1. Il film p*rno dei miei sogni

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Il Collegio dei ragazzi arrappati è situato in una zona totalmente isolata della Valle D'Aosta, e le sue origini sono alquanto vaghe. Si dice sia stato costruito negli anni 30, e che da allora non abbia fatto altro che produrre una valanga di omosessuali ad oggi sparsi in tutto il mondo (queste sono ovviamente voci non ufficiali). Mio cugino ha studiato lì per 2 anni, da quando aveva quindici anni fino ai diciassette: è andato via che era fidanzato con una ragazza, e quando è tornato era chiaro che avesse rinnovato i suoi gusti. Un pomeriggio d'inizio estate, poco dopo il suo ritorno in città, entrai di nascosto nel capanno della villa al mare dei nostri nonni, dove lui e un suo amico si erano rifugiati per "parlare di cose da uomini": beccai mio cugino con il pisello in mano, intento a penetrare il suo amico, che invece si era messo a pecora. Quella visione mi procurò un'erezione istantanea, e venni nelle mie mutandine dopo una manciata di minuti. Loro non mi videro, ma quello stesso giorno andai da mio cugino a chiedere delle spiegazioni.
"Cri, ti ho visto oggi pomeriggio nel capanno." Gli dissi, a crudo.
Lui mi spiegò che quello che stava facendo era perfettamente normale, e che in collegio lui e i suoi compagni lo facevano sempre. "Lì lo fanno tutti, ma non siamo gay eh!"
No, non siete gay, certo.

Per i due anni successivi, feci di tutto per indurre i miei genitori a mandarmi nel collegio dei ragazzi arrapati. Replicai dunque tutto ciò che aveva fatto mio cugino prima di essere spedito lì: non studiai, saltai la scuola, mi feci rincorrere dalla polizia locale dopo aver provato a entrare nelle proprietà private.
I miei erano arrabbiatissimi, ma a me non importava; vivevo in funzione del mio sogno erotico. Entrate in collegio e farmi spogliare e scopare da decine e decine di coetanei arrapati era tutto ciò che desideravo per me stesso.

A sedici anni, il mio sogno si è avverato.

"State tranquilli, qui da noi il ragazzo imparerà la disciplina e l'importanza dello studio" Dice il direttore dell'istituto il mio primo giorno.
I miei genitori credevano alle sue parole, ed eravo felici e alquanto straniti dal fatto che io non avevo minimamente protestato all'idea di passare l'intero anno chiuso lì dentro.
Ci credo che non protestavo: appena arrivato avrò adocchiato almeno quindici ragazzi a cui avrei volentieri fatto un pompino! Insomma, tutti giovani e vestiti in divisa scolastica, con i pantaloncini e i calzini bianchi alti. Sembrava il set del film porno dei miei sogni.

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