... and is it over now?

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Nelle tre ore prima Simone era rimasto imbalsamato davanti alla finestra osservando ogni piccolo movimento di Manuel, che si trovava esattamente sotto la sua finestra, sperando che il più grande si sarebbe stufato di aspettare qualcuno che non voleva farlo entrare, sia da quella porta che nella sua vita.

O almeno così pensava.

La verità era che Simone era letteralmente terrorizzato in quel momento.

Di cosa aveva paura?

Di lasciarsi andare, sicuramente.

Di essere ferito di nuovo.

Dell'amore che non era riuscito in nessun modo ad estirpare dal suo cuore, che sapeva sarebbe stato per sempre, almeno in parte, di quel ragazzo che lo stava aspettando.

Farlo entrare avrebbe significato in qualche modo cedere, perdere quella battaglia contro se stesso e far entrare di nuovo il moro nella sua vita, rischiando che gli venisse inflitto il colpo finale.

Tuttavia, non poteva lasciarlo gelare nel buio di quella stranamente fredda notte di maggio, perciò prese coraggio e si affacciò al balcone.

"Manuel per favore vai via è tardi e c'è freddo"

"Simò? Sei tu?" urlò l'altro incredulo

"Perché non te ne vai Manuel'" fece una pausa e "Sicuro Valentino ti aspetta" disse con fare scocciato.

"Non me aspetta nessuno come te lo devo dire che l'ho mollato" replicò il maggiore "se non me fai salire te dico tutto da qua"

"Simo noi ci siamo conosc-" iniziò a decantare con una voce abbastanza elevata quando fu interrotto da Simone

"Zitto zitto, va bene, ti faccio salire solo perché stai svegliando tutta Roma" e "penso tu stia morendo con quella canottiera del cazzo addosso" continuò borbottando mentre lo faceva finalmente entrare.

"Simo senti"

"Non voglio sentire niente, io me ne vado"

Non poteva, sapeva benissimo che se avesse ascoltato anche solo una parola sarebbe stato fottuto.

Manuel non si aspettava di riuscire a convincerlo in nessun modo e ovviamente non aveva preparato nulla da dire per cui diede libero flusso ai suoi pensieri.

Manuel lo prese per il polso e lo fece girare
"Simò ora me stai ad ascolta' " esclamò guardando finalmente il minore negli occhi "Sono stanco di avere rimpianti, di pensare a come sarebbe stata la mia vita se cinque anni fa non fossi stato così stupido da lasciarti andare e non ho intenzione di farlo di nuovo.

Lo so che ti ho fatto male, lo so che non meritavi niente di tutto quello che ti ho detto e soprattutto che sei una cosa troppo preziosa per essere nascosta e rinnegata. Mi pento ogni giorno di quello che ti ho detto in quel garage in preda alla paura e allo schifo verso me stesso. La verità è che ti amavo come non avevo mai fatto e come non ho mai fatto negli anni successivi, con e nessuno.

Ho cercato il tuo sorriso in mezzo a un mare di persone, i tuoi occhi nei letti di altri, finché non ho trovato quello che effettivamente sembrava essere la tua copia su ogni fronte. Ma comunque non era te. Nessuno potrà mai essere te. E se oggi mi dirai che non te ne frega un cazzo e vuoi continuare a far finta io non sia mai esistito, io so che comunque rimarrai l'unico per me, il mio più grande amore, anche se non ho permesso a entrambi di viverlo. Chiunque altro sarà sempre solo un rimpiazzo.

Mi hai mostrato l'essenza dell'amore, mi hai amato nel momento in cui non pensavo di esserne degno, tutt'ora lo penso in realtà, ma posso imparare, possiamo imparare.

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