1) Al Passion Club, grazie.

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Fu tutta colpa di Clarissa, quel giorno era riuscita a farla arrabbiare e a portarla quasi alle lacrime. Prima di uscire di casa e sbatterle la porta sul naso, Amelia ebbe cura di dirle una delle sue solite cattiverie ben pensate allo scopo di ferire e far soffrire l'altra persona. Il gioco tra loro era sempre lo stesso, Clarissa diceva qualcosa che ad Amelia non piaceva, lei si lamentava, la sorella la sminuiva e lei diventava cattiva, una cattiveria con cui Clarissa non poteva competere e che deteriorava ancora di più il loro rapporto. I genitori non intervenivano, stanchi dei loro litigi le lasciavano fare e si limitavano a fingere di capire le motivazioni e le colpe di entrambe, senza però fare nulla in merito. Dopo essersi buttata la porta alle spalle corse per le scale del palazzo con la testa che rimbombava di idee e il cuore che batteva all'impazzata, aveva bisogno di qualcosa di estremo, un'emozione forte, qualcosa che la scaricasse completamente e la isolasse dalla sua realtà fatta di liti familiari, noia, studi arretrati, vuoti al petto e quell'inarrestabile senso di colpa continuo che la tormentava da che ne aveva memoria. Quando arrivò giù si prese qualche secondo per respirare l'aria fredda della serata a pieni polmoni e dopo si buttò in mezzo alla strada, noncurante del pericolo, con lo scopo di fermare il primo taxi che si trovasse davanti. Si fermò al centro, mise le mani davanti e chiuse gli occhi. Il suono della macchina che sterzava lo sentì chiaro e tondo così come quello dei clacson impazziti, gli occhi erano ancora chiusi ma si sentì comunque gli sguardi dei passanti addosso. - Signorina, sta bene?- quando riaprì gli occhi si trovò a pochi metri di distanza della faccia di un uomo sulla quarantina, brizzolato, con gli occhiali da vista e un'espressione preoccupata. Amelia allungò il viso dietro di lui e notò la sua macchina: un taxi. Bingo. Si guardò intorno poi sorrise e corse dentro la macchina. -Ma... signorina...- il tassista, un po' stranito e ancora spaventato dal quasi incidente di poco prima, riprese il suo posto di guida. - Via Fiorensi 15, al Passion Club.-
- Ma sta bene?- si girò verso di lei.
- Sì, benissimo. Passion Club, grazie.-
Sorrise al tassista e poi tirò fuori dalla tasca il suo cellulare e il lucidalabbra alla fragola che portava sempre con sé per migliorare un minimo il suo aspetto trasandato. Poco dopo il suo cellulare iniziò a vibrare, era sua madre. Attaccò la telefonata e mise la modalità silenziosa, il club distava cerca mezz'ora così ne approfittò per rilassarsi e stendersi un po' tenendo la testa sul finestrino. Ogni tanto il tassista la teneva d'occhio dallo specchietto per assicurarsi che andasse tutto bene, era una ragazzina strana e considerando che poco prima aveva quasi tentato il suicidio era meglio stare sull'attenti. In quei 30 minuti pensò agli eventi della serata, della settimana, della sua vita intera e avrebbe tanto voluto piangere per cacciare via quel dolore che provava ma non poteva, non ci riusciva. Non riusciva mai a piangere. E' per questo che decise di andare proprio in quel club. Quando arrivarono Amelia aprì di corsa la portiera e scese, il tassista per un attimo si convinse che fosse intenzionata a scappare senza pagare ma prima che potesse scendere anche lui lei gli passò una banconota da cinquanta dal finestrino. - Tenga il resto, se c'è.- disse, e poi sparì tra le luci rosse che illuminavano l'ingresso del locale in cui si era fatta portare. Più che locale, era un'enorme palazzo con tante stanzi e settori. Quella aperta a tutti era la sala al piano terra, dove si poteva consumare al bar, prendere un tavolo, ballare sulla musica radio e andare in giardino. Al secondo piano c'era la sezione vip, con biglietto a pagamento in cui ti offrivano cena, cocktail e la musica live dei migliori dj in circolazione.
Ma erano altri i settori che interessavano a lei. Si diresse verso l'ascensore, che fortunatamente era libera, e schiacciò il terzo piano. Il primo della sezione BDSM.


                                                                                 Amelia

                                                                                 Amelia

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