PROLOGO

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Ha i polsi tagliati e gli occhi stanchi

Le piace la vita ma quella degli altri Sa bene cosa è il dolore, l'ha provato già Esce di notte, balla da sola nel club Vorrebbe solo quello che hanno tutte le altre Ma nella borsa non ha i trucchi, ha le sostanze

Lei è...- Silent Bob & Sick Budd

4 ANNI PRIMA(Clelia 16 anni) 

TW: ABUSO DI SOSTANZE STUPEFACENTI, PSICOFARMACI E ALCOOL.

Molte volte mi chiedo perché soffriamo così tanto, mi chiedo anche perché non riusciamo a essere felici, perché ci togliamo quel barlume di speranza e di felicità che servire per farci stare bene? Semplicemente perché?

Spesso mi chiedo se sia necessario tutto questo male, e quali motivi lo hanno scaturito. Se sia iniziato tutto nel giardino dell'Eden veramente, o se non era già nei piani di Dio di farci tutto questo male. 

Perché farci soffrire non essere i suoi figli? Quelli a cui tenere? 

E' vero non tutti sono nati per fare da genitori, e io questo posso confermarlo nella maniera più assoluta.

Quando si cresce con una madre che critica tutto ciò che tu faccia, e un padre che è presente in famiglia ma per te no, cerchi di capire quale sia il problema e inizia a credere che qualcuno sopra di te non voglia il tuo bene. Allora inizi a cercare dei modi per fuggire, all'inizio può essere la musica, metti le cuffiette metti la tua playlist e il tuo mondo si silenzia, poi questo non ti basta, e così inizi ad uscire con gente più grande di te i quali passano il tempo a farsi le canne e non solo, e tu inizi a seguire il loro comportamento. E nonostante tu sappia che tutto ciò sia sbagliato, continui ad errare perché non vuoi smettere di vivere per metà, perché alla fine è vero, si vive sempre per metà, fino a quando non si tocca il fondo.

Il 31 ottobre 2014 ho toccato il fondo, quella sera volevo staccare la testa, mia madre mi aveva appena detto che fossi un'inetta, che non sapessi fare niente e come sempre mio padre era lì a lavorare per lui era sempre prima il lavoro, allora mi sono vestita nel modo più inappropriato e dopo aver preso la borsa ho sfilato davanti ai miei genitori e sono uscita. Sotto casa c'era la mia compagnia che mi stava aspettando e dopo essere salita in macchina e aver chiuso la portiera siamo partiti. Ci siamo diretti al 'BANSHEE' il nostro bar di fiducia. Prima di entrare all'interno del bar, mi accesi la canna che mi ero preparata prima e feci qualche tiro, nel mentre gli altri che erano entrati, riuscirono soltanto per portarmi da bere. 

Dopo aver finito la canna e il drink che avevo in mano, entrai e mi diressi al tavolo dove alcuni stavano stendendo la cocaina e altri stavano sciogliendo l'eroina. All'interno della borsa avevo dello Xanax e del Valium i quali mi aiutavano dopo aver avuto degli attacchi di panico, presi le pasticche e insieme alla bottiglia di vodka che i ragazzi si erano fatti portare e li mescolai. Dopo che li avevo presi mi sentivo sempre bene, passavo dal provare tutte le emozioni possibili a non provare più nulla, sembravo sulle nuvole.

Mi allontanai un attimo dal tavolo per dirigermi in bagno, non mi reggevo in piedi, continuavo ad andare addosso le persone, a un certo punto mi scontrai con un petto massiccio, senza alzare lo sguardo, mi spostai e mi diressi tutta traballante al bagno.

Dopo aver fatto i miei bisogni, ritornai dagli altri, che stavano tirando su le strisce di coca che si erano preparati prima, Lucas mi passò la banconota arrotolata e la avvicinai al mio naso, mi tappai la narice sinistra e tirai su, tirai di scatto su la testa e la mandai indietro, poi mi chinai di nuovo e sniffai anche le seconda e la terza striscia. Alcuni provarono anche ad allungarmi una siringa di eroina, ma io non riuscii mai ad afferrarla perché in quel momento svenni. 

Se svenni o meno non me lo ricordo, l'unica cosa che ricordo esattamente è il palpitare esagerato del mio cuore, sentivo una certa pressione alle orecchie e mi sentivo morire. Ma io non volevo solo sentire la morte, io volevo morire, non volevo provare tutto quel dolore, non volevo provare niente.

Mi sveglia due mesi dopo, non sapevo dove mi trovassi o cosa avessi fatto, fino a quando il medico non entrò nella stanza per raccontarmi tutto. Avevo solo avuto un overdose dal miscuglio di sostanze stupefacenti, psicofarmaci e alcool, alla fine non avevo avuto niente di grave. 

Dopo questo episodio, i miei genitori insieme ai medici, mi hanno mandato in una clinica dall'altra parte del mondo, per potermi disintossicare e tornare a vivere la mia vita.

ANGOLO AUTRICE

Sinceramente questa è la prima volta che scrivo un angolo autrice e non esattamente come si faccia ahahah. 

Il prologo e il primo capitolo della storia saranno da parte della protagonista, sia chiaro, io personalmente sono la prima a disapprovare il suo comportamento e proprio per questo non la giustificherò. Il suo comportamento all'inizio della storia vi potrà sembrare superficiale e quello di una bambina, ma vi posso assicurare che la nostra Clelia ci mostrerà un'altra sé dopo essere stata in clinica.

Detto questo io vi lascio e spero che il capitolo vi sia piaciuto.

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