IV: LA COLPA

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È colpa mia.
Queste sono state le ultime parole, che mi hanno sbattuto in faccia.
Chiedimi se è vero, e a testa alta, ti dirò, che non menti.
Hai ragione.
E poi chiedi, ad un bulimico se è colpa sua.
È colpa sua!.
Fallo anche con un dipendente affettivo, con un depresso, con un alcolizzato.
Dillo ad un uomo seduto in un lurido bugicattolo all'angolo della strada a farsi di metanfetamina.
E poi urlalo a squarcia gola. Al cielo se vuoi. "È COLPA SUA!".
Vittima.Vittima.Vittima!. Vuoi solo fare la vittima!.
E poi, ormai che ci sei, dillo anche a te stessa, quando mangi, ma vuoi perdere peso.
Eppure, quando ci si guarda dentro, nessuno vuole parlare più. Non è vero?
Che delizioso silenzio.
Che cosa stupida deve essere, quando un bulimico si mette le dita in gola.
Quanto può essere patetico un depresso che non riesce ad alzarsi dal letto, o un alcolizzato che non può fare a meno di barcollare.
Che stupidi! Che incoscienti!.
È. TUTTA. COLPA. SUA!.
Eppure sono sicura, che il più grande sogno di un bulimico sia accettarsi.
E che il sogno di un depresso sia alzarsi finalmente da quel maledetto letto.
E quanto vorrebbe l' ubriaco, capire che la vita è bella anche senza dover distorcere la sua realtà.
Quanto, quanto, sarebbe felice un obeso, capendo che dopotutto, sì! Si vuole bene.
MA È TUTTA COLPA SUA.

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