"Hai le chiavi di casa da neanche due giorni e già te le dimentichi?"
Manuel sobbalza alla voce di Simone, mentre è seduto sulla sedia sdraio del giardino di Villa Balestra.
Che poi ci sono sicuramente modi peggiori di rimanere chiusi fuori casa, ma anche questo fa parte dei fantastici privilegi di cui gode da quando si è trasferito.
"Che ce voi fà, so un tipo distratto. E non so abituato a quel mazzo vostro, ma che dovete apri?? A reggia de Versailles con tutte quelle chiavi??"
Simone accenna una risata "Una è per il cancello principale e una per la porta vera e propria. Ah, e quella per la cassetta della posta".
Manuel gli punta un dito contro "Eh 'o vedi? So troppe".
Simone continua a sorridere e scuote il capo, leggermente in imbarazzo.
E' la prima volta da quando lo conosce che si ritrova da solo con Manuel e non è sicuro di cosa dire.
Ci pensa l'altro ragazzo a spezzare il silenzio quando "Te va de fumà un po'?" propone, indicandogli la canna che tiene in bilico tra l'indice e il medio.
"Sì, però andiamo sul retro, dalla piscina".
"Ammazza oh me ce devo abituà a tutto 'sto capitalismo".
"L'unica capitalista qui è mia madre, in realtà. La casa è sua" confessa mentre Manuel si è alzato per seguirlo verso la piscina all'aperto - che è perennemente vuota.
"E a lei sta bene averla lasciata al suo ex marito e alla sua futura moglie?"
"L'ha lasciata a me, in realtà. Cioè- è una lunga storia".
"Beh, mo che viviamo insieme de tempo ne avremo".
Di nuovo, Simone annuisce, non sapendo bene cosa provare di fronte all'evidenza sempre più lampante che il ragazzo di fronte a lui è diventato parte della sua famiglia.
Manuel, nel mentre, ha preparato la canna che gli passa ridacchiando.
"Nun te facevo uno da fumà".
"Perché?"
"Boh me pari 'n perfettone".
"Ma assolutamente no"
"Assolutamente? Ma come parli ao"
I due ridacchiano spintonandosi. Manuel si sente stranamente bene con quel ragazzo ed è felice di essersi ricreduto.
Aspira un po' la canna e chiude gli occhi, godendosi quel silenzio.
"Te sei contento de sta cosa dei nostri genitori?" chiede, perché non ne hanno mai davvero parlato.
Simone si volta a guardarlo "Boh, sì. E' molto tempo che io e mio padre cerchiamo di non intrometterci nelle nostre vite private".
"Come mai?"
"Diciamo che quando tuo padre al liceo inizia a farti outing raccontando a tutti che sei gay, impari a tenere per te le tue relazioni".
Manuel deglutisce, che lo sapeva che Simone fosse gay - e ha pure visto quel pariolo del fidanzato suo.
Ma l'amarezza nella voce del ragazzo più piccolo lo intristisce.
"Io e mi madre se semo sempre detti tutto; è la prima persona a cui ho detto de esse bisessuale" confessa e nota subito lo sguardo sorpreso di Simone guizzare su di sè.
Si volta appena nello sua direzione e un sorriso compare sul volto del corvino.
"E' una bella cosa" commenta, la voce un po' emozionata.
"Che io e mi madre semo legati o che so bisessuale?" scherza Manuel e Simone scoppia a ridere e "Entrambe le cose" risponde.
Manuel annuisce tra sé e ritorna a guardare il cielo "C'è un cielo stellato bellissimo stasera"
Simone si sdraia per guardare meglio "Da qui c'è una visuale migliore" lo invita.
Il riccio lo imita e gli si sdraia accanto. Stanno in silenzio per un po' ma per nessuno è un silenzio pesante; è come se fossero abituati da sempre l'uno alla presenza dell'altro.
Paradossale, perché fino ad una settimana prima neanche si conosceva.
"Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me" recita Manuel ad un certo punto.
"Critica della ragion pratica" risponde prontamente Simone.
Manuel volta il capo verso di lui "Nun te facevo un tipo da filosofia".
"Non lo sono, infatti. Ma sono pur sempre figlio di mio padre. E poi una volta, al liceo, un ragazzo con cui stavo ha avuto la bella idea di farmi ripetere Kant...con lui nudo".
Manuel per poco si strozza con la sua stessa saliva "Che?"
"Eh sì in pratica non riuscivo a memorizzare alcuni concetti e si è offerto di aiutarmi e di darmi
premi in cambio di risposte corrette".
"Cioè...petting in cambio di Kant?"
Simone ridacchia "Eh sì. Perché un filosofo in erba come te non c'aveva mai pensato?"
Gli occhi di Simone sono così grandi e profondi, che per un attimo Manuel si dimentica come rispondere.
"No, direi di no".
"Beh, peccato" dice Simone, abbassando un po' lo sguardo.
Entrambi ora si stanno guardando, un po' rossi in volto, quando una voce li desta dai loro pensieri.
"Ao ma che state a fà???"
Jacopo è tornato.
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Per colpa di Kant
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