6. Voglio vederti nudo

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La notte dopo essermi scopato Mirko tornai nella mia stanza con addosso una sensazione vincente: avevo usato per la prima volta lo scettro del piacere per penetrare qualcuno. Chi avrebbe mai detto che quel qualcuno sarebbe stato Mirko, il bulletto della scuola!

In ogni caso, il pervertito che era in me non era abbastanza soddisfatto: non era bastato incularlo, né l'avergli pisciato ed essergli venuto addosso; no. Entrato in camera ce lo avevo di nuovo duro. Certo, in questo non aiutava l'odore di maschio rilasciato da Michael.

Michael, il mio adorabile compagno di stanza segaiolo, era solito lasciare in giro la sua biancheria usata; dunque calzini, mutande e canotte di cui si liberava prima di entrare in doccia e che lasciava sparsi qua e là

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Michael, il mio adorabile compagno di stanza segaiolo, era solito lasciare in giro la sua biancheria usata; dunque calzini, mutande e canotte di cui si liberava prima di entrare in doccia e che lasciava sparsi qua e là. Le cose che Michael non sapeva, però, erano che: primo, io avevo un fetish per l'odore dei piedi maschili e dei calzini usati; secondo, che avevo lo stesso fetish con le mutande.

Per altro, lui aveva anche l'abitudine di farsi le seghe e lasciare per terra i fazzoletti pieni del suo sperma rinsecchito, che potevano essere davvero maleodoranti in un contesto normale e uno stimolo indesiderato se come me si aveva una propensione ad avercelo duro alla minima sollecitazione.

Fatto sta che quando entrai in camera c'erano in giro tutti gli elementi per farmi eccitare; e per di più, lui era in doccia, il che - a quell'ora - significava una sola cosa: era tornato dalla sua partita di calcio con i compagni. Le scarpe sportive lasciate vicino al letto erano la prova inconfutabile.

Indagai un po' alla ricerca di un paio di boxer sporchi; li trovai subito, per altro sotto al cuscino. Ho sentito dire che alcune donne vivono nella convinzione che i ragazzi della mia età hanno un singolare rapporto con l'igiene; sono d'accordo, sebbene per me questo non rappresenti un problema.

Avvicinai il naso alla stoffa dei boxer del mio compagno di stanza: sapevano di sudore, di piscio e di residui di sperma. Iniziai a toccarmi e andai avanti per qualche minuto, finché lui non uscì dal bagno in accappatoio e vide quello che stavo facendo. "Julian, ma che fai? Quelle sono... le mie..."

Lo guardai, e nel mio sguardo doveva esserci tutto ciò che era opposto all'innocenza. "Mi piace sapere che profumo hanno i miei amici" - Gli dissi, per poi aggiungere: – "Spesso mi piace sapere anche che sapore hanno."

Risi tra me e me. Avevo una dote naturale per recitare nei film porno.

Michael divenne rosso in volto e si toccò in direzione del pube, come a volersi sistemare un'erezione nascente. Lo presi come un buon motivo per insistere. Dunque mi avvicinai a lui, che lì per lì era tutto sulle spine, nervoso.

"Voglio vederti nudo" – Gli dissi.

"Julian, è meglio che ce ne andiamo a letto."

"Non lo vuoi un pompino?" – Replicai.

"No, sono etero."

"Ma io sono bravo."

"E dai, Julian. Lasciami perdere, trovati un altro."

"Hai finito l'allenamento, devi scaricare la tensione... e poi io sono bravo con la bocca."

"No, Julian."

"Ok." – Replicai, offeso. "Continua a usare la tua mano come fai sempre. Tanto non piacerai neanche alle donne, se mai riuscirai a–"

E all'improvviso Michael mi tappò la bocca con forza. Si levò in fretta e furia l'accappatoio, che lasciò ricadere a terra e rimase nudo.

"Brutto frocietto" – Disse, schiaffeggiandomi la faccia con il suo cazzo che di colpo in colpo diventava più duro e gonfio. "Se proprio ci tieni così tanto te lo faccio succhiare, ma alle mie condizioni."

La sua pelle odorava di bagnoschiuma al cocco. Aveva le palle morbide e piccole e sembrava si fosse appena depilato, data la morbidezza del suo pube. Mi tolse la mano dalla bocca per tapparmela di nuovo, stavolta con la sua erezione che mi arrivò fino in gola fino a quasi farmi vomitare.

Il suo pisello aveva un gusto dolce-amaro, probabilmente reduce del bagnoschiuma sulla pelle; e aveva un odore di fresco, di pulito. I suoi testicoli invece, avevano mantenuto un sentore di sudore e testosterone. Visualizzai Michael che giocava a calcio, cercando di immaginare come potesse essere dopo la partita: sudato, disfatto e con le ginocchia sporche di terra; e mi immaginai in ginocchio, sul campo, a fargli un pompino d'avanti a tutti per premiarlo dopo che la sua bravura aveva fatto vincere la sua squadra, con gli altri giocatori che a vedermi lì si avvicinavano iniziando a segarsi tutti in cerchio intorno a noi per poi riempirmi con una doccia di schizzi bianchi del loro sperma.

Era questo che Michael rappresentava per me: il bravo ragazzo, educato e sportivo, che non aveva mai avuto una ragazza nonostante la sua estrema bellezza e con il quale bastava fare un po' di pressione per sbloccarlo – e fargli uscire il pisello dai pantaloni.

Se non fossimo stati nel collegio, l'occasione di fare sesso orale con un tipo del genere non mi sarebbe mai capitata; ma lì, in quel posto distante dal resto del mondo e abitato solo da giovani maschi coetanei in preda agli ormoni questo e molto altro era possibile. Lì, Michael non solo era libero di darsi a me, ma era persino il mio compagno di stanza. E la consapevolezza di questo mi rese talmente felice, da macchiare indelebilmente del mio spera il tappeto sotto di noi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 06 ⏰

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