Capitolo Decimo

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"Ogni tanto abbraccia
la bambina che sei stata"











Il sole del mattino pervase la grande finestra della camera da letto di Matthew ed io, avvolta fra le bianche lenzuola del suo letto, schiusi delicatamente i miei occhi che come buongiorno, ebbero in regalo il suo viso che ancora immerso nel sonno, dormiva dinnanzi a me.
Nell'ingenuità dei miei dolci pensieri, sorrisi mordendomi il labbro inferiore mentre lentamente e senza far rumore, portai le mie mani sotto al mio mento continuando a guardare il suo viso d'angelo, accompagnato dai meravigliosi raggi di sole che da dietro, illuminano la sua pelle caramellata.
"Buongiorno" sussurrai accanto al suo viso.
Senza smettere di sorridere e con ancora attenzione a non far alcun rumore, portai le mie mani sotto le mie orecchie poggiando il mio viso, sui miei sottili gomiti.
Per la prima volta, mi sentì anch'io risplendere di una luminosa e candida luce, leggera e al profumo di meraviglia e paradiso.
"Buongiorno" ripetei avvicinando ancor di più il mio viso al suo.
Nel silenzio dopo il mio sussurro, restai immobile a guardare i suoi occhi che, abbagliati dalla forte luce del sole, fecero fatica a riaprirsi.
L'ambra nei suoi occhi per la prima volta nella vita, mi diede il buongiorno ed io, guardai questo momento scegliendo di conservarlo per sempre nel mio cuore, nel lungo ed impagabile tempo dell'eternità.
"Buongiorno" sussurrò con voce ancora assonnata al mio viso, incapace di restare in silenzio nei confronti di quel che prova.
"Vuoi un po' di caffè?" gli domandai qualche istante dopo, accarezzandogli con una mano i suoi capelli castani, in disordine sul cuscino.
"Si, sarebbe perfetto" mi rispose lui restando immobile e sbattendo solo le palpebre, come se anche lui, stesse conservando dentro di sé questo magico istante.
"Vado a prepararlo" sussurrai togliendo la mano dai suoi capelli, appoggiando poi delicatamente le mie labbra sulle sue.
"Ancora uno" sussurrò.
Ridacchiai, incapace di rendermi conto di quel che realmente circonda il mio corpo.
"Fammi andare" boccheggiai fra un bacio e l'altro.
La sua mano che delicatamente avvolgeva la mia nuca, scivolò sul suo cuscino e stremato, si lasciò cadere indietro smettendo così di baciarmi.
"Grazie" gli risposi cordialmente al suo gentile gesto.
Senza riuscire a smettere di sorridere, mi alzai dal letto con indosso solo l'intimo della sera prima.
Lo guardai con occhi che so piacergli tanto e dal momento che notai il suo sguardo desiderosamente posato sul mio corpo, mi diressi senza esitazione fuori dalla sua stanza andando in cucina a preparare il caffè.
"Stronza" gridò ridacchiando Matthew dalla camera da letto non appena io arrivai in cucina.
"Dammi qualche minuto" gli risposi riempendo la caffettiera con dell'acqua e con del caffè macinato.

"Allison, hai preso i tuoi documenti da casa?" mi domandò la rassicurante voce di Matthew, osservandomi sorseggiare la mia colazione.
"Si sono, sono nel mio portafoglio" gli risposi senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi.
Annuì con la testa, come se il suo unico pensiero durante questa nostra prima colazione sia finirla in breve tempo e andare subito a denunciare.
L'avrei fatto.
Lo avevo promesso, preferivo soltanto poter godere ancora un po' di leggerezza.
Terminato il mio caffellatte, addentai qualche biscotto guardandomi intorno e riconoscendo in questa casa un bagliore femminile che l'avvolgeva di cura ed eleganza.
"Si vede che l'ha arredata una donna" esclamai sorridendogli.
"Tu dici?" mi domandò lui, come se mai si fosse posto questo quesito.
"Beh, si io lo vedo" gli risposi incapace di non guardare il suo viso, ancora stanco e dai capelli scompigliati.
"Vado a prepararmi" dissi dopo qualche secondo di silenzio, fra il suono dei denti di Matthew che masticano dei cereali.
"Qualche minuto e arrivo" mi rispose lui coprendosi con una mano, la bocca colma di cibo.
"Non preoccuparti" dissi sorridendo dinnanzi la dolce scena distesa sulla retina dei miei occhi.
Entrai in camera da letto e aprì la cassettiera scegliendo cosa indossare d riponendo i capi sul letto, mi guardai di sfuggita dal riflesso dello specchio accanto ad essa.

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