La cena a casa di Daniele era andata malissimo.
Non che il suo fidanzato, o i suoi genitori, se ne fossero accorti in modo particolare; ma lui non aveva fatto altro che pensare a Manuel e a quello che era successo la sera del suo compleanno.
Quando era tornato a casa l'intenzione di parlargli e mettere un punto alla situazione era davvero salda, quantomeno nella sua mente.
Non poteva tradire Daniele, non era il tipo e non era moralmente corretto.
Ma trovarsi davanti Manuel aveva annullato completamente tutti i suoi buoni propositi ed erano finiti l'uno addosso all'altro dopo neanche cinque minuti.
E adesso, che è sera tardi e sta sgattaiolando verso la camera del suo fratellastro, sa benissimo cosa succederà.
Ma sta consenzientemente percorrendo quel corridoio che ormai costituisce il confine tra ciò che vuole e la sua morale.
Entra in camera senza neanche bussare, che vuole fare il più in fretta possibile e silenziosamente.
"Te sei deciso finalmente" ghigna Manuel, che si trova seduto scompostamente sul letto.
"Sono qui per gli anelli" risponde cercando di rimanere fermo e saldo.
Che la figura di Manuel in maglietta e calzoncini lo destabilizza e non poco.
"Vieni a prenderli allora"
Il sorriso di Manuel sembra quello del maledetto Stregatto e Simone si sente veramente come Alice, in balia di una specie di sogno, senza sapere come andrà a finire.
"Manuel" fa per cominciare ma in un attimo il ragazzo più grande gli è davanti e gli porge le mani dove tiene i suoi anelli.
"Prendili Simò. So tuoi prendili" gli sta sussurrando sulle labbra e Simone, Dio, Simone non è mai stato il soldato più forte di Cristo.
E' infatti proprio lui che si spinge in avanti e assale la bocca di Manuel, in un bacio aggressivo e scomposto; l'altro si fa trovare ben preparato e in un attimo sono solo mani e denti e lingua ovunque.
Gli anelli sono ormai caduti per terra quando Simone spinge Manuel sul letto e gli sale a cavalcioni.
"Simò..."
"Stai zitto, Manuel.Sta zitto".
Il più piccolo riprende a baciarlo con foga fin a che non sente la mani di Manuel stringergli i fianchi e far leva per togliergli la maglietta.
"Manu..." sussurra Simone, fermandosi. Ha il fiatone e non può credere di star tradendo di nuovo Daniele.
Ma c'è una cosa che sta imparando a realizzare di se stesso: Manuel è la sua eccezione.
E lui non è un fedifrago, ci ha messo anni di terapia ad elaborare tutte le scelte sbagliate di suo padre.
Ma Manuel è la sua eccezione.
"Simò, resta qui stanotte. Per favore".
Manuel appoggia la fronte contro la sua e sembra così piccolo che Simone sente un groppo in gola di tenerezza. Vorrebbe piangere e ridere. O forse vorrebbe semplicemente amarlo.
E quindi decide di farlo.
Lo farà.
Quella stessa notte.
"Rimango Manu. Rimango".
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Per colpa di Kant
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