Un' incontro inaspettato

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Purtroppo la mia famiglia non é mai stata abbastanza ricca da sfamare tutti, e questo mi ha reso vittima di vari insulti a scuola, infatti ero sempre mal vestito.I miei abiti erano sporchi, così come i miei capelli e non avevo alcun amico con cui parlare. Finché...
Era un semplice giorno come gli altri, e mio padre mi mandó a raccogliere del legno e delle fragole selvatiche nella foresta. Con me avevo solo un cestino di paglia ridotto anche abbastanza male. Nonostante tutte queste difficoltà, non mi importava nulla del parere degli altri, e in realtà adoravo fare quelle passeggiate, circondato da arbusti e alberi dalla chioma foltissima.Mi sentivo libero quando vagavo da solo nel bosco, era molto meglio di stare in classe ad ascoltare quelle noiose lezioni di quel perfido professore(che secondo me, quando parlava non sapeva nemmeno lui cosa stesse dicendo).E ancor piú bello era quel silenzio, perchè nemmeno a casa mia era concesso ciò.
Diciamo che i miei genitori hanno sempre litigato molto per motivi economici, e si facevano venire crisi isteriche per ogni cosa!
Io no, non sono mai stato un tipo stressato, mi piaceva la tranquillità si, ma non mi ,mettevo ad urlare se la volevo, ma stavo in silenzio finché non sarebbe arrivato il momento giusto;quello in cui papà mi avrebbe chiamato per uscire nella foresta.Mentre pensavo a quello che avrei dovuto studiare per il giorno dopo mi perdo nel cinguettio allegro degli uccellini, un' altra cosa che amo.Ho sempre amato tutti gli elementi della natura, e uscire da casa e' sempre stata una benedizione per me, perché oltre a studiare, mangiare quel che mi era permesso e dormire non facevo nulla lì.
Camminavo ormai da circa mezz'ora e le mie corte gambe si erano indebolite, così decisi di fare una pausa e sedermi sotto un albero.
Nel cestino misi un quaderno ed una penna.Fin da piccolino trovavo piacevole disegnare il paesaggio naturale circostante, e mi bastava anche solo una normale penna nera per farlo, niente di più, niente di meno.
Quando ebbi finito di disegnare notai che avevo tralasciato un cespuglio di fragole, così decisi di avvicinarmi e raccoglierle una ad una, per poi posarle nel mio cesto.
Fatto ciò continuai il cammino fermandomi di tanto in tanto per raccogliere dei rami caduti da terra.
Mentre continuavo ad incedere per quello che era un percorso abbastanza stretto, il mio sguardo cadde su un gufo posato sulla diramazione di una quercia.
Rimasi alquanto sorpreso dato che, secondo le mie conoscenze i gufi escono dai loro rifugi solo la notte, e mi ritenni fortunato ad averne avvistato uno il giorno.
Non avevo portato nulla con me per immortalare quel fantastico momento e quindi ne fui deluso, ma l'entusiasmo duró ben poco.
















































<<Forza avvicinati non aver paura>>
Accadde tutto troppo velocemente e il becco del pennuto si mosse fin troppo chiaramente per i miei gusti....
Di fatto, mi vennero i brividi solo a sentirlo.
<<Tranquillo, mica mordo, voglio solo parlare, da uomo a volatile>>
Ancora con le labbra tremanti chiesi <<M-Ma allora i gufi possono parlare?... E anche gli altri animali possono farlo..?>>
Lui mi guardó con quegli occhi gialli e luminosi addirittura alla luce del sole e questo mi fece tornare a tremare come se prima non lo stessi facendo solo con piú paura in corpo.
<<No, solo io posso, perché sono speciale, proprio come te, che puoi ascoltare le mie parole>>la sua voce mi rimbombò nella mente come un eco infinito.
Aveva un tono quasi minaccioso, traumatico, definito dal me del passato.
Poi parlò di nuovo, ma questa volta sembrava più rassicurante<<Te lo posso assicurare, sono calmo come un gattino nel bel mezzo del suo riposino quotidiano>>, se devo dare una mia onesta opinione, non é mai stato bravo con i paragoni,seriamente- ma che razza di modo di dire è???
Tralasciando ciò, mi calmò sul serio, e questo mi fece avvicinare.
Quando lo feci, riuscii a scorgere un oggetto che prima non ero riuscito ad intravedere; una chiave ...
Aveva una fantasia strana, l' aspetto era simile a quello di un fiore ed era colorata in diverse sfumature di verde.
Anch'essa insieme agli occhi dell' animale luccicava, e quasi mi attraeva verso di lei, come se mi stesse chiamando...
Allora curioso chiesi <<cos' è quella..?>>
E in risposta<< vedo che finalmente l' hai notata... Beh, questa è la nostra chiave. Questa è stata incantata con la magia di un vecchio mago che ad oggi ahimè, non c'è più...Tu sei sempre stato il futuro possessore della chiave incantata e dopo tanto tempo di ricerca ti ho trovato>> .Rimasi sotto shock a quell'affermazione e domandai <<M-ma come faceva il mago a sapere che ero io il possessore??>>
Lui rimase in silenzio per un po', quasi non me lo volesse dire, ma poi aprì il becco (in tutti i sensi) <<Questo te lo diró appena sarai abbastanza cresciuto per saperlo, ma ora lascia che ti spieghi come funziona...>>

La chiave incantata Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora