Prologo

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<<Viktoria, seguimi!>>
<<Cosa succede papà?>>
È serio ed è strano, non mi chiama mai con il mio nome.
<<Ti ho dato un ordine. Seguimi>>
Abbandono il mio libro di storia preferito sulla moquette della mia cameretta e seguo mio padre.
Cammina abbastanza veloce, il che è strano perché di solito cammina lentamente, gustandosi ogni tratto del castello.
Arriviamo al giardino e papà sembra che stia correndo e non camminando.
Guardo le margherite che mamma ha fatto piantare ai giardinieri per me dopo che ha scoperto che sono i miei fiori preferiti.
I sassi scricchiolano sotto al peso delle mie ballerine e i petali dei fiori delle magnolie cadono al passare del vento primaverile.
Papà mi ordina di muovermi.
Passiamo per le strade del villaggio stranamente silenziose, ma non chiedo niente a papà.
Passiamo dalle uscite secondarie delle mura e ci ritroviamo fuori.
Non so perché papà ci ha fatto uscire dall'uscita secondaria, ma se ha deciso così vuol dire che è giusto.
Non mi hanno mai permesso di uscire "fuori" per termini di sicurezza, dato che sono la nipote del re.
Qua fuori è tutto più verde e selvaggio che dentro le mura.
Entriamo in un bosco che circonda il castello e fin da subito non riesco a capire dove sono, da dove sono entrata o se c'è una via d'uscita.
Il mio vestitino azzurro si impiglia in spine e foglie che sembrano sbucare fuori dal nulla.
Le ballerine minacciano di sfilarsi ma papà mi dice di non fermarmi e di camminare velocemente.
Ma io non ce la faccio, più veloce di così non riesco ad andare.
Inciampo e cado di faccia in una pozza di fango. Mi rialzo subito per non venire sgridata e corro verso papà che nel frattempo si è allontanato senza aspettarmi.
<<Viktoria smettila!>>
<<Ma non ho fatto niente!>>
<<Ne riparliamo dopo>>
<<Perché non me ne parli adesso? Dopo te ne dimentichi>>
<<Non osare parlarmi così Viktoria!>>
Quando si arrabbia, papà mi fa tanta paura.
Rimango zitta e cammino il più velocemente possibile.
Inizio a sentire delle voci, dei pianti, delle urla.
<<Non dire niente Viktoria>>
<<Ma papà- >>
<<Ho detto niente!>>
Ci avviciniamo alle voci e vedo uno spiazzo senza alberi né rovi occupato da tantissime persone.
Quando vedono me e papà si zittiscono e uno dopo l'altro si inchinano.
Sono abituata a questo comportamento, ma ogni volta che le persone si inchinavano io ero vicino a mio zio, il re.
Adesso invece, sono in parte a papà e non vedo lo zio.
<<Papà, dov'è lo zio?>> gli sussurro in modo tale che le persone non sentano.
<<Ti avevo detto di non dire niente>> mi dice papà sgridandomi.
<<Alzatevi!>>
Piano piano i cittadini del villaggio si rialzano dall' inchino e i loro sguardi vanno da papà a me e dopo di nuovo a papà.
<<Vieni>>
Papà mi tira per il braccio e mi porta verso una tenda grande il triplo delle altre.
<<Entra>>
Apro la tenda e la prima cosa che vedo è mamma in lacrime che si avvicina a me.
Mi tocca come se potessi dissolvermi da un secondo all'altro.
<<Tori?>>
<<Si mamma, sono io. Cosa c'è che non va?>>
La mamma singhiozza e si sposta, così da far entrare nella mia visuale mia sorella e mia zia stese su due barelle identiche e un lenzuolo bianco con macchie di sangue vicino a loro.
<<Ashley! Zia!>>
Cerco di correre verso di loro ma papà mi prende il braccio.
<<LASCIAMI ANDARE!>> urlo tra le lacrime, cercando di avvicinarmi alle due figure a terra.
Subito dopo sento che qualcosa mi ha colpito la testa così forte da farmela girare.
Fisso mio padre con occhi increduli e arrabbiati.
Non mi aveva mai toccato prima, e il fatto che lo faccia adesso mi dà il voltastomaco.
Mi deve far male proprio ora che mia sorella e mia zia sono stese a terra?
<<AAAAAAAAA!!! LASCIAMI ANDARE HO DETTO! NON HAI ALCUN DIRITTO DI TRATTENERMI!>>
Un secondo dopo sono per terra con la guancia destra schiacciata contro l'erba e quella sinistra contro la scarpa di papà. Lui schiaccia, e schiaccia e schiaccia, sempre di più. Io non mi muovo, ho troppa paura che mi faccia più male di quello che mi sta facendo. Aspetto che finisca ma non lo fa. Anzi, preme la scarpa ancora di più e io non mi trattengo. Gli prendo la gamba e lo faccio cadere. Lo vedo spiazzato, si vede che non se lo aspettava, e io colgo l'occasione per correre da Ashley e dalla zia.
<<Ashley, Ashley ti prego, rispondi, rispondimi>> dico con le lacrime agli occhi.
<<Zia, Zia tu come stai? Ti prego, dimmi che stai bene>>. Vedo un movimento venire da mia zia. Vado da lei e vedo che ha un braccio steso sul lenzuolo che c'è in parte. Sta ripetendo un nome ma non capisco cosa sta dicendo. Avvicino l'orecchio alle sue labbra e la sento nominare il nome dello zio <<Albert, Albert, Albert>>. Cerco di chiederle cos'è successo allo zio e perché non sia qui con noi ma lei continua a ripetere il nome dello zio Albert.
<<Zia, cerca di togliere il braccio dal lenzuolo>>
<<No no no, non voglio lasciarlo andare>> farfuglia zia Evelyn.
<<Chi? Chi non vuoi lasciare andare?>>
Inizia a piangere più forte di prima. Sento le mani della mamma tirarmi via dalla zia e portarmi fuori dalla tenda.
<<Viktoria, non disobbedire a tuo padre. Dopo ti racconterò tutto. Vai a fare un giro fra le tende dei cittadini>>
<<Ma mamma- >>
<<Viktoria, vai>>
Perché nessuno mi dice mai niente? Ci sono mia sorella e mia zia in quella tenda e i miei genitori mi impediscono di stare vicino a loro. Mi allontano e vado verso il primo alloggio che trovo, una tenda minuscola che sono sicura possa contenere a stento due persone. Mi asciugo le lacrime dal viso ed entro. Con mia grande sorpresa l'abitazione sembra molto più grande dall'interno. Una donna sulla cinquantina mi guarda perplessa, per poi chinare il capo.
<<Principessa, cosa ci fa qui? Perché è venuta nella mia umile tenda?>>
<<Non lo so. Mia madre mi ha detto di venire da voi abitanti del villaggio perché non mi voleva tra i piedi>>
<<Mi dispiace non poterle offrire niente, ma siamo dovuti andare via così velocemente che non ci hanno dato neanche il tempo di prendere le cose a noi più care>>
Andare via perché? E perché velocemente?
<<Scusi mi potrebbe dire il perché, per favore?>>
Se prima era la donna ad essere perplessa adesso lo sono io.
<<Oh, alla principessina non hanno raccontato dell'attentato?>> dice con una voce più stridula di quella che aveva prima.

The Devil's DaughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora