CAPITOLO 2

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La mattina dopo, Lucifero si svegliò prima di me. Si accorse che le mie orecchie si muovevano, perciò lui iniziò ha toccarle incuriosito. Mi svegliai immediatamente.
"COSA STAI FACENDO!?" Gli dissi mentre lo allontanai da me.
"Niente di che, ho solo toccato le tue orecchie."
"E perché le hai toccate!? Non ti ho dato alcun permesso." Risposi io abbastanza allarmato, la mia voce produceva il rumore dello statico della radio.
"Perché volevo provare ad accarezzarle. Sono così soffici!"
"Tu non puoi toccarle! Nessuno ne ha il diritto!"
"E perché?" Rispose Lucifero con un'aria più triste.
"Non sono affatto affari tuoi."
Nel pomeriggio andai da Rosie per parlagli.
"Oh! Mio caro Alastor, eccoti qua, era da un mese che non vedevamo nemmeno la tua ombra qua a Cannibal Town!" Disse Rosie gentilmente. Lei e Nifty sono le uniche persone che mi fanno sentire confortevole.
"Ma ciao tesoro, ti vedo bene! Sono qui per aggiornarti su una cosuccia molto importante." Le dissi con un grande sorriso.
"Ovviamente! Vieni pure."
Andammo a sederci e dopo che Rosie chiuse il negozio iniziammo a parlare.
"Allora... Eri al corrente che Lucifero è al momento nell'hotel di Charlie Stella del Mattino?"
"Ovviamente. È per caso successo qualcosa?"
"Beh... L'altro giorno io e Lucifero abbiamo bevuto molto, soprattutto lui e..." Dissi io con un sorrisetto quasi inquietante.
"Oh cielo! Cos'hai fatto?"
"Io assolutamente niente, ha fatto tutto lui." Mi misi a ridere, ripensare a quanto bisognoso era Lucifero in quel momento lo rese ancora più miserabile.
"Cosa ha fatto?"
"Visto che non si reggeva in piedi io l'ho accompagnato in camera sua. Lui si aggrappò a me. Inizialmente gli urlai addosso, ma pesai che poteva essere di aiuto avere Lucifero vicino. Quindi l'ho lasciato fare."
"Santo Paradiso! Che cosa ti ha fatto?" Disse Rosie.
"Non ne vado molto orgoglioso... ma mi ha scopato."
"COSA?" Rosie mi guardò con una faccia perplessa.
"Ma la parte più bella, se posso chiamarla così, è che mi è comparso questo strano marchio di una mela con un serpente attorcigliato ad essa."
"Significa che tu sei i-"
"Esatto!" Mi misi a ridere.
"Brutto stronzo, sei un cazzo di genio!"
"È tutto merito di Lucifero, non vedo l'ora di abbattere il mio patto e far nascere il bimbo, sono abbastanza sicuro che sarà la creatura più potente dell'attuale Inferno."
"E Charlie come ha reagito?"
"Quando abbiamo cercato di dirglielo, siccome il giorno prima lei aveva litigato con suo padre, lei non la prese benissimo ecco... Adesso Lucifero sta cercando di parlargli."
"Non ho parole!".
Era l'ora ritornare all'hotel, salutai Rosie e andai via.
All'entrata dell'hotel non c'era nessuno. Andai da Lucifero.
"Sei riuscito a parlare con Charlie?"
"Sì, era molto arrabbiata, ma alla fine ha accettato questa cosa... se vuoi puoi parlare con lei." Disse Lucifero.
"Okay, andrò più tardi." Mi sedetti sul letto, di fianco a Lucifero.
"Tutto bene? Ti vedo un po' giù di morale."
"È tutta colpa mia. Non avrei dovuto dormire con te!"
Per fargli pensare che mi importasse molto di lui lo abbracciai e lui ricambiò. Iniziò a piangere sul mio petto per qualche minuto. Io lo baciai, lui si stacco subito e disse
"Non dovremmo."
"Decidi tu." Risposi io. Ero sicuro che lui volesse continuare.
Passarono circa 50 minuti, e Lucifero si era già ripreso dal crollo mentale. Alzò lo sguardo per guardarmi ben bene.
"Sei veramente magro Al. Vedi di mettere su un po' di peso, con una pancia così piccola la vedo dura per te tenere la mia prole." Disse Lucifero con un tono giocoso.
"Non è colpa mia se mangio e non ingrasso." Risposi abbastanza irritato.
"Non sto scherzando, la prima volta che ti ho visto pensai 'Ma questo è anoressico o cosa?'. Veramente, cerca di ingrassare un pochetto." Mi disse e si mise a ridere.
"Fatti fottere." Risposi io. Mi girai dalla parte opposta a lui, e decisi di alzarmi per fare una passeggiata. Lucifero mi fermò.
"Aspetta! Stai attento, l'incantesimo che ho usato su di te non ti farà usare i tuoi poteri, vedi di non farti beccare di sprovvista." Disse gentilmente. Io annuì.
Uscì dall'hotel. Per qualche motivo mi sentivo molto affaticato, ma non ne feci molta importanza, camminai verso il centro. Mi fermai un po' prima, c'era un negozio che vendeva delle cornici per foto. Ne comprai una, e misi l'unica foto di gruppo dell'intero hotel al suo interno. Tornai indietro, andai da Charlie e gli regalai la cornice con la foto. Era felicissima.
Dopo averle dato la cornice tornai nella mia camera. Dopo pochi minuti mi accorsi che Lucifero era su una sedia, appoggiando la testa sulla scrivania. Si era addormentato. Stava probabilmente giocando con le sue paperelle di gomma, per non farlo svegliare lo presi in braccio e lo posai sul letto. Mi sdraiai accanto a lui e mi addormentai.
La mattina dopo lui si svegliò, vedendomi già in piedi mi chiese come stessi.
"Tutto bene Al? Hai mangiato?"
"Sto bene, purtroppo non ho ancora fatto colazione. Ho voglia di stomaco di cervo." Lucifero mi guardò perplesso ma annuì. Andammo nella caffetteria dell'hotel. Charlie ci stava aspettando.
"Buongiorno Alastor." Disse Charlie. "Buongiorno, mia cara. Oggi è una giornata particolarmente fresca, vero?" Risposi sorridendo come al mio solito.
"Come stai?" Mi chiese Charlie, leggermente preoccupata.
"Sto abbastanza bene, niente di particolare."
Dopo la breve conversazione con Charlie andai da Husk e Lucifero: erano al bar a bersi una birra insieme. Avevo voglia di bere anch'io qualcosina, ma vedendomi vicino all'alcol Lucifero quasi urlando mi disse: "Cosa pensi di fare!?"
"Parlare con Husk di alcune cose... A proposito, mi fai una birra micio?" Una volta dette queste parole, Lucifero mi prese le spalle e mi scosse per qualche secondo.
"Non provarci nemmeno a bere! Certo che non sei proprio in grado di tenere buona cura del bambino o della bambina." Lucifero sbuffò, e con un gesto fece capire ad Husk di non versare la birra.
La giornata passò molto velocemente poiché avevamo aiutato Charlie con gli ultimi dettagli per riaprire l'hotel. Era diventata sera, perciò ritornai nella mia camera. Anche se io e Lucifero non stavamo insieme come coppia, avevamo dormito insieme solo per due notti. Quella sera non riuscivo ad addormentarmi: in qualche modo sentivo che il bambino aveva bisogno di qualcosa (o meglio dire qualcuno).
Mentre pensavo, la porta si aprii. Era nuovamente Lucifero. Si avvicinò a me per controllare se dormivo.
"Al, stai dormendo?"
"No, non ci riesco." Era una strana sensazione, ero incito da meno di una settimana, eppure mi sentivo già strano, come se la mia pancia si stesse gonfiando pian piano.
"...Neanche io." Mi guardò come se volesse chiedermi qualcosa, ma esitava.
"Vuoi dormire qua?"Gli chiesi, facendoli spazio sul letto.
"Cosa te lo fa pensare?"
"Hai letteralmente portato il tuo cuscino" Risposi in tono quasi sarcastico.
"Ok... si voglio dormire qua. Non riesco a dormire senza di te, contento ora?" Lo guardai sorpreso, ma anche molto compiaciuto e con uno dei miei sorrisi più grandi gli risposi: "Si."
Si mise di fianco a me sul lato sinistro, si girò verso di me e mi guardò in faccia. Mi abbraccio e iniziò a toccare le mie orecchie "Che fai!? Levati! E non toccare le mie orecchie! Credevo di avertelo già detto."
"Mi dispiace, ma sappiamo entrambi che non resisterò a lungo". Rispose con aria triste.
Lui si addormentò molto velocemente, e dopo poco, mi addormentai anch'io.
Passarono circa due settimane. Ero a Cannibal Town. Passeggiavo per le sue vie insieme a Rosie. Lei era una persona appassionata nello shopping, perciò decisi di portarla in un negozio di abiti alla moda. Lei osservava un abito in particolare. Era un vestito da sera di color rosso e con una pelliccia come coprispalle. Lei mi guardò e sorrise.
"Secondo me questo ti starebbe bene, Alastor."
La guardai in modo quasi omicida, ma mi venne in mente un'idea: quello scansafatiche di Lucifero sarebbe contento se mi mettessi quel vestito per lui. Perciò lo presi. Tornai all'hotel e nascosi il vestito. Avevo bisogno del momento perfetto per indossarlo, ma non era ancora giunta l'ora.

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