'Di a tuo padre che oggi lo aspetto,dolcezza.'
Sbuffo e lo incenerisco con lo sguardo.
'Ti costa tanto chiamarmi Keira?Io non sono per niente dolce.'
Il mio tono risuona più seccato di quanto desidero.
Rigiro sistematicamente il bigliettino tra le mani.
'Tu non immagini neanche lontanamente quanto,Ke..Keira.'
I suoi occhi gelati bloccano il mio corpo.
Poi guardano in lontananza,e lui si allontana subito da me.
'Ci sarai alla prossima riunione?'
Chiede frettolosamente.
Io annuisco con un semplice gesto del capo.
'Allora ci rivedremo sicuramente,piccolina.'
Poi fugge via,e mi lascia con una strana sensazione di solitudine.
Leggo il suo numero,e poi una grafia ordinata rapisce i miei occhi confusi.
Call me daddy. Chiamami papino.
E..cosa diamine significherebbe?
Ancora confusa,prendo il mio smartphone e salvo il suo numero in rubrica semplicemente come Mario☺.
In fondo,è solamente uno dei tanti meravigliosi ed eccitanti colleghi di papà.
Ed ha solamente quattordici anni più di me.