do you really want to know where I was April 29th?

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Il luccichio che proveniva dal tripudio di specchi presente nell'enorme sala che ospitava l'evento quella sera aveva già accecato Manuel, il cui nervosismo era chiaramente percepibile, già da prima di trovare Simone tra la folla.

Si sentiva un pesce fuor d'acqua in queste circostanze. Non aveva mai sopportato il lusso, la moda, la ricchezza e soprattutto i ricchi, motivo per il quale non si era mai presentato agli innumerevoli eventi in cui era stato invitato durante quegli anni. Soprattutto odiava quel clima di falsità ed artificialità che sembrava essere emanato da quella moltitudine di persone che avevano già la loro maschera da persona perbene fissa in volto.

Odiava Valentino in quel contesto, in cui sembrava amalgamarsi troppo facilmente, impegnato a pavoneggiarsi e mostrarsi per tutto ciò che non era. Lo osservava parlare con quella che sembrava una processione di spettri senza identità, impegnato a complimentare lo stesso capo di abbigliamento che era rigorosamente riproposto da tutti gli invitati, probabilmente solo per il costo improponibile.

In mezzo a quell'omologata anonimità vide spiccare quel ragazzo slanciato, tutto ricci neri e occhi da cerbiatto, che pareva risplendere di luce propria.

Simone era sempre stato elegante, anche quando il suo armadio era formato solo da maglioni sgualciti e camicie abbottonate fino al colletto, probabilmente a causa dei suoi modi, fini e cauti, che sembravano degni di un principe. Gli anni passati senza vederlo avevano solo giovato al più piccolo che era davvero mozzafiato, ormai libero di esprimere la propria personalità tramite il proprio stile. Una camicia velata di nero con dei piccoli fiori ricamati non lasciava spazio all'immaginazione, mostrando il suo fisico tonico, come i pantaloni che fasciavano le sue gambe e, soprattutto, i suoi glutei.

Manuel sembrava star attraversando una sorta di estasi mistica, perché non pensava di aver visto cosa più simile ad un dio di questo nuovo Simone.

Il corvino, dall'altro canto, aveva già squadrato l'altro ragazzo mentre era impegnato a sorseggiare del coraggio liquido, ovvero tutto ciò di cui doveva armarsi quella sera. Non aveva mai visto il più grande in quelle vesti: i ricci che erano solitamente una sorta di ammasso informe giacevano adesso perfettamente ordinati, il suo viso era liscio libero da qualsiasi accenno di barba e soprattutto la sua solita tuta aveva lasciato spazio a un completo nero molto semplice, ma che allo stesso tempo indossato dal ragazzo sembrava ciò di più elegante potesse essere concepito dalla mente umana.

Quando i loro sguardi, dopo essersi ricercati per minuti interminabili, si incontrarono, entrambi percepirono quella scarica di adrenalina che si presentava solo in presenza dell'altro.

Questo momento paradisiaco fu interrotto da Daniele che, ritrovato Simone, andò a passargli un nuovo calice di prosecco, lasciandogli un bacio troppo vicino alle sue labbra.

La realizzazione che no, Simone non era lì per lui e che probabilmente non lo avrebbe nemmeno degnato di uno sguardo oltre quello iniziale, colpì Manuel come un fulmine a ciel sereno.

Odiava doversi sentire in questo modo, proprio come un ragazzino alla prima cotta, poteva già percepire il divamparsi della gelosia che solo Simone era in grado di scatenargli.

Si sedettero di fronte, dai lati opposti della passerella, con i rispettivi accompagnatori al loro fianco. Il più grande accarezzava con dolcezza le dita affusolate di Valentino, che erano poggiate sulla sua coscia, mentre guardava con uno sguardo omicida Daniele che stava facendo lo stesso con Simone, che riuscì persino a notare quello scambio di sguardi.

Simone era, se così si può dire, più discreto: aveva passato tutta la durata della sfilata a seguire con la coda dell'occhio ogni movimento dell'altro e, contemporaneamente, fingeva di prestare tutta la sua attenzione al ragazzo che aveva affianco e di cui gli fregava ben poco.

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