4) L'uomo dell'ascensore

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Al suo ritorno a casa della sera prima era scoppiato un altro casino, i genitori erano impazziti per le mancate risposte alle loro chiamate e la sorella inveiva godendo della situazione. Avevano insistito per sapere dove fosse andata, cosa che lei si era rifiutava di dirgli.
Aveva ventisei anni, era una donna adulta, non doveva di certo rendere conto a loro.
Si chiuse nella sua stanza e se ne andò a dormire, ancora scossa dalla serata, da quella serie di eventi, il taxi, il club, l'uomo dell'ascensore, il gruppo che voleva violentarla, Lara, l'invito alla sera dopo... scossa, eppure eccitata. Talmente tanto che non riuscì a dormire, continuava a pensare a ciò che era successo, a ciò che non sarebbe successo se non fosse scappata via e a ciò che invece sarebbe potuto succedere. Chissà se l'uomo dell'ascensore era un master, si chiese. Era stato molto gentile, e lei lo aveva spinto via. Gli sarà sembrata una pazza.
E Lara, a lei sarà sembrata solo una cretina, ma poteva rimediare, aveva un'altra possibilità. Decise che sarebbe ritornata al club la sera dopo e così finalmente chiuse gli occhi e si lasciò andare alla notte, fantasticando sulla serata successiva. La mattina dopo si svegliò più tardi del solito, e già non era molto mattiniera. Avrebbe dovuto studiare per l'esame di letteratura che la aspettava poche settimana dopo, e in realtà prese anche i libri per mettercisi sopra, peccato che rimasero chiusi tutto il giorno perché lei continuava a pensare alla serata e a cosa si sarebbe dovuta mettere per l'occasione, considerando le pessime condizioni della sera prima.
Alla fine scelse un vestito c\\orto rosso, che le risaltava i fianchi e le gambe, i suoi punti preferiti.
I genitori le chiesero, anche molto carinamente, dove fosse diretta e di tutta risposta lei gli sbatté la porta in faccia. Prese un taxi, questa volta chiamandolo direttamente e senza rischiare la vita, e si fece portare davanti al club. Erano le 20:00, puntualissima forse per la prima volta in vita sua. Entrò e si mise a cercare i bagni, quando li trovò notò che purtroppo Lara non c'era. Magari era semplicemente in ritardo, si disse.
O magari l'aveva già dimenticata, la vocina fastidiosa nella sua testa che le diceva che era inutile e non piaceva a nessuno non perdeva mai occasione per intromettersi.
Aprì la porta del bagno delle donne ed entrando alzò la testa di scatto nel sentire una voce familiare pronunciare il suo nome. - AMELIA, sei venuta.
Lara era lì, davanti allo specchio con un rossetto nero in mano, tenuto a mezz'aria, le labbra inferiori tinte di nero e le superiore bianchissime, un vestito nero molto audacie e dei tacchi alti argentati. - Sono contenta di vederti. - le disse, per poi tingersi di nero anche le labbra superiori, proseguendo l'opera che Amelia aveva interrotto col suo arrivo. Mise il rossetto nella borsetta e prese Amelia per un braccio, trascinandola fuori. - Vieni con me.
Amelia si bloccò, facendo resistenza. - Aspetta... dove?
- Ti presento un po' di master, così puoi provare una volta per tutte.
Amelia sgranò gli occhi. - Cosa? No. Non così.
- E come allora? - chiese Lara, ridendo quasi. - Aspetti che siano loro a vederti, leggerti nella mente e venirti a prendere?
Amelia non rispose, ma pensò che sarebbe stato davvero molto più facile se fosse stato così.
- Non devi vergognarti di niente. Qui abbiamo tutti le stesse passioni. - Lara cercò di riprenderle il braccio ma Amelia, impaurita di doversi presentare direttamente, la scansò.
- Io... mi sento a disagio.
Lara sospirò e la guardò con tenerezza. - Facciamo così...- le disse, poggiandole le mani sulle spalle. - Ora andiamo in sala, ci prendiamo qualcosa da bere e ti racconto un po' come funziona qua. Ti mostro un po' di gente, senza presentartela direttamente, e se poi lo vorrai te li presento. D'accordo?.- Amelia annuì, e finalmente lasciò che la nuova amica - e chissà poi se era davvero amica - la trascinasse fuori. La sala al piano terra non era molto grande, oltre al bancone dove poter prendere da bere c'era una pista al centro in cui ballare, la postazione del DJ e a attorno dei tavolini con divani in cui potersi accomodare.
Lara e Amelia si fecero strada tra la folla, raggiungendo due il bancone. - Cosa bevi?- chiese Lara.- Un prosecco. - rispose Amelia. Lara fece una risatina e si rivolse alla barwoman.
- La mia amica è una donna di classe. Allora, Vale, per lei un prosecco e per me un Laguna Blu. Grazie.-Dopo aver ordinato si volto versò il resto della sala, poggiandosi con il corpo sul bancone e dando le spalle alla barwoman. Gli occhi le brillavano sotto le luci blu e verdi del luogo. - Allora... - si guardava attorno, squadrando tutti. - vediamo cosa offre la casa stasera.- Amelia si voltò di mezzo lato, così da non dare le spalle al bancone ma poter comunque osservare Lara e il resto della sala. - Prima di tutto... uomo o donna? - chiese ad Amelia.
- Cosa?
- Vuoi un uomo o una donna?
- Io... un uomo.

- Lui è Victor.- Con il dito indicò un uomo al centro della pista, intento a ballare con due ragazze. - Ha 39 anni, un po' un buontempone, se non vuoi niente di serio ma divertirti giusto un po' va benissimo. Poi abbiamo Enea, quello laggiù all'ingresso, 42 anni, sadico da morire, è il top se ti piacciono le emozioni forti. Ah, e poi c'è Andrea... 40 anni, molto serio e concreto, un po' noioso secondo me ma sono gusti. Lara glieli indicò man mano, ma sull'ultimo Amelia venne distratta da qualcosa. Non è lui che guardò, ma l'uomo che gli passò davanti... era l'uomo dell'ascensore. Era andato a sedersi al tavolo accanto, con una donna bionda. Sembrava stessero discutendo, lui le stava dicendo qualcosa con tono serio e lei ogni tanto tentava una protesta.
- Amelia? Ci sei?
- Lui chi è?- le chiese, senza smettere di guardarlo.
- Lui chi?- e seguì lo sguardo di Amelia.- Ahh... ma lui è Matteo. - disse, sorridendo.
- E' l'angelo infernale del club.- Amelia si voltò verso Lara. - L'angelo infernale?
Nel mentre erano arrivati i drink, Lara prese il suo allungando le mani dietro le spalle e se lo portò alle labbra. - Sì, lo chiamiamo così tra noi. - Bevve un sorso. - E' bello e dolce come un angelo, ma quando ti punisce ti fa ritrovare in inferno. E' specializzato nel disciplinare.
Annuì, voltandosi verso Amelia che di tutta risposta fece una faccia confusa. - E cos'è?
Lara sbuffò. - Oddio, ma non sai davvero niente di questo mondo... devo farti un po' di teoria. Sorseggiò ancora il suo cocktail e ritornò a guardare la sala. - Oh, sta venendo qui.
Amelia diede un'occhiata e vide l'uomo dirigersi verso il bar, si voltò di colpo, destando la curiosità di Lara che non capiva perché all'improvviso si fosse agitata così tanto.
- Vale, mi dai due birre, per favore?-
Era a nemmeno un metro di distanza da loro ma sembrava non averle notate, cosa che non dispiacque per niente ad Amelia, ma evidentemente dispiaceva a Lara. - Ciao, Matteo.
Lo salutò sventolando la mano destra e facendolo girare verso di loro, Amelia si fece ancora più piccola di quanto già era, accucciandosi dietro la ragazza. - Oh, ciao Lara.
Il tono caldo e profondo era proprio come lo ricordava. - La biondina ti da da fare, eh?
Matteo non le rispose, impegnato ad allungarsi un po' con la testa per osservare la ragazza che tentava di nascondersi dietro Lara, fallendo miseramente. - Ciao.
Lara si voltò verso Amelia, quest'ultima alzò la testa e lo guardò. - Ciao.- rispose.
- Stai meglio?- le chiese, mentre prendeva le birre con una mano e faceva un cenno di ringraziamento alla barwoman. Amelia annuì. .-... sì, grazie. E scusa. Per ieri, dico. La spinta.Matteo rise. - Tranquilla.
A quel punto Lara era confusa. - Aspettate, aspettate... voi vi conoscete?
Amelia non rispose. - Non proprio. - disse lui, spostando lo sguardo tra l'una e l'altra.
- Matteo.- Le allungo la mano, Amelia gliela prese. Era calda, soffice. - Amelia.
- E' un vero piacere, Amelia.- E si dileguò con le sue birre in mano, tornando dalla donna bionda che lo aspettava al tavolo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 22 ⏰

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