Aveva capito di non poter continuare a vivere in quel modo, il suo cuore non ce l'avrebbe fatta, sarebbe sprofondato in un dolore straziante che l'avrebbe uccisa lentamente.
Forse Eriko credeva di essere in grado di ignorare il dolore che provava ma non avrebbe potuto continuare a campare seguendo il suo malsano stile di vita.
Ormai aveva raggiunto il fondo e non esisteva nessun modo per tornare indietro.
Però lei non aveva paura, era solo sollevata dal fatto di potersi finalmente lasciare andare seguendo il destino che le indicava la strada da dover percorrere.
La ragazza era immersa nel liquido rosso sangue della vasca.
Le sue ferite si erano riaperte, quelle sbucciature che sembravano essere rimarginate l'avevano circondata del suo stesso sangue.
L'allergia ai fiori primaverili l'aveva portata a impazzire infatti, trascorreva giorno e notte a grattarsi e lentamente la sua pelle si era scorticata facendo fuoriuscire fiumi rossi dal suo corpo martoriato.
I suoi vestiti erano costantemente macchiati e lo stesso valeva per le lenzuola.
Ma sua madre non faceva altro che ripeterle "non grattarti, è solo un allergia."
Erika però finì per non uscire più di casa tranne che per la scuola, quel fastidio costante non le permetteva più di vivere come gli altri e il suo odio verso il padre l'avevano portata a non riuscire più a comunicare con la sua famiglia e le sue insicurezze, le sue paure, le avevano scavato una fossa dove poi lei stessa ci si era rifugiata.
Tornata a casa di solito si chiudeva in camera, serrava le finestre e si accovacciava in un angolo della stanza a pensare se tutti gli esseri viventi trascorressero la vita in quella straziante modo.
Eriko uscì dalla vasca e tirò via il tappo.
Si asciugò velocemente ignorando i dolori che le provocavano le sbucciature e si infilò il pigiama nero che le avrebbe tenuto compagnia per tutta la notte.
La mora chiuse la porta del bagno e si sedette davanti al computer, si tappò le orecchie con delle cuffie e accese la musica.
Ora quest'ultima era più serena ma quante discussioni aveva in sospeso con se stessa?
Quante volte aveva evitato di ascoltare i suoi stessi bisogni?
Tante erano state le volte da farle perdere il conto.
Eriko era consapevole di non essere capace di trattarsi come meritava.
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I should have
General FictionCome tutti i giorni Eriko si diresse a scuola inondata da continue domande che le riponeva la propria mente consumandola. Lei era vittima di una profonda depressione che sempre di più la stava distruggendo non dandole la possibilità di vivere come a...