𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐏𝐑𝐈𝐌𝐎

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Non aveva mai capito cosa ci fosse di utile nel possedere più di un nome. Insomma, cosa se ne faceva lei dei suoi due nomi? Non le bastava il primo ad identificarsi e distinguersi dalla massa? Evidentemente no. O, più semplicemente, ai suoi genitori era piaciuto l'accostamento di suoni che creava il nome Selene accanto al nome della madre di quest'ultima, Febe. Séléné Febe Avrey amava da impazzire l'etimologia dei suoi due nomi, ma in quel preciso momento avrebbe voluto solamente poter rimuovere il suo secondo nome dal suo certificato di nascita. Già se lo immaginava, il momento in cui, d'innanzi a tutta la scuola, la vicepreside l'avrebbe chiamata pronunciando male uno dei due nomi andando a richiamare l'ilarità di tutto il corpo studentesco dell'istituto. Si ritrovò a rabbrividire all'idea e, subito dopo, a scacciare via quei pensieri dalla sua mente. Quella non era lei. Quelle paranoie non erano lei. Lei era Séléné Febe Avrey, e andava fiera dei suoi due nomi che manteneva con estremo orgoglio ed eleganza.

❝primo anno! Primo anno! Da questa parte!❞ furono queste le prime parole che Séléné udì una volta messo piede giù dall'Hogwarts Express o, meglio, le uniche che fu capace di udire. Il vociare dei numerossisimi studenti, assieme al rumore dei freni e delle ruote del treno che sferragliavano contro il binario della stazione ferroviaria, creava infatti un rumore assordante e caotico.
❝su dai, non siate timidi, coraggio! Forza, fate presto, andiamo!❞ Séléné decise di seguire quella voce e, assieme ai suoi amici d'infanzia arrivò a pochi metri dall'uomo dalle dimensioni più grande che avesse mai visto. Doveva trattarsi di Rebeus Hagrid, i suoi le avevano parlato del mago mezzogigante che occupava il posto di guardiacaccia e custode della scuola di Hogwarts. A dire la verità, le avevano parlato un pò di tutti gli aspetti di quella scuola.
❝bene, da questa parte per le barche, avanti, seguitemi!❞ esclamò il mezzogigante dopo aver constatato che tutti gli studenti del primo anno si erano radunati e compattati proprio davanti a lui.

Le barche, come le aveva chiamate poco prima il guardiacaccia, non erano altro che scialuppe, piccole barchette su cui entravano al massimo quattro ragazzini. Proprio per questo fatto, ne era presente una quantità che sembrava infinita. Una volta che tutti i primini ebbero preso posto sulle imbarcazioni, anche Hagrid salì su una di esse e, dando un colpetto al molo, fece partire tutte le strutture in legno. Séléné e i suoi compagni di viaggio si ritrovarono, in un primo momento, immersi nella nebbia ma, quando questa, pochi attimi dopo, si diradò, lasciò posto ad uno spettacolo mozzafiato. Il lago che tutti quegli studenti stavano attraversando era il Lago Nero, tanto bello quanto pericoloso date le numerose creature magiche e mitologiche che lo abitavano. Su di esso, a vari metri di distanza da dove si trovavano le barchette, si stagliava un alta scogliera, tipica dei paesaggi scozzesi, che ospitava il più meticoloso e magnifico castello mai visto. Séléné fu capace di distaccare gli occhi da quella struttura solo per osservare i suoi coetanei e notare che, tranne lei, erano tutti con gli occhi incollati a quell'opera d'arte architettonica con le bocche sorridenti ma spalancate. 

Il tragitto a piedi, dal punto di approdo delle barchette fino ai cancelli di Hogwarts, fu lungo, ma, una volta giunti all'interno del castello, l'unico pensiero che martellava le teste degli studenti del primo anno era 'ne è valsa la pena'. Dopo una serie di rampe di scale, la marmaglia di ragazzini si fermò davanti ad una donna adulta, dall'aspetto elegante e severo, con un lungo vestito di velluto verde scuro e un cappello a punta nero sul capo. Quella, pensò Séléné, doveva per forza essere la vicepreside di quella scuola, Minerva McGranitt.

❝benvenuti ad Hogwarts. Dunque, tra qualche minuto varcherete questa soglia e vi unirete ai vostri compagni, ma prima che prendiate posto, verrete smistanti nelle vostre case, sono: grifondoro, tassorosso, corvonero e serpeverde.❞ dopo che la donna ebbe presentato l'ultima casa un ragazzino, che fino a quel momento era appoggiato alla balaustra di marmo delle scale, si voltò cercando qualcuno con lo sguardo. Quando i suoi occhi incontrarono quelli di Séléné, Draco Lucius Malfoy si ritrovò a sorridere compiaciuto, alzando appena le sopracciglia. L'amica, gli rispose con un altro sorriso.
❝per il tempo che sarete qui, la vostra casa sarà la vostra famiglia. I trionfi che otterrete le faranno guadagnare punti e ogni violazione delle regole le farà perdere punti. Alla fine dell'anno, alla casa con più punti verrà assegnata la coppa delle case.❞ il discorso della donna procedeva studiato e ritmato, con pause e toni gravi di tanto in tanto. Tuttavia, il monologo della vicepreside venne interrotto dall'esclamazione di un bambino che si trovava in prima fila.

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