Come rendere meno noiosa una giornata scolastica.

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'Papà,io vado.' Mi pulisco gli angoli delle labbra con il tovagliolo e mi alzo,per poi posare la tazza contenente ancora altri pochi sorsi di caffè nel lavabo.
Sistemo la mia cartella e dentro c'infilo anche le cuffie:metodi utili per rendere meno noiose le giornate scolastiche in cui sono previste due ore di matematica.
Saluto papà con un bacio sulla guancia,che come al solito è impegnato a riferire le notizie di calciomercato al suo migliore amico nonché collega Mario Gomez.
Quell'uomo..lui si che era un uomo vero.
L'uomo perennemente vestito di giacche eleganti e cravatte grigie.
L'uomo dagli occhi di ghiaccio indecifrabili.
L'uomo dai capelli intrisi di gel.
Ed aveva troppi anni più di me,non c'era assolutamente nessun dettaglio che potesse farmi fantasticare su una probabile relazione di solo sesso con Mario,l'uomo più sexy che i miei occhi avessero mai potuto ammirare.
'Lo credo anch'io,Gomez.Non si può scambiare Schweinsteiger per Di Maria, solo un pazzo lo farebbe!' Sento papà dire queste parole mentre mi allontano per aspettare in cortile la mia amica Janelle,che passa ogni mattina con l'auto di suo papà per portarmi a scuola.
Fuori il vento sfiora la mia pelle coperta solo da un leggero giacchettino di jeans.
Decido di scriverle un messaggio,di solito non è mai in ritardo e ciò mi preoccupa non poco.

A:Jane
Tesoro,tutto bene?Ti sto aspettando.

Dopo pochi secondi la sua risposta arrivò.

Da:Jane
No Keira,non va bene nulla.Mi sono beccata un raffreddore perchè come una cretina ieri sono uscita con un vestitino troppo leggero.

Ah,la solita Janelle.Lei fa sempre di tutto pur di mettersi in mostra,senza importarsene mai nulla delle conseguenze.

A:Jane
Beate te.Niente scuola,presumo.

Le mie dita si muovono velocemente sul display,ma i miei occhi notano comunque l'Audi nera che accosta poco distante da me.

Da:Jane
No,scusami per non averti detto nulla prima.Ora devo andare a bere una tazza di the caldo,mio fratello dice che fa bene..Buona giornata tesoro.

Visualizzo il messaggio ma non rispondo,ormai mi rassegno a dover fare a meno del mio braccio destro per un po di giorni.
Infilo il cellulare nella mia tasca e m'incammino verso la stradina che porta al liceo della mia città.
Una voce però mi fa voltare,e sono obbligata a tornare indietro sui miei passi.
Di colpo,riconosco quell'Audi.
È di Mario.
Una vampata di calore invade il mio corpo anche se fuori un freddo gelido ricopre la città e fa si che quando respiro delle divertenti nuvolette di fumo escano dalle mie labbra.
Lui abbassa il finestrino e io,stringendo la cartella al petto,infilo la testa nella sua auto,tenendo il mio viso ben lontano dal suo.Il signor Gomez mi fa sempre uno strano effetto,ma non ne capisco esattamente il motivo.
'Buongiorno,signor Gomez.' Sorrido educatamente. Papà ha sempre detto che devo mostrare a tutti i suoi colleghi quanto gentile ed educata sia la sua piccola Keira.
'Oh Keira,dammi del tu.Ti conosco da quando avevi il ciuccio in bocca.' Nei suoi occhi di cristallo scorgo un inspiegabile traccia di malizia.'Okey,Mario.' Pronuncio il suo nome con delicatezza.Il suo volto si rilassa,e sembra avere qualcosa in mente.'Piccola,sei in ritardo,vero?La tua amica ancora non è qui.' Commenta guardando dietro le mie spalle.Il nomignolo con cui mi ha chiamata scatena una miriade di fantasie nella mia mente alquanto perversa,ma poi scaccio i pensieri sporchi sapendo che riserva quell'appellativo a praticamente ogni ragazza al di sotto dei diciotto anni che incontra.'Si,Janelle non sta molto bene e..mi ha dato buca,già.Ora chiedrò a papà di sbrigarsi per accompagnarmi..ovviamente tu sei qui per le ultime di calciomercato,vero?' Lasciai che un sorriso sarcastico colorasse il mio volto schiarito dalla cipria. 'No,piccolina.Sono qui per te.' Il suo volto dai lineamenti perfetti si accese di malizia regalandomi un sorriso a trentadue denti. Di nuovo quel soprannome mi fece quasi eccitare. Era così diverso se detto da lui. 'Come,scusa?' Domando inarcando le sopracciglia. Lui continua a sorridere. 'Non c'è nessuna news sul mercato,e tuo padre ancora non ha visto che sono qui.Posso portartici io,a scuola.' La sua mano si tende verso il mio volto,e accarezza per la prima volta la mia guancia in modo diverso. In modo così intimo. Io davvero non so resistere a quell'uomo,e non posso far altro che accettare la sua proposta così innocente.'Okay,sono davvero in un ritardo bestiale.' Sorrido in risposta al suo sguardo soddisfatto e mi dirigo verso l'altro lato della macchina. La sua auto è così noiosamente ordinata. Nemmeno un filo di polvere altera l'eleganza moderna della sua auto.Gentilmente mi apre la portiera,e io salgo,lasciando che la gonna a balze lasci un po troppo scoperte la pelle chiara e lucida delle mie cosce.Vedo il suo sguardo fin troppo catturato da quella visione, e sono molto contenta di fargli quell'effetto.
Anche se io sono già seduta e pronta a partire,lui non si decide subito a dare il via libera ai motori di quell'auto fantastica.Io mi mordo il labbro,impotente sotto il suo sguardo che nasconde qualcosa.Quando il vento incolla un ciuffo irrequieto dei miei capelli castano chiaro alla mia faccia e io muovo la mano per rimetterli al loro posto,lui sposta lo sguardo e tiene saldamente le mani sullo sterzo.
Durante il breve tragitto,il silenzio tiene distante me da lui.Ma circa cinque minuti prima dell'arrivo lui spezza finalmente il silenzio.Quanto volevo che avesse parlato prima..almeno avrei avuto più tempo per godere della sua voce che sembrava più una melodia.'Keira,a che ora termina la tua giornata scolastica?' Il suo linguaggio sofisticato alimenta l'idea di uomo composto ed elegante che ho di lui. 'Alle tre,Mario.' Fortunatamente i suoi occhi sono fissi sulla strada che ha davanti,così non può capire quanto i suoi occhi mi rapiscano. 'Ci vediamo all'uscita,piccolina?' Chiede guardandomi furtivamente. Poi,purtroppo,i suoi occhi tornano dov'erano prima. Il mio corpo subito si mette in allerta,la mia mente ci mette un po di più. 'Gomez,vediamo in che senso?' Domandai curiosa. Siccome non smetto un attimo di fissarlo,noto ogni cambiamento della sua espressione. Ora ha un sorriso malizioso stampato sul volto. 'Ti vengo a prendere io.Poi devo urgentemente vedere tuo padre per parlarli della svolta sull'acquisto di Kondogbia da parte dell'Inter.' Il resto della frase non m'interessa,sono troppo impegnata nei miei salti mortali mentali.Lo rivedrò, e questo basta a rendermi felicissima anche se realizzo di dover sorbirmi due ore di numeri e calcoli.A me il calcio interessa molto,è quasi la mia unica valvola di sfogo e non posso più farne a meno da quando papà mi ha portato per la prima volta,a sette anni,all'Allianz Arena,dove gioca la nostra squadra del cuore. Ricordo nitidamente le urla che uscivano dalla gola di papà quella sera,quando il nostro Bayern segnò il due a zero portando direttamente a casa la Bundesliga,e i nostri sorrisi nelle foto coi giocatori.'E il Bayern,a che punto sta?C'era in ballo qualcosa con Costa..' Mormoro tamburellando con le dita sulla mia gamba.
Mario non è sorpreso del mio interessamento,sa che papà mi ha iniettato la passione per il calcio direttamente nelle vene.'Costa ha dichiarato di sapere dell'interessamento da parte del Bayern.Dovrebbero concludere in settimana.' La sua risposta scatena in me una gioia indescrivibile,ma svanisce tutto subito quando realizzo di essere arrivata dinanzi al cortile della scuola.'Keira,mi permetti di portarti la cartella sino al portone?' Domanda speranzoso. Ciò voleva dire un altro po di tempo con lui,quindi.. Come rifiutare? 'Certo,Mario.' Sorrido e scendiamo entrambi dalla macchina.Lui gira dal lato del mio sportello e sfila delicatamente la cartella dal mio braccio.Alzo lo sguardo per vedere i suoi occhi belli da mozzare il fiato,sono così piccola in confronto a lui.M'incammino verso il portone maestoso della scuola e lui mi segue.I miei passi sono lenti,il suo braccio sfiora la mia vita e io voglio fermare il tempo per godermi quel gesto.Ma purtroppo giungiamo subito all'entrata.Il bidello è li,con la schiena poggiata al muro ed è sorpreso dal mio ritardo perchè una come me è sempre precisa e puntuale. Lo guardo in attesa di sue parole. 'Di a tuo padre che oggi lo aspetto,dolcezza.' Sussurra ogni parola,anche lui si è accorto che il bidello ci tiene sott'occhio.Fingo di essere innervosita dal suo soprannome,ma in realtà adoro quell'appellativo.Sbuffo e lo incenerisco con lo sguardo.'Ti costa tanto chiamarmi Keira?Io non sono per niente dolce.' Il mio tono risuona più seccato di quanto desidero.Lui estrae un bigliettino appallottolato e lo infila nell'elastico della mia cartella,che poi mi mette tra le braccia.Rigiro sistematicamente il bigliettino tra le mani.'Tu non immagini neanche lontanamente quanto,Ke..Keira.' Le sue braccia cingono i miei fianchi,e io desidero solamente crollare contro il suo petto ma so che non posso assolutamente. E non capisco nemmeno il motivo di quel gesto così intimo.I suoi occhi gelati bloccano il mio corpo.Poi guardano in lontananza,e lui si allontana subito da me.'Ci sarai alla prossima riunione?'Chiede frettolosamente.
Io annuisco con un semplice gesto del capo.
'Allora ci rivedremo sicuramente e potremmo essere più intimi,piccolina.' Alt,cosa diavolo vuole dire la parola intimi?Lo guardo confusa e lui è pronto a darmi spiegazioni.'Dovrò prima introdurti nel mio mondo,baby girl.'Poi fugge via,e mi lascia con una strana sensazione di solitudine.
Sul bigliettino leggo il suo numero,e poi una grafia ordinata rapisce i miei occhi confusi.
Call me daddy. Chiamami papino.
E..cosa diamine significherebbe?
Ancora confusa,prendo il mio smartphone e salvo il suo numero in rubrica semplicemente come Mario☺.
In fondo,è solamente uno dei tanti meravigliosi ed eccitanti colleghi di papà.
Ed ha solamente quattordici anni più di me.
M'incammino verso la mia aula e non saluto neanche il bidello che ha impedito che Mario andasse oltre.
Nella mia classe,la lezione è già iniziata e tutti i miei compagni mi guardano stupiti,quasi sconvolti per il mio ritardo.Il prof invece,lascia passare,sia perchè teme che mio padre non gli conceda più prestiti bancari sia perchè è la prima volta che faccio qualche minuto di ritardo.
Cammino spedita verso il mio banco e mi siedo cercando di fare pochissimo rumore.
Mi sono persa dieci minuti di calcoli alla lavagna e ciò mi fa tirare un sospiro di sollievo.Sistemo il cellulare dentro il borsellino e nascondo quest'ultimo dietro una catasta di libri che fanno da barriera.
Poi apro Whatsapp e cerco qualcuno con cui passare la giornata.
Mentre scorro la mia lista contatti,vedo il suo nome e un sorriso radioso illumina il mio volto.La sua foto profilo ritrae lui con mio padre,e il suo stupendo sorriso mi fa davvero impazzire.Credo di essermi presa una cotta per un uomo troppo adulto.
Leggo il suo stato. I need you,my baby girl.
Ricordavo quell'ultimo appellativo.
Piccolina. Credo che lo stato si riferisca proprio a me,e mi eccita il fatto che un uomo così grande e sexy mi dia questo tipo di attenzioni. Per stuzzicarlo,aggiorno il mio stato. Oh yes,my Daddy? Lui se ne accorge subito,non so come. Chissà, forse questo insignificante messaggio è l'inizio di qualcosa..spero proprio di si.

Da:Mario.
Senti già la mia mancanza,piccolina?

A:Mario.
Ebbene si,Gomez.

Sorrisi e rivolsi uno sguardo distratto alla lavagna che si andava riempiendo velocemente di numeri e segni matematici.

Da:Mario
Ti ho detto che preferisco che tu mi chiami papino.

Sto per chiedergli a cosa alluda con quel nomignolo,ma non sono poi così convinta di volerlo sapere,dunque cedo facilmente.

A:Mario
Okay,papino.Hai qualcosa in mente per farmi passare diversamente la giornata?

Provocarlo non è semplice come sembra.
Ho paura di commettere passi falsi,e proprio non posso permettermi di lasciarmi scappare quest'uomo ora che mi ha miracolosamente notata.

Da:Mario
Se solo fossi lì, baby girl.

Le sue parole nascondono qualcosa,il mio corpo se ne accorge facilmente e un brivido mi attraversa la spina dorsale.

A:Mario
Papino,sei così erotico anche tramite un messaggio.

Mi guardo attorno e noto con sollievo che il prof ha smesso di scrivere e ora corregge per fatti suoi delle verifiche.

Da:Mario
Hey dolcezza,non sapevo di fare così tanto effetto su di te.

A:Mario
Tu non sai cosa ti farei,impazzisco per te.

Da:Mario
Oh baby girl,smettila.Indosso dei pantaloni troppo aderenti e i miei colleghi non capirebbero..

Mi porto una mano sulla bocca per trattenere la risata che sta per liberarsi quando comprendo che si riferisce alla sua erezione.

Da:Mario
Mia piccola Keira,devo proprio scappare.
Pare che Schweinsteiger abbia giurato eterna fedeltà al Bayern e devo riferirlo a tuo padre.
Ci vediamo alle tre.

Leggendo il suo messaggio sono ancora più allegra,per due motivi:ovviamente,sono molto più serena sapendo che il mio Schweini resterà, e poi..lo rivedrò.

A:Mario
Ciao,papino.Tieni calmo il tuo amichetto.

Cerco di essere il più maliziosa possibile,e credo mi stia riuscendo bene.
Chiudo il cellulare e poso la testa sul banco stringendola tra le braccia.
Non posso fare proprio a meno di liberare tutte le fantasie erotiche che quell'uomo scatena in me,e finisco col chiedere al prof il permesso urgente per andare in bagno fingendo un malore.

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