Cap. 6

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Husker Pov's

Ma che cazzo mi prende?
Non mi riconosco più.
Prima se una persona mi avesse gridato contro in quel modo mi sarei incazzato.
Gli avrei urlato contro a mia volta.
Gli avrei aperto la faccia a pugni.
Ma no.
Con Angel no.
Non l'ho fatto.
E quel che è peggio è che ci sono rimasto male.
Io.
Roba da non credere.
Io che me ne sbatto il cazzo di tutto e tutti.
Niente mi ha mai fatto così male.
Neanche quando ho perso ogni cosa.
Ma lui.
Lui mi ha ferito.
So che non è colpa sua.
Non era in sé.
Glielo si leggeva negli occhi.
È un libro aperto Anthony.
Quando è triste, arrabbiato, esaltato.
E quando non è lui a parlare.
Quando quel coglione lo manipola a suo piacimento.
Non riesco ad avercela con lui.
Non c'è la faccio.
Perché so fin troppo bene che non è colpa sua.
E io mi sto maledicendo da solo da ore ormai.
Chiuso nella mia stanza, con la testa stretta tra le mani.
A darmi del coglione.
A dirmi che avrei dovuto fermarlo.
Chiuderlo a chiave nella sua stanza e impedirgli di uscire.
Impedirgli di andare da quello stronzo.
Lo farà fuori.
Poco ma sicuro.
Lo farà a brandelli.
Porca troia.
Perché cazzo gli ho permesso di lasciare l'hotel?!
Li ho sentiti i suoi passi lungo il corridoio.
Lenti, delicati.
Così suoi.
Cosa cazzo stavo pensando?
Dovevo placcarlo.
Farlo restare qui.
Al sicuro.
Mi avrebbe inveito contro di nuovo.
Sicuramente.
Ma non aveva importanza.
Dovevo farlo.
Sticazzi.
Non ha senso che mi rimproveri da solo adesso.
Vado a prenderlo.
Se Valentino gli mette nuovamente le mani addosso lo uccido.
Cazzo se lo faccio.
Apro il cassetto accanto al letto.
La pistola al suo interno pare quasi sorridermi.
So che mi vuoi usare.
La prendo e la infilo nella tasca dei pantaloni, ben nascosta.
Esco di corsa.
Mi blocco.
Congelato sul posto appena fuori dalla porta della mia stanza.
Merda.
Non Lui.
Non adesso.
«Dove stai andando Husker?»
La sua voce distorta.
Calma.
Piatta.
Il suo solito ghigno giallo stampato in faccia.
Da brividi.
La testa leggermente inclinata.
Una domanda che non necessita di una risposta.
Non per lui.
«Levati, devo andare...»
«Di nuovo a cercare di salvare Angel.»
Finisce lui la frase al posto mio.
Perché sa.
Sa tutto di me.
E lo odio così tanto per questo.
Lo sorpasso dandogli una spallata.
«Non ti conviene Husker. Valentino è un signore dell'inferno. È molto più potente di te. Non hai alcuna possibilità di uscirne indenne vecchio amico mio.»
«E sticazzi? Come se a te fregasse qualcosa.»
Mi manca l'aria.
Un freddo gelido attorno al collo.
Ma allo stesso tempo un caldo incandescente.
Una stretta tremenda.
Un collare che mi stringe con forza.
Una catena verde che mi tira indietro.
Mi strozza.
Mi impedisce di respirare.
Mi obbliga a girarmi.
Porca troia.
La sua faccia a pochi centimetri dalla mia.
Che sorride.
Che mi scava nel profondo.
Stringendo tra i denti ogni pezzo della mia anima.
«Ti ricordo che tu appartieni a me. Non ho intenzione di lasciarti morire perché la tua anima è sempre e comunque mia. Ciò significherebbe perdere parte del mio potere. E noi non lo vogliamo questo, vero?»
Strattona più forte la catena, strettamente legata alla sua mano.
Mi manca il fiato per qualche istante.
La sua voce che si distorce.
Un sibilo contorto e disturbato da continue interferenze.
I suoi occhi spiritati.
Merda.
Ma perché cazzo non sei morto durante lo sterminio.
Una cosa doveva fare Adamo.
Una sola.
Ed era farti fuori.
E quel coglione non è stato capace di fare neanche quello.
Inutile pezzo di merda.
Se lo avesse fatto a quest'ora io sarei libero.
Il suo ghigno si allarga.
Cazzo no.
«Ti ricordo che non puoi nascondermi nulla Husk. Neanche i tuoi pensieri.»
Mi schiaccia violentemente contro la parete del corridoio.
La sua mano aperta sul mio petto a tenermi fermo.
Fanculo lui e la sua merda di forza sovraumana.
La catena che si stringe maggiormente attorno al mio collo.
Annaspo nel disperato tentativo di incamerare aria nei polmoni.
Stringo le mani attorno al metallo nel tentativo di allentare un minimo la presa.
Inutile.
È lui a controllarla.
Non posso fare nulla.
«Non giocare con il fuoco amico mio. Non ti conviene e lo sai bene. Fai il bravo e resta qui all'hotel.»
Allenta un minimo la presa della catena.
Prendo un respiro con calma.
«Angel non vuole il tuo aiuto. Nessuno lo vuole. D'altronde chi vorrebbe mai farsi aiutare da un vecchio ubriacone cinico? Non sei mai riuscito a tenerti qualcuno vicino. Anche in vita allontanavi chiunque ti volesse un minimo di bene. E ti aspetti davvero di poter cambiare? Finché il tuo patto esisterà tu sarai bloccato qui con me. Nessuna redenzione potrà salvarti micetto.»
Digrigno i denti.
Ha ragione.
Ma non mi importa.
Credo nella redenzione.
Ma non nella mia.
Sono a conoscenza del fatto che io non andrò mai in paradiso.
Ma sono certo che sia possibile.
Ci sono anime che non meritano di restare in mezzo ai peccatori.
Angel è una di queste.
Ne sono più che sicuro.
«Tsk. Ancora non capisco. Prima te ne fregavi di quella troietta da quattro soldi e ora vuoi fare di tutto per aiutarlo. Persino andarti a suicidare contro uno dei demoni più potenti dell'inferno. Non è che ti sei innamorato Husker?»
Il tono melenso con cui pronuncia il mio nome mi fa accapponare la pelle.
Una lunga serie di brividi che mi scivolano lungo la spina dorsale.
Innamorato?
Io?
Ma che cazzo sta dicendo.
Non esiste.
«Ma non dire puttanate Al. Sai bene che non è così.»
«Oh io non credo proprio. Non ti sei mai preoccupato di nessuno eppure stai provando in tutti i modi a proteggere Angel. Curioso no? Davvero bizzarro. Non è da te.»
«Ma vaffanculo.»
«È anche vero però che se andassi là per liberare Angel potresti anche...»
Borbotta in tono sommesso.
Pare che stia parlando da solo.
«E adesso che cazzo stai blaterando?»
Il suo ghigno si allarga maggiormente.
Merda.
Non mi piace questa situazione, ma proprio per niente.
Qui la cosa mi puzza.
«Facciamo così. Per questa volta ti lascio andare a salvare la tua principessa sui piselli...»
«Ehi non ti azzardare a...»
«MA in cambio dovrai fare una cosetta per me. Nulla di troppo impegnativo.»
Storco la testa.
Non mi convince.
Ha qualcosa in mente, ne sono certo.
«Cosa?»
«Immagino tu voglia uccidere Valentino giusto? Già che ci sei, sii gentile. Fai fuori anche Vox.»
«Prego?!»
«Cosa non ti è chiaro amico mio?»
«Perché non lo fai tu? È il tuo rivale no?»
«Infatti ho intenzione di farlo io personalmente... Più o meno. Vedi, intendo usare il tuo corpo per ucciderlo.»
«Aspetta ma che cazzo stai dicendo?!»
«Ti spiego, dato che sembri essere particolarmente duro d'orecchi. L'ultima volta che ci siamo sfidati è finita in parità. Non posso rischiare nuovamente il mio corpo. Perciò ho intenzione di usare te come, diciamo, una sorta di marionetta.»
«Ehi ehi frena, questo non rientra nei nostri patti.»
«Non ancora Husk, non ancora. Tutto dipende da te.»
La stretta attorno al mio collo si scioglie di colpo.
La catena svanisce in una nuvola di fumo rossa.
Alastor mi porge la mano.
Brilla di una luce verdastra.
«A te la scelta Husk. Se accetti potrai impedire che Angel faccia una brutta fine. Perché ti assicuro che non si sta affatto passando una bella giornata. In caso contrario farò in modo che tu non possa mai più mettere una singola zampa fuori dall'hotel per sempre. Sai che posso farlo.»
Di nuovo si infervora mentre parla, alzando nuovamente la voce.
Mi fa gracchiare i timpani.
Guardo lui.
La sua espressione da pazzo.
Guardo la sua mano.
In attesa.
Aspetta la mia mossa.
Luccica verde acido.
Una luce che mi è fin troppo familiare.
Cosa devo fare?
Il fatto è che lo so fin troppo bene.
Ma mettermi ancora di più nella merda con lui...
Cazzo.
«Resterà fra noi due? Nessuno lo verrà a sapere?»
«Ma certo amico mio.»
«Però voglio un'altra garanzia.»
Sbuffa spazientito.
Il suo fiato è tremendo.
Sa di carogna.
Di putrefazione.
Di morte.
Mi fa rivoltare lo stomaco.
«Cosa vuoi?»
«Per nessuna ragione dovrai usarmi per fare del male ad Angel.»
«Sei proprio sicuro di non essere innamorato?»
«Alastor.»
Il mio tono fermo gli fa alzare gli occhi al cielo.
«Ok, d'accordo. Accetto le tue condizioni.»
Sventola piano la mano davanti a me.
Tanto, più fottuto di così...
Mi ripeto metalmente che è per Angel.
Come se, arrivato a questo punto, avessi bisogno di ulteriori convinzioni.
«Accetto.»
Gli stringo la mano.
Un lampo di luce verde si sprigiona dalla nostra stretta.
Illumina l'intero corridoio.
Sento una piccola parte di me che svanisce.
Mi viene strappata piano come la lisca di un pesce.
Minuscola.
La più insignificante goccia che mi era rimasta.
Tutto ciò che ero riuscito con tanta fatica a conservare.
La mia libertà.
Ecco, ora sono doppiamente fottuto.
Non ho fatto uno ma ben due patti con il Demone della Radio.
Si può essere più disperati di così?
O meglio dire coglioni.
Ma non mi pento.
Non di questo.
Lo rifarei se fosse necessario.
Anche mille volte.
Pur di proteggerlo.
«Alastor? Sei quassù?»
La voce gioiosa di Charlie lungo le scale.
Passi decisi, veloci.
Sta salendo.
«Ah, eccoti qui! Senti, dovrei parlarti di alcune proposte per gestire al meglio gli ospiti. Sei impegnato?»
«Certo che no mia cara! Ti ascolto più che volentieri.»
Risponde pimpante.
Un rinnovato sorriso sul volto.
Il solito.
La prende a braccetto e scendono insieme al piano inferiore.
Falso figlio di puttana.
Opportunista del cazzo.
Bastardo di un manipolatore.
Ma Charlie è troppo ingenua per capirlo.
O troppo buona.
O stupida.
Più probabilmente tutte queste cose assieme.
Scendo anche io le scale.
Nessuno nella hall, ad esclusione di un paio di ospiti nuovi.
Cannibali.
Eleganti nei loro abiti anni venti.
Beh, almeno questo hotel non è più un mortorio.
Dopo l'ultimo sterminio moltissimi degli abitanti di Cannibal Town si sono trasferiti qui.
Come da accordi.
Sono stati molto utili per combattere.
E molti di loro si sono convinti di potersi guadagnare la redenzione.
Non so però quanto il paradiso possa essere indulgente verso chi si ciba di altri essere umani.
Penso molto poco.
Ma meglio non dirlo a loro.
O a Charlie.
Se ci credono abbastanza forse ci riusciranno per davvero.
Anche se ancora non abbiamo alcuna prova che sia effettivamente fattibile.
Ma tutti sembrano crederlo adesso.
E va bene così.
Lasciamoli sperare.
In fondo un'anima senza speranza é solo un guscio vuoto.
Che vaga senza meta e senza uno scopo.
Meglio credere in qualcosa, anche senza essere certi che sia possibile.
Esco il più discretamente possibile.
Meglio non far preoccupare Charlie o Vaggie.
Mi incammino verso lo studio delle tre V.
Quasi corro.
Il cuore mi batte forte nel petto.
Martella come un forsennato tra le costole.
Ignoro l'ombra che vedo riflessa sui palazzi.
Non è la mia.
Devo sbrigarmi.
Forse sono ancora in tempo per salvarlo.
O almeno lo spero.
All'entrata del gigantesco palazzo una guardia a sbarrarmi la strada.
Uno dei dipendenti di Vox.
Riconoscibile dai circuiti blu a lato della sua testa.
«Fammi passare.»
«Spiacente ma al momento i boss non ricevono visite, sono tutti molto occupati.»
«Senti non ho tutto il giorno, levati dai coglioni!»
Come parlo un portale nero appare alle sue spalle.
Un buco scuro come la pece.
Non si vede attraverso e pare senza fondo.
«Ma che cazz»
Non termina la frase.
Tentacoli neri gli si avviluppano attorno al corpo.
Gli stringono le membra in una morsa letale.
Viene risucchiato nel void scuro, lasciandosi dietro solo un debole grido strozzato.
Cazzo.
Non se lo meritava.
Stava semplicemente facendo il suo lavoro.
Quello per cui ha dato la sua anima.
Capisco volermi aiutare ma era davvero necessario Alastor?
Esagerato come al solito.
La sua ombra mi sorride dal muro sulla quale è proiettata.
È la sua risposta.
Fanculo.
Ora che la via è libera posso entrare.
Vari dipendenti corrono da una parte all'altra del salone principale.
Affannati, frettolosi.
Non si curano minimamente di me.
Troppo impegnati nel loro tran tran quotidiano.
Tanto meglio.
Non ho tempo da perdere con loro.
Devo trovare Angel.
Ed in fretta anche.
Vago un po' alla cieca.
Penso sia una gran botta di culo se mi ritrovo dopo pochi minuti la porta del suo camerino davanti.
Questo posto è immenso.
Ma so che è la stanza giusta.
Ne sono certo.
La targhetta enorme a forma di cuore dorato appesa al legno bianco.
Il suo nome d'arte inciso su di esso.
Impossibile sbagliare.
Entro.
Sento il sangue congelare nelle vene.
Una fitta allo stomaco.
Rabbia.
Rimorso.
Qualcosa che non sono in grado di riconoscere.
L'dore ferroso del sangue unito ad una colonia scadente e al tanfo del fumo mi impregnano le narici.
Angel è accasciato a terra.
Le mani a coprire naso e bocca.
Grondanti di sangue.
Gli occhi lucidi e spiritati.
È terrorizzato.
Valentino in piedi davanti a lui.
Di fronte a me.
La sigaretta accesa in una mano.
Un denso fumo rosso aleggia nella stanza.
«Ancora tu? Che cazzo ci fai qui?»
Angel mi guarda.
I suoi occhi incontrano i miei.
Paura.
Orrore.
Vergogna.
Trema sul pavimento.
Brutto figlio di puttana.
Come fai a ridurre in questo modo una creatura così delicata.
Così bella.
Che non ha mai fatto del male a nessuno.
Estraggo la pistola senza fiatare.
Tendo il braccio in avanti.
La canna dell'arma che punta direttamente contro Valentino.
Il dito impaziente preme il grilletto.
Un boato.
Il proiettile che parte.
Centra il suo bersaglio senza margine d'errore.
Si conficca con estrema precisione nella spalla del bastardo.
Un fiotto denso di sangue schizza sul pavimento e imbratta parte del muro rosa tenue.
Un grido.
Dolore e rabbia in un ruggito che fa tremare i timpani.
Valentino si copre la ferita.
Digrigna i denti.
Lo sguardo, incazzato nero, puntato su di me.
«Brutto stronzo! Che vuoi fare? Uccidermi?»
Il rumore leggero di un secondo proiettile in canna.
La pistola spostata di qualche centimetro.
Quanto basta per mirare alla testa.
Un sottile bagliore di paura gli attraversa gli occhi.
Ora sai cosa significa stronzo.
Avere così tanta paura di qualcuno.
Sapere che la tua vita è nelle sue mani.
Che ogni secondo potrebbe essere l'ultimo.
«Oh fidati lo farei volentieri ma»
Sposto lo sguardo verso Angel.
È terrorizzato.
Mi guarda come un cucciolo abbandonato.
Spaventato.
«Non voglio spaventare ulteriormente Anthony. Levati dai coglioni prima che cambi idea. E non azzardarti mai più a mettergli le mani addosso altrimenti ti troverò e ti ficcheró un proiettile dritto nel cranio.»
Veloce nel defilarsi.
Sparisce di corsa oltre la porta.
Uno dei più potenti signori dell'inferno eh?
Patetico.
Mi avvicino ad Anthony.
Trema come una foglia.
Il sangue che continua a colare imperterrito.
Mi inginocchio con cautela accanto a lui.
«Tutto ok bimbo?»
«G-Gli hai sparato...»
La sua voce si incrina, rotta dai singhiozzi.
«Mi dispiace, non volevo farti paura.»
Squote piano la testa.
«No tranquillo, va tutto bene.»
Prendo un sospiro di sollievo.
«Molto bravo Husk ma ora è arrivato il momento di mantenere la tua promessa.»
La sua voce.
Non è solo nella mia testa.
È ovunque nella stanza.
Pare venire da ogni direzione.
«Alastor? Ma che...Husk! Husk che ti succede?!»
La voce preoccupata di Angel.
La sento lontana anni luce.
Fioca.
Sento qualcosa di sbagliato farsi strada nel mio corpo.
Un calore bruciante mi avvolge le membra.
Sento il mio cervello soffocare per il calore.
Non riesco a pensare.
Non riesco a respirare.
Non riesco a parlare.
La mia vista mi abbandona lentamente.
L'ultima cosa che vedo è lo sguardo preoccupato del ragazzo che ho davanti.
Perdonami Angel.
Non avevo altra scelta.
L'ho fatto per te, per salvarti.
«Sc sm i Ant ny.»
Biascico qualcosa a fatica.
Poi, di colpo torno a vedere.
Il mio braccio si alza.
I miei occhi guardano la pistola, ancora stretta nella mia mano.
Ma io non sto facendo nulla di tutto ciò.
Sono un misero spettatore all'interno del mio stesso corpo.
Incapace di parlare.
Incapace di agire.
Posso solo osservare senza poter intervenire.
Angel mi guarda, preoccupato.
«Che cosa gli hai fatto bastardo?!»
Poverino.
Mi dispiace.
Quanto vorrei potertelo dire.
Ma prima ho un compito da svolgere.
Spero che tu possa capirlo Anthony.
Ho dovuto.
Forse un giorno mi perdonerai.

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Ciao pesciolini :3
Scusatemi per il ritardo di questo capitolo ma ho avuto un po' di carenza di idee.
Proprio per questo ho voluto anche renderlo un pochino più lungo degli altri.
Inoltre ci tengo a ringraziare di cuore tutti gli utenti che mi stanno supportando con stelline e commenti <3
Sapere che la storia vi sta piacendo mi rende davvero felice <3
Detto questo spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto.
Al prossimo aggiornamento.
A presto pesciolini :3.

Ama Me non Lui (HuskerDust) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora