E perciò accadde lo stesso del solito.
lei si diresse verso camera sua e poi sprofondò nel materasso sperando di poter dimenticare per un po' ciò che la circondava.
Quindi quando chiuse gli occhi si fece trasportare in un posto sconosciuto.
Era notte fonda e Eriko era circondata da alberi spinosi in una foresta ignota.
Non era totalmente buio e questo le permise di accorgersi di essere in pericolo.
Un forte schiamazzo si udì da lontano.
Così la mora si diresse verso il suono per capire cosa stesse succedendo e una volta arrivata quello che le si presentò davanti fu una scena che l'avrebbe segnata a vita.
Sul ramo di un salice piangente c'era ancorata una corda, e poi impiccata a quello spago si trovava lei stessa.
La sua testa penzolava verso il basso non permettendo ad Eriko di vedere il suo viso, le braccia e le gambe erano marcate da profonde strisce di sangue.
La ragazza provò terrore davanti a quell'immagine, sentì il cuore fermarsi e poi buio.
Si svegliò di soprassalto, era completamente sudata e il suo organo vitale palpitava tanto da farle sembrare di star fuoriuscendo dal petto.
Era stato solo un orribile incubo ma da quel giorno continuò esso continuò a ripetersi.
Si alzò dal letto e dopo essersi sciacquata il viso in bagno, si diresse svogliatamente verso la cucina dove prese i suoi soliti antidepressivi.
Lei non sopportava prendere le pillole prescritte dal suo psichiatra ma sapeva che senza di loro si sarebbe potuta trovare già all'atro mondo.
'Drin drin'
Si occorse che il capannello stava suonando e così andò ad aprire.
Era sua madre, tornata da lavoro.
-Ciao Eriko!!!-
Esclamò la donna felice di rivedere sua figlia dopo diversi giorni di viaggio.
-Ciao mamma.-
Rispose insensibile la figlia, non riusciva ad esprimere i suoi sentimenti e questo rendeva triste la madre che in ogni modo possibile cercava di supportarla.
-Ho preso il tuo cibo preferito!-
Riprese la donna.
-Grazie.-
Rispose la mora freddamente.
-Allora adesso lo preparo così tra 10 minuti mangiamo d'accordo?-
-Sì.-
-tuo padre torna tra poco.-
-Ok.-
Eriko tornò in camera sua, si sedette sulla sedia e sfogliò un libro.
Questo la tranquillizzava e permetteva al tempo di scorrere più velocemente, come se si trovasse in una bolla isolata dal resto del mondo, dove nessuno poteva disturbarla.
Lei Era una semplice e innocente ragazza che però soffriva di una forte depressione che la portò a non voler più relazionare con la gente.
Con il tempo Eriko iniziò a pensare di non meritarsi la vita.
E perciò provò infinite volte a metterle fine.
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I should have
General FictionCome tutti i giorni Eriko si diresse a scuola inondata da continue domande che le riponeva la propria mente consumandola. Lei era vittima di una profonda depressione che sempre di più la stava distruggendo non dandole la possibilità di vivere come a...