05. Sei completamente matta

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Nelly Furtado – Maneater

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I miei occhi, ancora appesantiti dal sonno, si posano pigramente sulla radiosveglia che giace sul mio comodino. Mi abbandono ad un sospiro affranto e poi mi giro sull’altro fianco e fisso il muro.

Sento i pugni di Mallory contro la porta del bagno; Peter sta cantando Gangsta’s Paradise.

«Muoviti, Peter!», strilla mia sorella. Prendo il cuscino e me lo metto in faccia, sperando che questo incubo finisca presto.  

Qualche minuto dopo, scendo dal letto con un rantolo e apro il cassetto del comodino.

Afferro il blocco note che mi ha regalato Peter l’anno scorso per Natale e sfioro con i polpastrelli il rivestimento ruvido.

Lo apro e poi prendo una penna blu. Do una scorsa veloce alle frasi che ho scritto. Alcune sono semplicemente delle citazioni, altre invece degli scarabocchi, e altre ancora sono dei pensieri confusi che ho buttato giù in alcuni momenti non molto allegri.

Premo la punta della penna sul foglio bianco, ripenso a mia nonna, alla leggenda del piccolo sognatore. Ogni dieci agosto i sogni diventano realtà, mi diceva.

La parte razionale della mia mente continua a ripetermi “Sono soltanto parole, svegliati”, ma la parte irrazionale mi ordina di aggrapparmi ancora a quello stupido sogno. È il mio salvagente.

«Sei stonato come campana!», continua a gridare Mallory nel corridoio.

«Perché non usi il tempo che hai a disposizione per mettere in ordine la tua stanza anziché strillare come una matta?», ribatte Peter stizzito.

«Perché quello che ha le scorie radioattive tra le lenzuola sei tu non io», replica, la voce graffiante.

Soffoco un gemito e inizio a scrivere con mano tremante:

“Un frammento di questo sogno è uno scorcio della realtà che ti attende”.

Peter dice che tutto ciò che voglio mi appartiene già. Devo solo avere fiducia. Devo credere in me stessa.

Ma intanto sono qui… e niente è ancora cambiato.

Fuori dalla finestra, le nuvole plumbee profilano il cielo e il suono fastidioso e prolungato di un clacson mi fa digrignare i denti.

«Questo è decisamente un risveglio del cazzo», mormoro e chiudo le veneziane. Apro la porta della mia stanza e incontro lo sguardo allegro di Peter mentre esce dal bagno. Oggi è più bello che mai. O forse è merito della collana di perline bianche che ha al collo. Gli dona. Sembra una divinità.

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