Infanzia negli occhi

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parlami parlami parlami
parlami ancora di te
come se rovesciassi la tua storia
sul pavimento, sulle coperte, sulla mia pelle

Non vivono più a Villa Balestra, non si mettono più a bordo piscina con una canna tra le dita e non hanno più diciassette anni.

Tra l'indice e il medio tengono una sigaretta, hanno smesso con l'erba, il loro tetto ora li ospita mentre una coperta ricade sulle spalle di Simone.

Hanno superato da poco i trent'anni, tre invece sono i mesi del piccolo randagio che si trova adagiato sullo stomaco di Manuel. Contro ogni aspettativa è stato lui a portarlo nel loro appartamento, con l'adozione non hanno speranze.

Fumare insieme, la sera, dopo una giornata di lavoro, è rimasta una loro tradizione. Non si parlano da un po' ma dopo cena entrambi salgono sul tetto, Manuel con una coperta tra le mani che servirà poi al suo ragazzo e Simone con tabacco, cartine, filtri e accendino.

Non si parlano ma gli occhi di Simone lo implorano di farlo. Crescendo, avevano superato questo scoglio e Manuel aveva iniziato a rovesciare il suo cuore sulla pelle di Simone, erano diventati una cosa sola. Simone capiva Manuel anche nel suo silenzio, gli occhi parlavano abbastanza. Ora però non bastano più. Non potranno avere dei figli, non potranno avere la famiglia che hanno sempre desiderato e, forse, non sono in grado di affrontare questo dolore.

Manuel non ci sa fare con le parole nonostante sia ormai un professore di filosofia. Simone però vorrebbe tanto che Manuel gli parlasse.

Simone non ci sa fare con i gesti nonostante sia ormai un pediatria che di gesti per i bambini ne fa tanti. Manuel però vorrebbe tanto che Simone lo stringesse forte.

Il loro linguaggio é diventato troppo diverso e questo colpo, loro non sono in grado di reggerlo.

Manuel si alza e torna in casa, il gatto invece si avvicina a Simone e, con la sua linguetta ruvida, scaccia via una lacrima solitaria sul suo volto. Poco più tardi Simone raggiunge Manuel nel loro letto, non dormono più abbracciati.
Si addormentano entrambi a pancia in su, con i mignoli intrecciati, odiano andare a dormire senza aver fatto la pace, questa è una situazione diversa ma quel mignolo intrecciato è il loro modo per dirsi che si amano, nonostante tutto.


ma adesso tu
adesso parlami di te
e prova a farlo senza usare gli occhi
che io ti ascolto con le braccia aperte

I giorni passano e loro diventano sempre più sconosciuti nella loro stessa casa. L'unica parvenza di familiarità la vivono sul tetto, con la loro sigaretta condivisa, e tra le lenzuola con i loro mignoli stretti.

'Forse per un po' dovrei tornare da papà.' È così che esordisce Simone mentre passa la sigaretta al suo compagno. Manuel lo sapeva, sapeva quanto male stava facendo a Simone con il suo silenzio e sapeva anche che, andando avanti di questo passo, avrebbe perso la cosa più bella che la vita gli aveva donato.

Manuel lo guarda, Simone è sempre riuscito a leggere nei suoi occhi, non capisce perché adesso non ci provi più.

Guardami, sembra dire Manuel con gli occhi. Parlami, sembra dire Simone con il cuore.

Il più grande non ce la fa a parlargli, crollerebbe e non può permetterselo. Se solo Simone provasse a guardarlo, leggerebbe nei suoi occhi come avrebbe voluto un figlio per dargli ciò che a lui è mancato da piccolo, due genitori che lo amassero incondizionatamente. Ci aveva creduto così tanto che se adesso parlasse, rischierebbe di rompersi in mille pezzi.

'Se credi sia la cosa giusta, va pure.' Questo è tutto ciò che riesce a dirgli, prima di tornare in casa senza lasciare a Simone il tempo di replicare.

Tu cosa vedi quando chiudi gli occhi - SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora