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~•ERA FOTTUTO•~

Ma quale casa
Non era rientrata minimamente nel dormitorio che l'agenzia le aveva dato a disposizione
Era scappata, rifugiata dentro un minimarket, era vuoto, non c'era un anima viva se non il commesso

Era un ragazzo alto, tanto alto, dai sistemati capelli neri e mossi, i suoi occhi erano talmente scuri che ti ci perdevi dentro
Entrava spesso dentro quel minimarket, il cibo imbustato che portavano era estremamente buono e non aveva mai visto quel ragazzo
Il capo era conosciuto per aver cambiato due commessi nel giro di tre giorni, non sapeva assoluta tenerseli, forse il carattere, forse la paga?

<<Salve>> si inchinò gentilmente al ragazzo
Si infilò tra gli scaffali, andando a prendere la sua solita porzione di ramen, l'ora di pranzo stava arrivando e la sua pancia necessitava del cibo.

Si sedette sullo sgabello, posto al davanzale che dava sulla strada, aspettando che il suo cibo di riscaldasse nel fornetto.
Poraloid love degli enhypen risuonava a basso volume nel posto, rilassando completamente i suoi nervi tesi

Dal debutto aveva sempre amato quel gruppo, non perché avesse rapporti stranamente stretti con uno di loro, ma perché la loro musica le entrava nelle vene, cambiano radicalmente il suo umore da un momento all'altro.

Mangiare dentro questo posto era sempre stata la sua parte preferita, non si sentiva osservata, o "famosa". Prestava attenzione ad ogni movimento della gente, osservando le loro azioni e provando a studiarli affondo, magari dando un senso alla sua vita. Che, per quanto ci provava, non trovava.

Al suonare del microonde scese dallo sgabello e prese la sua ciotola di cibo, emavavni calore e ciò le faceva appannare gli occhiali. Si girò e per un momento vide il tizio osservarla, prendere qualcosa da una cesta e alzarsi
Fece finta di niente, pensando che fosse solo frutto della sua immaginazione, ma al sedersi sul posto precendente un lattina di coca cola so presentò davanti al suo viso

Le mani curate del ragazzo erano attorno all'alluminio, le osservò e poi il suo sguardo scattò verso il viso del commesso

<<È scaduta oggi, solitamente mangio il ramen con una bibita, è davvero buono>>

<<Oh, grazie mille allora>> sorrise gentilmente e aprì la lattina, sorseggiandone un po'.

<<Sei nuovo vero?>>
Si girò verso il ragazzo, seduto dietro il bancone, esattamente davanti a lei.

<<Si, ho iniziato oggi a lavorare, si vede tanto?>>
Ridacchiò imbarazzato

Alexandra mandò giù un po' di ramen e sorrise
<<Non tanto, sono una cliente abituale e noto quando qualcosa cambia, nulla di più>>
Alzò le spalle indifferente e chiuse gli occhi, godendosi il cibo che le rigenerava lo stomaco.

<<Posso farti una domanda?>>

Inclinò la testa di lato ma annuì, curiosa di sapere

<<Sei Alexandra delle Cnd?>>

Annuì triste, ingoiando quel grappolo di saliva che le era rimasto bloccando in gola andò giù pesantemente, però era felice che qualcuno conosceva il suo gruppo

<<Adoro la vostra musica!>> Esclamò felice il tizio

Gli occhi di Alexandra si spalancarono
Dopo tantissimo tempo questo era il primo complimento che riceveva, ed era così bello sentirselo dire

<<Grazie, davvero, grazie mille>>
Finì il suo cibo e si alzò, avvicinandosi al bancone per pagare

<<Offro io>> mise le mani avanti il ragazzo

<<Assolutamente, quanto pago?>>

<<Offro io, se in cambio mi fai l'autografo>> sorrise timido

<<Va bene, ma la prossima volta offro io>> disse categorica
Il ragazzo annuì vigorosamente, prese un pezzo di carta con una penna e la porte della Idol, che prontamente firmò, decorrendo il foglio con qualche disegnino

<<Come ti chiami>>

<<Moon>>

'per Moon da Alex;)'
L'aveva scritto nel retro del foglio, come se fosse una lettera da spedire.
Posò tutto sul banco, afferrando quella poca bibita che era rimasta nella lattina e, con un piccolo sorriso, uscì dal negozio, salutando il commesso nuovo
L'aria fresca la investì, portandola a chiedere gli occhi per qualche secondo. Io cappello nero copriva buona parte della fronte la l'aria fredda aveva gelato i suoi denti, odiava la sensazione

***

Doveva ringraziare il camino di casa sua per la sua esistenza, l'ambiente circostante era molto caldo, rispetto alla temperatura che c'era fuori

Entrata dentro casa un odore familiare la investì, come mai si trovava lì?

<<Che ci fai qui?>> Chiede, lasciando cadere a terra il suo zainetto che in realtà conteneva solo la pazienza che lasciava per strada

<<Non potevo venire?>>

<<Assolutamente, lo sai che puoi venire quando vuoi>> si avvicinò a lui, accomodandosi alla sua destra, sprofondando nel divano.
Chiuse gli occhi, rilassano i nervi e cercando di far calmare il mal di testa che la stava opprimendo.

Le mani calde di lui si andavano ad attorcigliare attorno alle sue, bloccando il piccolo tremolio che le impediva di stare ferma
I vestiti erano caldi, ma serviva qualcos'altro di più pensante a farla abituare

Eh no non erano assolutamente le mani di Heeseung che le toccavano il collo, o il fiato che sovrastava il suo cuore.

<<Sei stata con un ragazzo?>>
Apri le palpebre lentamente, ossevando il suo viso curioso
Che cosa?

<<Non ho capito?>>

<<Sai di maschio, sei stata con qualcuno?>>
Heeseung si sistemò meglio sul divano, studiando l'espressione che lei stava avendo in quel momento. Stava facendo una scenata di gelosia? Era serio?
Si, era a dir poco austero in quel momento, quasi si faceva paura da solo, ma la bocca parlava prima del cervello

<<Anche se fosse, a te cosa ti interessa?>>
Lo guardò con un sopracciglio alzato

Heeseung si grattò la testa, provavo a sforzare le parole. Non gli importava minimamente ma qualcosa dentro di lui si era smossa all'odore del profumo maschile
Era geloso
Ed era fottuto
Completamente nella merda

your hands in my soul•||• Lee heeseung Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora