nella nostra stanza, non é che non mi fidassi di Katherine, però volevo stare solo con lui, erano argomenti delicati.
Lo feci sedere sul letto, io stavo appoggiato di schiena sul muro vicino, a braccia conserte a guardare in basso.

<<Eri il loro figlio biologico?>>
Chiesi, cercando di non sembrare troppo sgarbato; Bill ci mise un po' a rispondere.

<<Si.>>

<<Si vede, hai gli occhi belli come quelli di tua madre...>>

Bill arrossì e guardò in basso, io sorrisi.

<<Mi vedi ancora cattivo?>> Aspettai con pazienza, ma non ricevetti una risposta. Bill continuava a guardare in basso, si torturava la collanina a forma di stella che aveva al collo da quando l'avevo conosciuto.

<<I tuoi genitori stanno bene, se te lo stai chiedendo.>>

<<Non mi importa di loro..>> disse lui.

<<Mi hanno concepito solo per usarmi>>
Aggiunse.

<<Allora perchè non vuoi stare con me e gli altri?>>

<<Altri?..>>

Mi ricordai di non avergli parlato di tutto quello che avevo fatto nel quartiere, sarebbe stato utile parlargliene in modo convincente.

<<Beh si, ci sono molti coetanei nel quartiere.>>

Bill ora sembrava molto incuriosito, mi guardava con occhi luccicanti, io mi sedetti vicino a lui per poter parlare meglio.

<<Il quartiere é mio quindi posso fare un po' come voglio. Sai prima era tipo uno di quei quartieri pieni di ricchi, quindi le case sono tutte ville, ma dopo poco la sua costruzione é diventato un quartiere abusivo, quindi ne ho approfittato per metterci il mio nome sopra, suona bene "TMN"?>>

Bill rise, per fortuna l'atmosfera si era alleggerita di piú.

<<E per cosa sta "TMN"?>> Disse con una risata.

<<Beh, Tom Martinez Neighborhood>> dissi mentre ridevo a mia volta.

<<É un nome carino.>>

<<In che senso "carino"?>>

<<Carino e basta.>>

<<Se lo dici tu.>>

• • •

Bill's pov:

Quelle ultime ore di viaggio furono piú leggere, parlai con Tom tutto il tempo, fino al nostro atterraggio. Non ero mai stato a Chicago prima d'ora, ne tanto meno in un ghetto, il fatto di vivere permanentemente in un posto così mi dava un sentimento strano, di paura, ansia. Appena scesi dal jet Tom mi prese per mano e si affrettò ad uscire dall'aereoporto. Superati i controlli, con tutti i soldi appresso, uscimmo dal grande aereoporto, Tom sembrava stesse cercando qualcuno con lo sguardo.

a lovely gangstarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora