Mentre attraversiamo a passo svelto il villaggio tutti gli occhi sono puntati su me e mio padre ed immagino che anche per Axew e i suoi la situazione non sia molto diversa.
Mio padre é di fronte a me perciò non lo vedo in viso ma riesco comunque a percepire perfettamente la sua rabbia che continua a crescere con costanza.
Arriviamo finalmente a casa, ponendo così fine alla mia passerella della vergogna sotto gli occhi di tutto il mio stesso branco, mio padre apre la porta e mi butta letteralmente oltre la soglia.
« Ti sei bevuta il cervello per caso? Avete sfidato uno dei quattro lupi originali! Hai idea di che conseguenze ci saranno per te ora? »
Mi urla con tutto il fiato che ha in gola, non l'ho mai visto così arrabbiato prima d'ora.
Vorrei rispondergli, spiegargli che noi non abbiamo fatto nulla di sbagliato ma non ci riesco. Avendo lui rinunciato volontariamente al titolo di alfa quella genetica é ancora forte dentro di lui, celata lievemente solo dai suoi occhi gialli da beta.
« Giacché non ti degni di rispondermi almeno potresti degnarti di guardarmi in faccia mentre ti parlo! »
Provo con tutte le mie forze di alzare lo sguardo sul suo ma non ci riesco.
Sbuffa rumorosamente mentre si passa freneticamente le mani nei capelli cominciando a camminare avanti e indietro per la stanza senza una meta.
« Vai su e lavati. Proviamo almeno a non avere odori altrui addosso per quando arriverà l'alfa. »
A quelle parole istintivamente spalanco gli occhi e la bocca mentre nella mia testa ricerco le parole per argomentare l'ultima frase di mio padre.
« Fenrir sta venendo qui?»
Mio padre si gira di scatto verso di me e mi guarda stanco.
« Grazie alla luna no. Il nostro alfa Moris sta arrivando qui. Se Fenrir stesse arrivando qui ti starei già portando via.»
Resto a guardarlo mentre entra in salotto lasciandosi ricadere di peso sulla poltrona del salotto e coprendosi gli occhi con una mano.
« Per favore Lis vai in doccia e prova di toglierti l'odore del lupo di Axew di dosso. Solo perché non sta arrivando qui Fenrir non vuol dire che tu non sia nei guai per quello che è successo lungo il fiume.»
Annuisco anche se so che non può vedermi e comincio a salire le scale diretta verso il bagno.
Chiudo la porta alle mie spalle poi faccio scattare la chiave nella serratura chiudendomi dentro.
Apro l'acqua calda e, mentre aspetto che si riscaldi davvero, mi spoglio lasciando ricadere i miei vestiti sul pavimento. Entro nella doccia e appena la mia pelle entra in contatto con l'acqua calda vengo attraversata da una lunga scia di brividi che scompare in qualche secondo. Prendo il bagnoschiuma e comincio a insaponarmi energicamente il corpo nel tentativo di coprire il più possibile l'odore di Axew con il profumo della vaniglia, anche se l'odore di noi lupi è sempre molto resistente. D'altronde ci serve anche per marcare il territorio.
Dopo essermi insaponata completamente tutto il corpo per la terza volta passo ai capelli.
Come sempre, mentre insapono i miei lunghi capelli biondi, comincio a pensare che sia ora di tagliarli in quanto ormai mi arrivano al bacino e sono alquanto stufa di metterci una vita tutte le volte che ho bisogno di lavarli.
Finito il balsamo e lo shampoo mi risciacquo per bene e chiudo l'acqua.
Allungo una mano e prendo l'accappatoio appeso appena fuori dalla doccia e me lo avvolgo intorno al corpo prima di uscire dal box.
Il bagno è pieno di condensa e lo specchio è completamente appannato.
Raccolgo i vestiti da terra e vado alla finestra, anch'essa appannata, e li metto nel cesto della biancheria sporca. Allungo una mano fino alla maniglia e la giro aprendo la finestra così da far uscire un po' di vapore.
Abbasso lo sguardo fuori dalla finestra e vedo la figura di un ragazzo, sicuramente non del nostro branco, che mi guarda fisso.
La stazza imponente non è solo un'impressione data dagli spessi vestiti che indossa. Provo di ignorare la sua presenza ma il mio sguardo e la mia curiosità sono stati completamente catturati da lui. Solo una ventata d'aria fredda riesce a distogliere la mia attenzione da lui così torno alla realtà e chiudo la finestra.
Comincio a tamponarmi i capelli con un asciugamano prima di spazzolarli e asciugarli.
Dopo la solita mezz'ora sono finalmente asciutti.
Esco dal bagno e vado in camera mia per vestirmi.
Entro nella stanza, chiudo la porta alle mie spalle e mi giro ritrovando seduto sul mio letto il ragazzo che avevo visto poco prima fuori dalla finestra del mio bagno.
Rimango in piedi pietrificata mentre anche lui mi guarda silente probabilmente in attesa che sia io a parlare per prima.
Si alza in piedi e comincia ad avvicinarsi mentre io ad ogni passo che fa nella mia direzione sento crescere un'ansia fortissima dentro di me. Apro la bocca pronta a urlare con tutto il fiato che ho in gola per richiamare l'attenzione di mio padre al piano di sotto ma appena le mie labbra si schiudono gli occhi del ragazzo si tingono del rosso più intenso che abbia mai visto.
Istintivamente la lupa che è nascosta dentro di me mi impone di abbassare lo sguardo e non perdo tempo a farlo.
Ho il viso girato di lato con lo sguardo rivolto verso il pavimento perciò non riesco più a vedere la figura del ragazzo, ma dal rumore distinto dei suoi passi, che continua a farsi più forte, comprendo perfettamente che sta continuando ad avvicinarsi.«Sai mi avete divertito prima nel bosco tu e il tuo amico. Erano anni che nessuno si permetteva di mancarmi di rispetto.»
Esattamente com'è successo prima con mio padre non riesco a rispondergli che
Axew non ha fatto nulla di male se non rivelarsi protettivo nei confronti di un cucciolo del branco.
Il ragazzo già vicino si avvicina ancora e, come successo prima nel bosco, mi annusa questa volta la guancia.
Chiudo gli occhi e aspetto che finisca anche se non so per quanto potrebbe andare avanti.
Quando non sento più il suo fiato caldo sulla guancia apro gli occhi e mi giro lentamente per controllare se sia ancora o meno nella stanza. È a un passo da me che mi guarda con gli occhi non più del suo lupo ma dei semplici occhi castano scuro.
«Ha una bella fiamma che brucia dentro il tuo amico. Proverò a chiedere a Moris di cacciarlo dal branco così potrò chiedergli di unirsi al mio. Uno come lui mi sarebbe molto comodo.»
A quelle parole il mio cuore accelera freneticamente. Vuole usare quello che è successo oggi lungo la riva del fiume per far cacciare dal branco Axew che a quel punto sarebbe poi obbligato ad accettare la sua offerta. Noi lupi da soli diventiamo omega e non abbiamo vita lunga. Tutto questo implica che se domani sera i nostri due lupi si riconoscessero come compagni dovrei partire con lui per andare nel suo territorio.
Sul viso di Fenrir compare un ghigno e avvicina di nuovo il suo viso al mio.
«Ti conviene far calare i battiti. Di questo passo il tuo cuore non ci arriverà al ballo di domani. »
Mi sussurra queste parole vicino all'orecchio prima di far schioccare i denti.
A quel suono il mio cuore perde un battito e appena si allontana il mio cuore batte di nuovo a un ritmo normale.
Resto alquanto sorpresa e l'espressione che mi si forma in viso mentre lo guardo non tenta nemmeno per un attimo di nasconderlo.
Un nuovo ghigno, seguito questa volta da una risata, si forma sul viso di Fenrir che continua ad allontanarsi da me per avvicinarsi alla finestra. Si ferma un attimo e mi rivolge una minaccia poco velata.
«Fossi in te non proverei a smentire la versione che ho dato io a Moris.»
Pronunciate quelle parole salta dalla finestra. Corro a vedere fuori ma la sua figura è già completamente scomparsa. Resto alla finestra per qualche secondo prima di avanzare di qualche passo indietro e buttarmi a sedere sul letto con la testa tra le mani.
Non capisco perché sta succedendo tutto questo e in tutta sincerità non sto nemmeno capendo esattamente che cosa sta succedendo. Che versione dei fatti avrà mai dato Fenrir? È per questo che tutti sono così arrabbiati con noi? Quelli del suo branco sembravano volerci mangiare mentre passavamo per il nostro stesso villaggio.
Sono talmente assorta in questi pensieri che non mi accorgo nemmeno che mio babbo è entrato nella stanza ma lo noto solamente quando mi si piazza davanti alla faccia poggiando la sua mano sulla mia spalla.
«Vestiti. Moris è giù di sotto che ti aspetta e sai bene che la pazienza non è la sua miglior qualità. »
Annuisco e comincio subito a vestirmi con le prime cose che mi passano per le mani mentre mio padre scende di nuovo al cospetto del nostro alfa.
Sono completamente vestita e sto per scendere quando sento il mio cuore accelerare esattamente come aveva fatto poco prima così mi fermo in cima alle scale. Ripenso internamente a Fenrir e a quello schiocco che aveva fatto con i denti nella speranza che anche solo il ricordo riesca a calmarmi di nuovo, purtroppo non funziona.
«Allora quando arriva Lisandra?»
La voce dell'alfa arriva come un urlo fin in cima alle scale.
Non ho scelta, devo scendere da qui e affrontarlo.
Devo spiegargli che è tutto un piano organizzato da Fenrir per impossessarsi del lupo di Axew.
Non mi crederanno mai.
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