Il cilindro magico

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"Signore e signori, ecco a voi il potente Mago Mario!"

Sul palco si presenta un uomo non più alto di un metro e cinquanta con folti capelli grigi parzialmente nascosti da un grosso cilindro arancione.

Saluta il pubblico con sguardo regale osservando tutti dall'alto in basso per poi sfoderare un sorriso scintillante.

Si inchina con grazia facendo svolazzare la coda del frack arancione: "Buonasera pubblico. Stasera, qui in questo piccolo borgo..." Si volta verso un tecnico nascosto dietro al tendone di velluto che subito gli bisbiglia gesticolando: "Castelfuretto"

"...Castelfuretto, vi farò viaggiare nel mistero grazie alla mia magia e al mio cilindro da cui tutto può uscire."

La gente in sala esordì con un "Oooooh!" di meraviglia, aspettando con impazienza che iniziasse lo spettacolo.

Il grande Mario si tolse il cilindro riponendolo al contrario su un tavolino, si concentrò chiudendo gli occhi portandosi indice e medio alle tempie.

Aprì di scatto gli occhi mostrando le sue grandi iridi color nocciola.

Tra la barba ingrigita le sue labbra pronunciarono due parole: "Tsegulani Zipata!"

Il mago infilò la mano dentro al cilindro che emanava un flebile bagliore verde e magicamente estrasse un curioso animaletto.

Pareva un coniglio dal pelo marroncino, ma aveva sulla fronte due piccole corna da ariete, mentre le zampe somigliavano a quelle di una lucertola.

Il pubblico rimase esterrefatto mentre Mario mostrava la piccola creatura che con tutta tranquillità se ne restava tra le sue mani. Accarezzò la bestiola e la portò ad alcune persone in prima fila per constatare che non c'era nessun trucco, era un animaletto vero in carne ed ossa.

Tornato sul palco il mago ripose la bestiola nel cilindro e questa sparì.

"La magia non ha confini, signore e signori. Ora un'altra prova delle mie abilità, ma questa volta vi farò viaggiare nel passato."

La platea rimase senza parole. Si sentiva soltanto qualche bisbiglio in fondo alla sala.

Mario ripeté gli stessi gesti, ma questa volta non pronunciò nessuna formula magica. Dal cilindro si udì un verso stridulo e quando estrasse la mano il pubblico non poté credere ai suoi occhi: quello era un piccolo di dinosauro!

"Porca vacca!" Esclamò un uomo seduto in seconda fila "Meglio di Jurassic Park!"

Il piccolo dinosauro dalla pelle verdastra scalciava, impaurito da tutto quel pubblico intento ad osservarlo, ma Mario sapeva come tenerlo saldo.

"Osservate la natura di milioni di anni fa." Sollevò il cucciolo come Rafiki aveva fatto con Simba. Uno spettacolo senza pari!

La gente ormai era fuori di testa, ma riusciva ancora a rimanere composta.

Il mago passò ancora tra la folla e mostrò che il dinosauro era effettivamente vero.

Tornato sul palco lo ripose delicatamente nel cilindro. Sollevò il cappello mostrando che dentro era un semplice cilindro, nulla di strano.

La serata andò avanti e dal cappello uscirono libri antichi, ciambelle, oggetti incredibili che a detta di Mario provenivano da mondi lontani e così via fino ad arrivare al pezzo forte della serata, il gran finale.

"Ora ho bisogno di estremo silenzio. Le porte della magia sono aperte a svariate stringhe cosmiche e basterebbe un minimo passo falso per evocare qualcosa di così tremendo che voi nemmeno potete immaginare."

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