Settembre 2009
Montecarlo-Maxie...-
-Maxie.-
-Maxie!
-EMILIAN! -
Finalmente la voce acuta della bambina aveva raggiunto il ragazzino seduto alla sua scrivania, concentrato sui fogli davanti a lui.
-Jeanne, maledizione, sto provando a studiare- borbottò offeso.
-Ma io mi annoio - sbuffò lei, rotolando sul letto su cui era poggiata, guardando il suo migliore amico a testa in giù.
-E poi è Domenica e questa settimana parti per chissà quanto - continuo a lamentarsi.Max alzò gli occhi al cielo, consapevole che se esisteva qualcuno in grado di convincerlo a far qualcosa, anche contro il suo volere era proprio Jeanne Chloè Durand.
Lanciò uno sguardo alla sua migliore amica, ancora pigramente appoggiata sul suo letto e sorrise internamente.
Nonostante a volte la trovasse irritante - anche se a dirla tutta era realmente complicato trovare qualcosa che non lo irritasse - sapeva bene che ormai era diventata una costante delle sue giornate, fin da quando l'aveva conosciuta quattro anni prima.I suoi genitori si erano trasferiti da qualche giorno da Parigi, esattamente nella villa di fianco alla sua e di suo padre.
Aveva solo otto anni, ma quella bambina aveva immediatamente attirato la sua attenzione.
Stranamente, per una volta, anche suo padre sembrava intenzionato a conoscere i suoi vicini - più tardi avrebbe scoperto che il Signor Durand era un ricco investitore proprietario di diverse aziende e che era interessato a sponsorizzare piloti promettenti - quindi, quella sera, si ritrovò proprio a cena della famiglia nuova.Non era mai stato un bambino incline a stringere amicizia facilmente, alla fine il suo unico pensiero erano unicamente i motori e il rendere orgoglioso il proprio padre, ma fu letteralmente travolto dalla personalità allegra della bambina che non riusciva ad accettare il mutismo del bambino davanti a lei. Soprattutto visto che voleva farsi dei nuovi amici e quel ragazzino biondo doveva far parte dei tanti amici che era intenzionata ad avere.
Fu per questo che, finita la cena, decise di abbandonare gli adulti ai loro discorsi noiosi e si ritrovò a trascinare il biondino nella sua stanza.
Max, confuso, si fece trascinare e si limitò a studiare la piccola pazza che sembrava averlo rapito.
Si ritrovò a pensare che fosse proprio una bella bambina, con i lunghi capelli lisci e neri e gli occhi così azzurri da sembrare trasparenti. I lineamenti erano ovviamente morbidi e trovò adorabile quel nasino francese all'insù che confermava solo le sue origini.Quando però arrivò nella sua stanza e vide che era letteralmente piena di peluche di lupi, gettati ovunque probabilmente a causa del trasloco appena avvenuto, in cuor suo, si chiese se non si trovasse tra le mani di una squilibrata.
-MAXIEEEEE!- la voce dell'adorabile, ormai ragazzina gli trapanò le orecchie.
-Stavi facendo quella cosa che fai sempre - sbuffò
-Intendi pensare? Vuoi che ti insegni a farlo? - la prese in giro, divertito.
Non fece però in tempo a finire la frase che un cuscino gli arrivò dritto in faccia.Le lanciò un'occhiata truce, ma sentendola ridere non poté fare a meno di trovarsi a sorridere.
-Va bene- si arrese -facciamo una passeggiata, ma massimo un'ora. Sto cercando di studiare come migliorare il kart - commentò
-Sì, va bene - sorrise lei estasiata, saltando in piedi e indossando velocemente una felpa di Max, sotto il suo sguardo attento.
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Wolfie // Max Verstappen
Fanfic"- E ogni volta che ti mancherò avrai lui - sorrise lui imbarazzato, mentre la abbracciava e teneva il peluche tra le mani. -Sì, Wolfie sarà il tuo sostituto perfetto - rise -Wolfie?! -Sì, Wolfie - sorrise staccandosi leggermente da lui, guardandolo...