9. ...i was in it.

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"Always an angel, never a god
I don't know why I am the way I am"
-Not Strong Enough

TW:autolesionismo

IVORY

Il mio sguardo è fermo su quella "W" e il mio corpo rabbrividisce.

Sento lo sguardo di Dahlia addosso, le persone vanno avanti e indietro. Non so neanche se affianco a me c'è ancora Dahlia ma sento due mani afferrarmi e spostarmi da quel corpo.

Gli Warren.

Warren, Warren, Warren.

«Ivory» sento il mio nome lontano, non è possibile, non può essere ricollegato.

Riesco a concentrarmi su quegli occhi scuri davanti al mio volto che mi osservano come se fossi una cavia da laboratorio.

Javor.

Le sue mani sono strette sulle mie braccia e lo guardo impassibile.

«Che hai? Che succede?»

Nego con la testa cercando di riprendermi dal totale stato di confusione in cui sono caduta ma il mio sguardo si gira nel suo. Mi sta guardando e i suoi occhi intimano di fare silenzio, Javor non deve sapere.

Il dottore non si perde questi scambi di sguardi, è troppo attento per poterlo fare.

«Conosci Aiden?»
«Di vista», rispondo notando Dahlia e un ragazzo parlare con il diretto interessato ma lui guarda me. Dahlia lo nota per prima guardandomi confusa è da prima che non capisce come faccio a sapere di quella "W".

Javor mi lascia, non gliel'ho neanche detto io, l'ha fatto lui e mi guarda, vuole sapere ma io non posso. Non ero sicura ma adesso lo sono.

Viene chiamato, non si trova suo padre, il famoso Richard amico di mia madre e chissà che tipo di amico.

Mi guarda ancora insicuro di lasciarmi sola ma poi si convince perché la questione appena accaduta è decisamente più importante e grave rispetto alla mia.

Si sa però, se lasci da sola una preda il predatore non aspetterà più di un secondo a mangiarsela.

Un altra figura si piazza davanti a me e devo inclinare il collo per incontrare quei due pozzi che ha al posto degli occhi.

«Hai fatto bene a tenere la boccuccia chiusa, Strega

Stringo forte i pugni delle mani sentendomi messa con la schiena al muro e lui mi squadra con sdegno.

Aiden Warren è il peggior psicopatico che abbia mai incontrato, non che ne abbia incontrati tanti ma lui, oh lui, fa più paura del mostro sotto al letto.

«Posso sempre non farlo, basta una mia parola e rischi tutto, Warren.»
«Non minacciarmi perché sai bene che se io vado infondo... ti tiro giù con me.»

Mi guarda negli occhi così intensamente che penso potrebbe uccidermi, come cazzo si permette?

Le mie mani fanno pressione sul suo petto facendolo barcollare più per la sorpresa  che per la mia forza, mentre gli punto un dito contro.

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