first kiss

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Erano rimasti loro due. Il silenzio era carico di tensione ma allo stesso tempo rilassante, come se una bolla li avesse circondati. Camminavano vicini per le vie del campeggio: lui la istigava, la spingeva gioiosamente mentre lei gli imprecava dietro ricordandogli il suo pessimo equilibrio.
Erano carini da vedere.

Lei sbuffò, attirando l'attenzione di lui «Ci sediamo?»

l'altro annuì, guardandola sorridendo leggermente per poi tirarle un pugno amichevole sulla spalla «Andiamo al parco, ci dovrebbero essere delle panchine» rise quando imbronciata per il pugno gli mise la mano davanti al viso scuotendo l'indice nel comune gesto di negazione. Camminarono così, parlando poco godendosi la compagnia l'uno dell'altro. Poi lei gli prese la mano, attirando tutta l'attenzione del ragazzo che si mise a guardarla tranquillo, stringendogli il pollice

«Sono tuo padre ora?» chiese scherzando scatenando la risata della ragazza «No, in quel caso si da il mignolo» ridacchiò lei, prendendogli però poi la mano e stringendola.

Arrivarono tra chiacchere inutili e risate al parco dove si sedettero su una panchina sotto le stelle. Si sedettero vicini, ma poi lei si appoggiò con la testa sulla spalla di lui, che le strinse il fianco col braccio, per poi scivolare sulle sue cosce. Parlarono, un po' del passato un po' di quello che avevano vissuto. Una mano di lui le accarezzava la testa, l'altra era poggiata sulla sua coscia.
"se mi tocca il culo è morto" questo pensava. La guardò confuso quando prese la mano dalla gamba e iniziò a tracciare le vene un po' ad occhio, oltre che disegnare dei cerchietti con i polpastrelli sul braccio. Man mano lui si piegava su di lei e lei lo guardava negli occhi curiosa della sua prossima mossa. Lui si avvicinava sempre più a lei finendo per poggiarsi poi con il braccio piegato sulla sua pancia. Si guardarono negli occhi, così vicini che sentivano il fiato dell'altro sulle proprie labbra. Si guardarono negli occhi, che poi scesero e risalirono alternati. Erano così vicini che quasi si toccavano, i nasi incrociati come lo sguardo. Lei era titubante, non sapeva cosa fare: era il suo primo bacio dopotutto, e se non fosse andata bene? Lui sembrò campire i suoi tentennamenti e quasi per conferma parlò, la bolla che si era creata intorno a loro però non si ruppe «No?» le sussurrò guardandola negli occhi e godendosi la vista del viso dell'altra arrossire e girarsi dall'altra parte.

«Non lo so... non l'ho mai fatto» aveva paura, tanta, più di quanto potesse ammettere.

«Che cosa?» le chiese, lasciandola confusa: lo aveva chiesto per sciogliere la tensione o perché non aveva capito? Fece per girarsi di nuovo, ma la sua schiena gli fece capire che la posizione non fosse più comoda

«Scambio? mi fa male la schiena» parlò piano, mettendo quasi il broncio. Lui annuì e si scambiarono. Lei guardò le stelle, abbassando poi lo sguardo e notando lui incantato a fissarla «cosa?» mormorò, non volendo spezzare l'atmosfera

«Niente, mi sono bloccato» scosse la testa. Lei si stese come aveva fatto lui prima, i visi divisi da un centimetro di aria. Si avvicinarono insieme, dopo essersi fissati le labbra a vicenda. Un desiderio nuovo, proibito, si fece spazio in lei. Il primo bacio fu a stampo, poi ne seguì un secondo, un terzo e il quarto si trasformò in un bacio più lungo. Mossero le labbra le une sulle altre, godendosi gli schiocchi prodotti e i leggeri sospiri per respirare. Le sue labbra erano morbide, non lo avrebbe mai detto, e aveva un gusto zuccherino che le faceva venire voglia di non staccarsi più. Si staccarono e lei nascose il viso dietro il gomito. Aveva paura: aveva fatto schifo era sicura avesse anche un brutto sapore in bocca. Era stato bello, aveva ancora i brividi, sia per il freddo sia per il bacio, e la mano di lui dietro la sua nuca era una conferma del fatto che lui non volesse rompere il contatto.

«Ei» mormorò lui, spostandole il braccio dal viso «era il mio primo bacio» confidò lei. Lui sgranò gli occhi «Scherzi? » al suo negare sorrise «Non si direbbe, mi hai seguito alla perfezione... e mi hai anche leccato il labbro alla fine» la stuzzicò, guadagnandosi un pizzicotto

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